18:31 MAURIZIO MOLINARI ( INFO CONTINUA) +++ PUTIN (2014, MARZO) : DALL’UCRAINA ALLA CRIMEA, AL MEDIO ORIENTE —DI MAURIZIO MOLINARI —non perdetevi per niente e nessuno al mondo le statue dal Parco Archeologico di Amman (tra Paleo e Neolitico soprattutto/ la differenza “sembra” che si passa dagli animali all’uomo–Vi risulta? ch. non sa non sa, pace!

 

 

 

ha avuto un blog su “La stampa” : ” Finestra sul Medio Oriente”  che chiude nel giugno 2014. — Comunque:  è per chi vuole imparare qualcosina in questo enorme gazzabuglio e diminuire le cazz da dire—

 

http://www.lastampa.it/Blogs/finestra-sul-medio-oriente

 

 

 

SIAMO NEL MARZO 2014  —A NOI HA INTERESSATO QUESTO

 


Crimea come la Siria: Putin difende l’accesso della flotta al Mediterraneo
L’intervento in Ucraina proietta in Medio Oriente l’immagine
di un Cremlino che vuole tutelare i propri alleati e interessi strategici

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MAURIZIO MOLINARI (INVIATO AD AMMAN, CAPITALE DELLA GIORDANIA) —VEDI SOTTO
02/03/2014

Fa una certa impressione trovarsi in uno dei palazzi del governo di Amman per discutere della crisi siriana ed ascoltare il proprio interlocutore affermare: “Oggi per noi ciò che conta è quanto sta avvenendo in Ucraina perché avrà un impatto diretto sul Medio Oriente”. Il motivo è nell’accresciuto ruolo di Mosca come “potenza aggressiva, determinata, in tutta questa area”.

 

Se negli ultimi tre anni il Cremlino non ha esitato a difendere il regime di Bashar Assad all’Onu, garantendo la sua sopravvivenza politica, adesso Putin “estende tale tattica aggressiva all’Ucraina, facendo capire agli altri Paesi che la Russia è pronta a battersi fino in fondo quando sono in palio i propri interessi”. In questa regione in bilico ciò significa “proiettare un’immagine di forza militare e politica” destinata a giovare gli alleati del Cremlino, creando invece maggiori difficoltà agli avversari. Da qui la previsione, ricorrente fra gli interlocutori giordani, che “l’occupazione della Crimea rafforza Assad perché a proteggerlo c’è il leader di una Russia che non si tira indietro, si batte per difendere gli alleati politici in Siria come le minoranze russe in Europa Orientale”.

 

“Avremo sempre più Russia da queste parti” afferma uno dei miei interlocutori chiedendo l’anonimato. E il paragone indiretto che fa è con l’amministrazione Obama che nella gestione delle crisi in Siria ed Egitto ha proiettato un’immagine di incertezza. Ma non è tutto perché Amman è anche la capitale informale della coalizione militare che sostiene l’opposizione dei ribelli filo-occidentali, l’Esercito di liberazione siriano. Alcuni hotel della capitale sono affollati di ufficiali di più nazioni, occidentali e non, che sostengono gli anti-Assad fornendo armi e addestramento. Fuori Amman vi sono campi militari dove i ribelli vengono istruiti, allenati, armati. Avviene tutto sottovoce ma la macchina militare anti-Assad, sostenuta in primo luogo da Washington e Riad, ha ad Amman uno dei motori (l’altro è in Turchia). Da qui l’attenzione per quanto tali militari si dicono, ai tavoli della colazione, nelle pause dei briefing o davanti ad un tè nella lobby.

 

Ebbene, il tema è ancora la “determinazione di Putin” ma in questo caso prevale l’aspetto strategico ovvero la volontà di “difendere l’accesso al Mediterraneo per la flotta del Mar Nero”. Se infatti il motivo originario del sostegno russo ad Assad è stato nel voler difendere l’accesso al porto siriano di Tartus, l’ultimo approdo amico per le navi russe nel Mediterraneo, adesso l’intervento in Crimea verte attorno a Sebastopoli: la grande base navale dove ha sede la flotta del Mar Nero, le cui unità sono le stesse schierate a difesa di Tartus.

 

Ciò che accomuna i porti della Crimea e della Siria è il fatto di garantire alle forze armate russe la possibilità di agire in maniera autonoma nel Mediterraneo, ovvero lungo le rotte che, attraverso Suez e Gibilterra, portano nell’Oceanoindiano e in quello Atlantico. Senza la Crimea, la flotta del Mar Nero sarebbe costretta a ripiegare su Novorossiysk, chiudendosi nel Mare di Azov ovvero in un angolo di quel Mar Nero che ai tempi del Patto di Varsavia era quasi diventato un lago sovietico.

 

 

UN QUASI-NIENTE SULLA GIORDANIA, LA CUI CAPITALE E’ AMMAN


La Giordania [gior-dà-nia] o Regno Hascemita di Giordania (in arabo: المملكة الأردنية الهاشمية‎, al-Mamlaka al-Urdunniyya al-Hāshimiyya) è uno Stato del Vicino Oriente (Asia). Confina a nord con la Siria, a nord-est con l’Iraq, a sud-est e a sud con l’Arabia Saudita, a sud-ovest è bagnata dal Mar Rosso, a ovest con Israele, il territorio palestinesedella Cisgiordania e il mar Morto.

È indipendente dal 1946 e la sua forma di governo è la monarchia costituzionale. Il re attuale è ʿAbd Allāh II, figlio del popolarissimo Husayn, morto nel 1999.

 

 

QUESTE STATUE fanno parte del “Parco Archeologico” della Giordania : sono chiamate ” le statue di Ain Ghazal “, e sono le statue più antiche in assoluto che essere umano abbia ritrovato: sono datate tra l’8000 e il 6000 a C. ( da Internet, sotto le immagini)–Il Museo si trova ad Amman–

 

 

è curioso come siano simili alle statuette popolari del Nord del Brasile!

 

un dettaglio del Tempio di Ercole (romano) di cui pubblichiamo solo questo.

 

 

 

questa testa, invece, appartiene al Museo Giordano
delle tradizioni popolari

 

 

chiudiamo queste bellezze un po’ estremate! con una vista del Museo Archeologico di Amman all’aperto, per così dire–

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

http://www.lastampa.it/2014/03/02/blogs/finestra-sul-medio-oriente/crimea-come-la-siria-putin-difende-laccesso-della-flotta-al-mediterraneo-eF1sVYKveAmxAswpByfaEP/pagina.html

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