INTERVISTA A FIGEN YUKSEKDAG, COPRESIDENTE DELL’ Hdp (PARTITO DEMOCRATICO DEI POPOLI) —TURCHIA

la crisi dell’europa

“Festa isterica, qui la democrazia è a rischio”

L’INTERVISTA. FIGEN YUKSEKDAG, GIORNALISTA / COPRESIDENTE DEL PARTITO DEMOCRATICO DEI POPOLI FILOCURDO

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Selahattin Demirtaş (se non sbagliamo, è l’altro co-fondatore del partito Hdp)

 

 

 

 

«CONDANNIAMO

IL tentativo di golpe militare. Abbiamo reagito in modo chiaro sin dai primi momenti, prima che fosse possibile capire di che cosa si trattasse. Ma rifiutiamo il clima da “Festa della Democrazia” creato in Turchia subito dopo il fallimento del golpe, che è andato montando in modo sempre più isterico». Donna determinata, capace di fronteggiare i blindati dell’esercito in piazza, Figen Yuksekdag è la copresidente del Partito democratico dei popoli (Hdp), la compagine di riferimento dei curdi in Turchia, con 70 deputati al Parlamento di Ankara.

Il vostro è il solo partito escluso dalla manifestazione.

«Sono stati condotti colloqui con i leader dell’opposizione, dai quali però l’Hdp è stato costantemente escluso. Il governo ha addirittura fatto sapere che sarebbero stati interrotti tutti i processi intentati contro le forze di opposizione, a eccezione di quelli a carico nostro. Come a farci capire che presto verrà il nostro turno».

Come definisce il clima nuovo che si respira in Turchia?

«Un’isteria autocratica, repressiva e nazionalista creata dal governo: verrà utilizzata per colpire le forze autenticamente di opposizione».

Perché “autenticamente”?

«Perché gli altri due partiti (socialdemocratico e nazionalista,

ndr) sono ormai solo stampelle della politica autocratica e nazionalista del governo. In Turchia è rimasto un solo partito di opposizione: l’Hdp. E se davvero avesse “vinto la democrazia” l’unica cosa che avrebbe dovuto essere fatta contro questo maledetto tentativo di golpe avrebbe dovuto essere il rafforzamento della democrazia e del Parlamento. Ma è accaduto esattamente il contrario. Il punto non è la creazione di uno spirito di concordia e condivisione, ma porre le basi per l’inquadramento e l’omologazione».

Ma il Parlamento, dove voi ormai agite stabilmente dopo essere stati eletti?

«È destituito della sua importanza. Il partito al potere (conservatore di ispirazione religiosa,

ndr) ha fatto varare decine di leggi a sostegno dei grandi capitali e ostili verso i lavoratori».

Siete d’accordo con la proclamazione dello stato di emergenza?

«È una misura che mostra in modo chiaro come questo governo non abbia assolutamente a cuore il rafforzamento della nostra democrazia. Nel corso di operazioni condotte contro la confraternita di Fethullah Gülen, decine di migliaia di persone sono state allontanate dai propri incarichi oppure arrestate».

Per voi che cosa ha generato il golpe?

«In questo Paese il potere dello Stato si regge sull’alleanza di autocrazia e fascismo, ed è esattamente dalla combinazione di questi elementi che hanno origine i colpi di stato. I soldati golpisti che vengono oggi accusati di essere dei traditori sono gli stessi che di comune accordo con il partito al governo per anni hanno aggredito il popolo e noi dell’Hdp.

La confraternita di Gülen non si è affatto infiltrata nello Stato, ma si è radicata nei suoi gangli più profondi con l’aiuto del potere. Non è stato un inganno, ma un rapporto di reciproco sfruttamento giunto alla conclusione. Quello a cui stiamo assistendo, non è la difesa della democrazia: ma la difesa da parte di qualcuno del proprio potere personale».

( m. ans.)

LA PAURA

Esclusi dal raduno ora temiamo per il nostro futuro

LA POLITICA

Figen Yuksekdag

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1 risposta a INTERVISTA A FIGEN YUKSEKDAG, COPRESIDENTE DELL’ Hdp (PARTITO DEMOCRATICO DEI POPOLI) —TURCHIA

  1. Donatella scrive:

    Ci va un bel coraggio a dire queste cose in un regime come quello turco che si fa sempre più rigido e persecutorio verso qualsiasi forma di opposizione. Ho finito di leggere ieri un libro di Orhan Pamuk:” La stranezza che ho nella testa”. Attraverso la storia di due famiglie viene fatta la storia della Turchia, dagli anni ’50 fino ai nostri giorni. Viene fuori uno stato turbolento, dove i militari hanno sempre avuto un enorme potere. E’ un libro bellissimo, dove la “storia” viene raccontata attraverso la storia personale dei diversi personaggi.

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