DONATELLA D’IMPORZANO CONDIVIDE CON NOI UN ECCELLENTE BRANO DEL LIBRO DI TOMASO MONTANARI E VINCENZO TRIONE, CONTRO LE MOSTRE, EINAUDI 2017

 

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Donatella D’imporzano, nasce a sanremo il 3 luglio 1944

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Tomaso Montanari…quando ancora sorrideva… (Firenze,  1971) è uno storico dell’arteprofessore universitarioeditorialista e blogger italiano.

 

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Vincenzo Trione è professore ordinario di Arte e media e insegna anche Storia dell’arte contemporanea. È Preside della Facoltà di Arti, turismo e mercati e coordinatore del Dottorato di ricerca in Visual and Media Studies. Collabora al “Corriere della Sera” ed è titolare della rubrica d’arte di “Io Donna” (magazine del “Corriere della Sera”). È stato Commissario della XIV edizione della Quadriennale di Roma (2003) e Direttore generale di Valencia 09-Confines. Passajes de las artes contemporaneas. E’ stato nominato curatore del Padiglione Italia della 56^ Biennale di Venezia – arti visive (2015). Dirige il Dipartimento di ricerca del Museo d’arte contemporanea Madre di Napoli. Nel 2014 è stato nominato nel comitato scientifico dell’Enciclopedia Italiana Treccani. E’ Direttore generale dell’Enciclopedia Treccani dell’Arte Contemporanea.

SEGUE QUI CON LE MOSTRE ORGANIZZATE:
http://www.iulm.it/wps/wcm/connect/iulmit/iulm-it/docenti/trione-vincenzo

 

 

 

Mi sembra logico accostare la lotta per il lavoro ad un’altra lotta, altrettanto nobile e difficile, per difendere l’enorme patrimonio artistico dell’Italia, facendo crescere tra i cittadini la consapevolezza della sua unicità, di cui fanno parte inscindibile il paesaggio e il contesto storico. A questo proposito trascrivo un brano tratto dal libro ” Contro le mostre” di Tomaso Montanari e Vincenzo Trione, edito da Einaudi nel 2017.

 

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Da pag. 44 e seguenti:

 

“… le uniche mostre che hanno davvero diritto di esistere sono quelle che parlano contemporaneamente agli specialisti e al grande pubblico…La sfida, questa davvero appassionante, è tenere insieme i due destinatari senza tradirne nessuno…Un pubblico di cittadini, non di spettatori o di clienti: un pubblico che ha vitale bisogno di crescere e di riscoprire le ragioni della propria umanità e della propria civiltà assai più di quanto non abbia bisogno di essere intrattenuto.

Facciamo un esempio concreto…:

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Casole d’Elsa

 

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Nel 201o a Casole d’Elsa, tra Siena e Volterra, si è tenuta la mostra su ” Marco Romano e il contesto artistico senese fra Duecento e Trecento”. Nelle poche, ma densissime, sale allestite nel

 

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Museo civico

 

tornava in vita un brano altissimo della storia figurativa italiana dell’età di Dante e di Giotto: l’avventura artistica dello scultore Marco Romano. La mostra riuniva praticamente tutte le opere trasportabili di questo singolare e misterioso artista, che probabilmente si formò a Roma ( a diretto contatto con l’eternamente irradiante eredità della scultura antica) e che poi dovette viaggiare molto, per conoscere le punte più avanzate dell’arte del suo tempo: il gotico delle grandi cattedrali francesi e le figure giottesche delle “Storie di San Francesco” ad Assisi. Nei primissimi anni del Trecento, Marco dovette essere notato da due intraprendenti casolani che frequentavano la corte romana di Bonifacio VIII: il giurista e avvocato Bernardino degli Albertini, detto il Porrina, e suo fratello Ranieri, vescovo di Cremona.

