REPUBBLICA DEL 04-09-2018 ::: UN INTERVENTO A SEGUITO DELL’APPELLO DI CACCIARI PER RIFARE L’EUROPA… UNA SERIE DI FIRME E DUE INDIRIZZI CON LINK CUI RIFARSI

 

REPUBBLICA DEL 04-09-2018, pag. 29

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4/9/2018

COMMENTI

Dopo l’appello di Cacciari

L’IDENTITÀ DELLA UE

 

L’appello del mondo della cultura, che ha aperto un ricco dibattito su queste pagine e che sta raccogliendo molte adesioni

FACEBOOK.COM/ APPELLO NUOVA STAGIONE

https://www.facebook.com/appellonuovastagione/  , delinea una sfida di fondo: quella europea. Immaginare un’Europa diversa è vitale. Il tempo è ora. Per questo, crediamo che a questo appello di intellettuali debba fare un seguito una ” Carta dell’Europa che verrà”, per guardare a misure concrete su cui valutare le forze politiche e il modo in cui avranno voglia e forza di impegnarsi. La sfida della diseguaglianza e il deficit democratico europeo impongono una nuova governance economica, nuovi modelli sociali e nuovi modelli di partecipazione.

Troppo spesso negli ultimi anni ci si è interrogati sull’Europa solo sul versante economico, la sua convenienza è stata misurata solo sulla moneta unica. L’Europa è però innanzitutto un destino geografico e un’opzione geopolitica. Certo, economia, moneta e geopolitica sono intrecciate. Indubbiamente, il gigante economico europeo si è troppo spesso dimostrato un nano politico, così insulso da meritare poche parole. Ma dimenticare i motivi storici che hanno portato a costruire una comunità più ampia e coesa è errore grande; fare il gioco di chi, tra Stati Uniti e Russia, vuole disintegrarla, è errore suicida.

Dire che è un destino geografico è opporre, alle volontà di disgregazione, le ragioni di un’identità di lungo periodo. Dire che si tratta di un’opzione geopolitica suggerisce che a guidarci non deve essere un astratto europeismo, ma una scelta di fondo di valori e di politiche. E anche, ovviamente, il nostro interesse, che non non deve essere certo un tabù. Declinare l’interesse italiano in Europa sembrerebbe una missione semplice e di buon senso. È quello che la quasi interezza della classe politica non ha fatto in questi anni, proiettando in Europa le divisioni interne, usando il palcoscenico del Parlamento per regolare conti nazionali.

Alle prossime europee, le forze della destra creeranno un fronte sovranista europeo: una contraddizione che debba essere Steve Bannon a fare l’opinione pubblica europea per poi distruggerla. Il fronte che vi si opporrà è in ogni caso destinato a essere spazzato via, se si proporrà solo come mera difesa dell’esistente. Se non riconoscerà gli errori di lungo periodo, se non fisserà i punti per l’alternativa.

L’Europa della mitologia salì sul dorso di un toro. Ora è su una bicicletta, o si pedala o si cade. E noi dal 2005 abbiamo smesso di pedalare. La crisi dell’Europa non nasce infatti nel 2007- 2008, nasce con la bocciatura dei Trattati: si è messa la testa sotto la sabbia e non è stata più tirata fuori. Urge toglierla presto e metterla in azione.

Pasquale Terracciano, Centro sull’Umanesimo Contemporaneo di Palazzo Strozzi,  Giuseppe Grieco, Lorenzo Mesini, Paolo Rametta, Gio Maria Tessarolo

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