MI PIACE QUESTO PROLOGO DEI ” PAGLIACCI “, OPERA LIRICA, COME E’ NOTO, DI RUGGERO LEONCAVALLO, CHE HA FATTO ANCHE IL LIBRETTO // allora, il mio, è un prologo di un grande! notte notte

Teatro Regio di Parma, uno dei più importanti teatri storici italiani

La scena si passa in Calabria presso Montalto, il giorno della festa di mezz’agosto.

Epoca presente, fra il 1865 e il 1870.

PROLOGO Scena unica [Tonio, in costume da Taddeo come nella commedia, passando a traverso al telone.]

TONIO Si può?… (poi salutando) Signore! Signori!… Scusatemi se da sol me presento. Io sono il prologo: poiché in iscena ancor le antiche maschere mette l’autore, in parte ei vuol riprendere le vecchie usanze, e a voi di nuovo inviami. Ma non per dirvi come pria: «Le lagrime che noi versiam son false! Degli spasimi e de’ nostri martir non allarmatevi!» No. L’autore ha cercato invece pingervi uno squarcio di vita. Egli ha per massima sol che l’artista è un uomo e che per gli uomini scrivere ei deve. Ed al vero ispiravasi. Un nido di memorie in fondo a l’anima cantava un giorno, ed ei con vere lagrime scrisse, e i singhiozzi il tempo gli battevano! Dunque, vedrete amar sì come s’amano gli esseri umani; vedrete de l’odio i tristi frutti. Del dolor gli spasimi, urli di rabbia, udrete, e risa ciniche! E voi, piuttosto che le nostre povere gabbane d’istrioni, le nostr’anime considerate, poiché noi siam uomini 2 di carne e d’ossa, e che di quest’orfano mondo al pari di voi spiriamo l’aere! Il concetto vi dissi… Or ascoltate com’egli è svolto. (gridando verso la scena) Andiam. Incominciate! Rientra e la tela si leva.

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