+++ LUIGI ZINGALES (1963), FAMOSO ECONOMISTA ITALIANO CHE STA IN USA…liberista…? neoliberista…? è una persona che a nostra parere capisce più di noi: ed è una bella manna! al fondo, guardate, dal 2007 è stato nel giro dei nostri governi…si è dimesso nel 2015…

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13 NOVEMBRE 2016

Il Sole 24 Ore

 

La via americana di una «nuova» crescita e i rischi per l’Italia
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LUIGI ZINGALES –Laureato in Bocconi e con un PhD in Economia al Massachusetts Institute of Technology, Luigi Zingales è professore di Finanza all’University of Chicago Booth School of Business. SEGUE IN :: https://europaono.com/luigi-zingales/

Dalla notte di martedì, non solo gli Stati Uniti, ma il mondo intero, si domandano quale tipo di presidente sarà Donald Trump: Reagan o Mussolini, Nixon o Berlusconi. Questo interrogativo si pone per ogni neoeletto presidente.
Quello che è diverso nel caso di Trump è l’incertezza, alimentata da tre fattori. Trump è il primo presidente degli Stati Uniti che non ha alcuna esperienza politica o militare. Quindi non c’è una storia a cui guardare.
 Se non bastasse, in campagna elettorale Trump ha dimostrato un’estrema disinvoltura nel cambiare posizione, negando addirittura quello che aveva affermato poco prima. Per finire, il suo programma elettorale è stato straordinariamente vago e – in alcuni punti – contraddittorio con quello del Partito Repubblicano che dovrà sostenerlo alla Camera o al Senato.
Nonostante la carenza di informazioni ci sono alcuni tratti caratteristici del nuovo presidente che possono essere utilizzati per capire come si comporterà Trump. Il primo è una mancanza di un forte contenuto ideologico. Reagan era motivato da forti principi, che poi adattava alle situazioni con spirito pragmatico. Trump, invece, cerca innanzitutto il consenso e poi tenta di adattare le sue posizioni a un’ideologia conservatrice del partito Repubblicano con totale cinismo.
Il secondo tratto dominante di Trump è un enorme ego che lo spinge verso una ricerca spasmodica del successo a tutti i costi. Tutti i politici cercano di essere rieletti, ma Trump farà della sua rielezione la stella polare del suo primo mandato. Tutto sarà sacrificato su questo altare.
Infine, c’è molto da imparare dalla sua esperienza più che di imprenditore (sarebbe un’offesa alla categoria), io definirei di “palazzinaro”. Il settore delle costruzioni è uno dei più corrotti in tutti i Paesi, compresi gli Stati Uniti. Un settore dove i soldi si fanno con scaltre negoziazioni, più che con capacità gestionali ed innovazione. Non a caso il libro di Trump si intitola “L’arte del deal ”, ovvero dell’affare.
Proprio partendo da quest’attenzione spasmodica all’affare, possiamo cercare di immaginare quali saranno i primi passi di Trump in politica estera. Cercherà un accordo con Putin, che darà carta bianca alla Russia in Medio Oriente, in cambio di un’eliminazione per procura dell’Isis. Cercherà anche un accordo con la Cina. Chiederà ai cinesi delle restrizioni volontarie sull’export (come fece Reagan con il Giappone), offrendo in cambio alla Cina mano libera (sia in termini commerciali che militari) in Asia. Entrambi questi accordi scambiano un beneficio immediato con un costo futuro. Ma per Trump l’orizzonte è la rielezione tra quattro anni, tutto quello che potrebbe succedere dopo è irrilevante.
Dove Trump manterrà la sua promessa elettorale è nella costruzione del muro con il Messico.

link de il sole24

http://www.quotidiano.ilsole24ore.com/vetrina/edicola24web/edicola24web.html?testata=S24&issue=20161113&edizione=SOLE&startpage=1&displaypages=2

 

LUIGI ZINGALES, DAL LINK SOTTO LA FOTO (wiki): 

Dal 2007 al 2014 è stato  membro del Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia, nominato dagli investitori istituzionali. Dal 2014 al 2015 è stato nel C.d.A. di ENI, nominato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il 3 luglio 2015 si è dimesso per “non riconciliabili differenze di opinione sul ruolo del consiglio nella gestione della società”.

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