MARCO LILLO, IL FATTO QUOTIDIANO 2 LUGLIO 2018 ::: FIAMMETTA BORSELLINO CHIAMA MATTARELLA ::: ” ORA TOCCA AL CSM “

 

IL FATTO QUOTIDIANO — 2 LUGLIO 2018

https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/la-figlia-del-giudice-chiama-mattarella-ora-tocca-al-csm/

 

 

La figlia del giudice chiama Mattarella: “Ora tocca al Csm”

La figlia del giudice chiama Mattarella: “Ora tocca al Csm”

Fiammetta Borsellino non ha ancora letto le motivazioni della sentenza ma una cosa vuole dirla: “Oggi (ieri per chi legge) ho cercato al telefono il presidente Mattarella per rivolgergli un appello in qualità di presidente del Consiglio superiore della Magistratura. Non sono riuscita a trovarlo ma spero di potergli parlare e gli farò un appello perché intervenga sul Csm”.

Cosa potrebbe fare Mattarella nella sua veste di presidente del Csm?

Alla luce della pubblicazione delle motivazioni della sentenza, gli chiederò che sia fatta luce sulle responsabilità dei magistrati nelle indagini e nei processi sulla morte di mio padre. A noi e alla mia famiglia il Consiglio ha sempre risposto picche.

Cosa potrebbe fare il Csm?

Noi riteniamo che, anche se non si configurano reati dei magistrati, ci sono state delle evidenti lacune investigative e procedurali fino al 2008. Sono solo responsabilità dei poliziotti o anche dei magistrati? Noi familiari avvertiamo l’urgenza di questi accertamenti e pensiamo che non sia un problema personale ma dello Stato.

Finora i depistaggi sono stati contestati ai poliziotti e probabilmente ci sarà un processo. Ma i magistrati sono in una posizione diversa, sono vittime del depistaggio degli investigatori di cui si fidavano.

Certo ma ci sono dei passaggi da verificare. Io vorrei si approfondisse per esempio se sia stata una scelta corretta da parte dei magistrati dell’accusa quella di non depositare subito il confronto tra il falso pentito Vincenzo Scarantino e il collaboratore di giustizia Salvatore Cancemi che lo sbugiardava. Io vorrei che fosse chiarito meglio anche l’episodio di San Bartolomeo a Mare. Quando il falso pentito Scarantino disse finalmente la verità e ritrattò le false accuse, i pm rilasciarono in tutta fretta addirittura una dichiarazione per dire che era tutto a posto.

Sono questioni di cui si è discusso, anche in dibattimento, a lungo. Perché dopo la sentenza lei torna a chiedere addirittura a Mattarella l’intervento del Csm?

Perché ora c’è una sentenza che accerta il depistaggio. Questa è la novità. Io ho scritto a settembre al Csm. C’era stata il 19 luglio del 2017 una grande manifestazione in occasione della desegretazione degli atti. A me queste manifestazioni non sono mai piaciute, mi sembrano di facciata. Dopo tre mesi chiesi al Csm se avrebbe preso iniziative concrete per accertare eventuali responsabilità. Inizialmente non ho avuto nessuna risposta. Poi, dopo una mia intervista alla Rai a La Radio ne parla, il Csm ci rispose che bisognava attendere il deposito delle motivazioni della sentenza. Ora la sentenza c’è.

Nelle motivazioni però non si parla di responsabilità dei magistrati

Certo finora si ipotizza solo la responsabilità dei poliziotti ma la legge impone ai pm di coordinare la Polizia giudiziaria e io vorrei che il Csm verificasse se il coordinamento fu fatto bene.

Questo Csm scade tra poche settimane, ci sono le elezioni per rinnovarlo.

Non è un problema della mia famiglia. La questione resta e spero che il presidente Mattarella possa farsene carico anche con il nuovo Csm.

Lei ha chiesto di incontrare di nuovo il boss condannato per l’uccisione di suo padre e della scorta, Filippo Graviano. Dopo un primo incontro a dicembre in carcere con lui e con il fratello Giuseppe. Le Procure hanno dato parere negativo e il ministero le ha detto di no. La questione per lei è chiusa o insisterà?

La figlia di Aldo Moro e tante altre vittime del terrorismo hanno potuto fare questo percorso. A me non hanno concesso nemmeno questo.

Ma non pensa che ci sia una differenza sostanziale tra un brigatista rosso dissociato e boss che non si sono mai pentiti come Filippo e Giuseppe Graviano?

Ovvio che il terrorista ha un background diverso ma ciò non vuol dire che il bisogno delle vittime di mafia di fare un percorso spirituale debba essere impedito. Chi, come me sente che sia giusto, non dovrebbe vedersi negato questo percorso.

Pensa che il ministro Bonafede potrebbe cambiare la posizione dell’ex ministro?

Io ci proverò.

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *