MATTIA TOALDO, LIMES ONLINE DEL 2/08/2016 —UNO SCHEMA SEMPLICE SULLA LIBIA/ GLI USA E L’ISIS IN QUESTO MOMENTO // segnalate con colore le novità rispetto a post già pubblicati, il blog

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Gli Usa bombardano l’Is in Libia

 

di Mattia Toaldo  (notizie sotto)

Il raid aereo degli Usa a Sirte contro postazioni dello Stato Islamico è stato presentato come il primo compiuto da Washington in Libia. In realtà, gli americani hanno colpito due volte di recente, contro il leader qaidista Mokhtar Belmokhtar a giugno 2015 e contro una cellula dello Stato Islamico a Sabratha il 19 febbraio scorso.


Ci sono inoltre forze specialiin diverse parti del paese. Nei mesi scorsi il primo ministro libico Fayez Serraj aveva ammesso in un’intervista a Reuters che le forze di Misurata impiegate a Sirte nell’operazione “Bunyan al Marsous” (Fondamenta solide) ricevevano aiuto logistico e intelligence dagli occidentali.


Tuttavia, gli attacchi di ieri sono un salto di qualità rispetto alla guerra “occasionale” condotta dagli Usa finora: non si tratta più di raid isolati, mirati contro individui o gruppi specifici, individuati senza consultare i libici, quanto di un impegno richiesto esplicitamente da Serraj, che se ne è assunto la responsabilità con un discorso televisivo. In più, ha precisato il Pentagono, i raid continueranno.


Sirte è un obiettivo perfetto per gli americani: l’area da colpire è limitata, il nemico molto meno forte e radicato nella popolazione che in Siria o in Iraq e senza nessun rapporto con altri gruppi di combattenti, tantomeno con quelli sostenuti dagli americani.


I prossimi giorni diranno se gli Usa estenderanno veramente alla Libia la guerra all’Is che già conducono in Mesopotamia. Il paese nordafricano non ha la stessa importanza per Washington che ha il Levante, il mandato da parte Onu è meno chiaro e tuttavia lascia ampi margini nel caso di richiesta esplicita del governo libico.


Soprattutto, dopo l’uccisione dell’ambasciatore americano Christopher Stevens a Bengasi l’11 settembre 2012, il dossier Libia è diventato tossico a Washington, con i repubblicani che hanno sfruttato l’incidente per attaccare l’allora segretario di Stato – oggi candidata democratica alla presidenza – Hillary Clinton, accusata di aver mentito inizialmente sulle cause dell’attacco oppure di non averlo saputo prevenire.


Finora sembrava che la strategia della Casa Bianca fosse tenere il più possibile il tema fuori dai telegiornali – lasciandolo agli europei – e impegnarsi in continui negoziati non troppo segreti con gli Emirati e l’Egitto. Se invece il raid di ieri sarà seguito da altri interventi, potrebbe segnalare una convergenza tra Obama e Serraj per intestarsi l’eventuale liberazione di Sirte, che segnerebbe la fine del primo vero “emirato” dell’Is in Libia.


Dal punto di vista libico, il rischio è che Serraj si illuda di conquistare con queste operazioni i cuori e le menti dei suoi concittadini, senza al contempo fornire una soluzione ai problemi più pressanti come la mancanza di elettricità, la chiusura degli ospedali per mancanza di medici e medicine, la crisi di liquidità e la chiusura dei pozzi petroliferi.


Per l’Italia, la sfida è assicurarsiche ogni azione contro l’Is si inserisca nel quadro dell’azione diplomatica centrata sul governo di unità nazionale a Tripoli. Al contrario del sostegno francese al generale Haftar, che rifiuta non solo il governo Serraj ma anche di incontrare l’inviato Onu.

 

 

 

 

 

 

Mattia Toaldo
  • Mattia Toaldo

Mattia Toaldo is currently a Senior Policy Fellow at the European Council on Foreign Relations in London, dealing with Israel/Palestine and Northern Africa. <br… more

 Mattia Toaldo è da tempo membro dell’Istituto Europeo  con sede a Londra  che tiene i contatti con Israele/ Palestina, Nord Africa e Medio Oriente-( cercando di tradurre…)

Mattia Toaldo, analista sulla Libia dell’European Council on Foreign Relations a Londra, segue in tempo reale l’evoluzione militare e politica nel paese che fu di Muhammar Gheddafi (da Rep. del gennaio 2016)

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