STEFANO FELTRI, IL FATTO DEL 04-06-2018, MIGRANTI, LO STRANO ASSE TRA LA MERKEL E SALVINI

 

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IL FATTO QUOTIDIANO DEL 04-06-2018

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Migranti, lo strano asse tra la Merkel e Salvini

La Cancelliera riconosce i problemi dell’Italia (ma non vuole altri rifugiati)

In Europa un po’ tutti cominciano a fare i conti con il governo gialloverde anche sui migranti e la linea è chiara: offrire una sponda, un po’ per togliere argomenti alla Lega di Matteo Salvini, un po’ per mascherare l’obiettivo di mantenere lo status quo. “Parte dell’insicurezza in Italia ha la sua origine proprio dal fatto che gli italiani, dopo il crollo della Libia, si sono sentiti lasciati soli, nel compito di accogliere così tanti migranti” dice la cancelliera tedesca Angela Merkel in un’intervista alla Frankfurter Allgemeine am Sonntag. E aggiunge: “La sicurezza delle frontiere, la politica di asilo comune e la lotta alle ragioni dell’esodo dei migranti sono la vera questione esistenziale per l’Europa”. Da notare che il riferimento è al controllo delle frontiere, non al ricollocamento dei richiedenti asilo che quelle frontiere, in modo più o meno legale, le hanno ormai attraversate. La Merkel con queste dichiarazioni forse vuole anche evitare attacchi dal fronte anti-migranti italiano nel momento in cui in Germania è esploso lo scandalo di oltre 1200 domande d’asilo accettate dal funzionario che guida un organismo del ministero dell’Interno in cambio di favori. Anche il governo e la Merkel stessa sono sotto accusa per l’inerzia dimostrata nell’emergenza migranti del 2017 nonostante, si scopre ora, la cancelliera fosse stata avvertita dei pericoli imminenti. Che il clima intorno all’Italia e alla questione migranti sia leggermente cambiato lo dimostra anche l’intervento del finanziere-filantropo George Soros al festival dell’Economia di Trento e sul Corriere della Sera. Soros, odiato da tutti i sovranisti anche per il suo sostegno alle Ong che soccorrono migranti in mare, ha riconosciuto che il successo della Lega si deve anche agli errori dell’Ue che hanno imposto all’Italia “un impatto fuori proporzioni dei migranti” per effetto della necessità di portare i migranti salvati nel Mediterraneo in un porto sicuro (l’Italia) e del regolamento di Dublino che lascia la gestione dell’accoglienza al primo Paese d’arrivo (l’Italia). Neppure Soros crede più alle promesse della Commissione europea di Jean Claude Juncker di ricollocare i migranti in Paesi diversi da Italia e Grecia – nessuno li vuole, soprattutto gli Stati dell’Est del gruppo di Visegrad – e suggerisce quindi che l’Ue debba “pagare gran parte di quanto serve per integrare e sostenere i migranti bloccati in Italia”. Soros non è certo bendisposto verso Salvini e la Lega. “Gli italiani hanno diritto di chiedere se sono finanziati dalla Russia di Vladimir Putin”, dice Soros. Salvini replica: “Vergogna invitare uno speculatore senza scrupoli”. Ma Soros indica almeno una linea di negoziato che l’Italia può seguire: chiedere soldi, cioè flessibilità sul deficit, invece che ricollocamenti di rifugiati, finora rimasti sulla carta. Al Consiglio europeo di fine giugno si discuterà di migranti, non è prevista alcuna decisione operativa.

Ma il nuovo ministro dell’Interno Salvini – che ieri ha un po’ sfumato i toni con un “la Sicilia non sia un campo profughi” e “non chiedo linea dura ma di buon senso” – ha bisogno di dimostrarsi attivo a livello europeo, anche se salterà il primo vertice causa voto di fiducia all’esecutivo: “Conte è un premier debole in Europa? Pensate che Renzi, Letta e Gentiloni abbiano fatto qualcosa per gli italiani?”. La partita decisiva è appena iniziata, con la presentazione della proposta della Commissione Ue del bilancio comunitario per gli anni 2021-2027. Tra le novità c’è il deciso aumento da 13 a 33 miliardi del budget per la difesa delle frontiere che in parte servirà ad assumere 10.000 guardie di confine. Poi ci sono penalità per i Paesi che si rifiutano di accogliere i rifugiati arrivati in Italia e Grecia. Il nuovo clima europeo rivelato dalle dichiarazioni della Merkel difficilmente produrrà una riapertura delle frontiere interne alla Ue e una riduzione dei migranti presenti in Italia, ma potrebbe concedere un po’ di potere negoziale al governo Salvimaio nelle trattative sul bilancio.

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