 

Duomo di Cremona

 

Quest’ultimo lo portò nella sua lontana diocesi e gli commissionò le tre meravigliose statue che ornano tuttora la facciata del Duomo. Qualche anno dopo Bernardino gli affidò il proprio ambizioso monumento funebre, che ce lo mostra ancora oggi mentre incede, fierissimo, nell’aula della Collegiata di Casole:

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Collegiata di Casole

 

marco-romano

profeta giovane  // MARCO ROMANO, monumento funebre del Porrina, esempio insigne di gotico toscano

quasi che uscisse dalla cappella funebre di famiglia ( da poco riscoperta) per partecipare in eterno alla vita religiosa e civile della sua città. Anche nella non facile terra di Siena, Marco Romano seppe farsi onore, riuscendo addirittura a insinuare un’alternativa stilistica nel cantiere del Duomo, sovrastato dalla figura gigantesca di Giovanni Pisano, e arrivando probabilmente a suggestionare, con la sua rifondativa vena ritrattistica, gli inizi di Simone Martini. La mostra raccontava esattamente questa storia, le sue premesse prossime e remote, le sue conseguenze e il multiforme contesto artistico in cui si inserì. Nel far ciò essa si sottraeva, con virtù esemplare, alle formule tipiche delle mostre-evento.

Di solito queste violano i contesti culturali diffusi sul territorio per espiantarne i ” capolavori” e trasportarli in uno spazio espositivo senza nessi con il tema dell’esposizione. In questo caso, al contrario, la mostra ricreava il contesto figurativo nel quale nacque il monumento più illustre di Casole: il cenotafio del Porrina, contemporaneamente visitabile nella Collegiata. Una volta tanto, dunque, una mostra era al sevizio della comprensione del tessuto artistico permanente, e il visitatore che usciva dalle sale ed entrava nella chiesa si sentiva a buon diritto il testimone di una singolare ” resurrezione” storica… La storia che abbiamo riassunto… era a tutti ignota fino a trent’anni fa. Essa fu ricostruita in un celebre saggio di Giovanni Previtali che, nel 1983, restituì un corpo figurativo al nome di Marco Romano. Grazie allo studio dello stile, Previtali comprese che, nonostante la distanza geografica, alcune sculture del duomo di Cremona e quelle della collegiata di Casole appartenevano ad un’unica mano: la stessa che aveva scolpito

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chiesa di San Simeone a Venezia

 

la superba figura giacente del profeta Simeone nella chiesa veneziana di San Simeone Maggiore. Quest’ultima è firmata da Marco Romano, e datata al 1318. e grazie a quest’unico, provvidenziale, appiglio, il piccolo corpus figurativo ricostruito da Previtali poté agganciarsi per sempre alla storia dei nomi e delle date…”.

 

 

ALCUNE OPERE DI MARCO ROMANO::: 

 

 

image 1 of 6 – Testa di Profeta, opera di Marco Romano conservata presso il Museo Civico Archeologico e della Collegiata di Casole d’Elsa. Foto archivio museo.
 Image 2 of 6 – Marco Romano, ‘Testa maschile barbata’, Duomo di Siena, interno del portale sinistro. Foto archivio Museo Civico Archeologico e della Collegiata.

 

Image 4 of 6 – Marco Romano, ‘Cenotafio al Porrina’, Collegiata di Santa Maria Assunta. Foto archivio Museo Civico Archeologico e della Collegiata.

 

Image 5 of 6 – Marco Romano, ‘Crocifisso’, legno intagliato e policromato, Museo Civico e Diocesano d’Arte Sacra di Colle di Val d’Elsa. Foto archivio Museo Civico Archeologico e della Collegiata.
Marco Romano, ‘Crocifisso’, legno intagliato e policromato, particolare. Museo Civico e Diocesano d’Arte Sacra di Colle di Val d’Elsa. Foto archivio Museo Civico Archeologico e della Collegiata.
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busto di Marco Romano
Marco Romano, L’Annunciazione–oreficeria e scultura delle chiese di Venezia
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