23:26 LA NOTTE —TRE VERSI DI UNGARETTI — CHIARA, SE GLIELO PERMETTETE, VORREBBE ” INDOSSARE” QUESTI TRE VERSI E SENTIRE, PRIMA UNGARETTI, E POI VOI, QUALCUNO DI VOI, FOSSE UNO,…”VICINO”. // RAGAZZI, CI E’ ARRIVATO “ALL’ISTANTE” —“un vicino” …( un compagno di banco di quelli alla buona come noi )

….

La vita non mi è più,

Arrestata in fondo alla gola,

Che una roccia di gridi.

“”“… Si chiamava / Moammed Sceab // Discendente / di emiri di nomadi / suicida / perché non aveva più / patria // ….. / E forse io solo / so ancora / che visse …””” ( da Il porto sepolto di Giuseppe Ungaretti – Locvizza il 30 Settembre 1916 )

DA IL DOLORE, VITA D’UOMO IV   1937-1946

I VERSI SCELTI SONO TRATTI DALLA POESIA : TUTTO HO PERDUTO DEL 1937 QUANDO PERDE IL FRATELLO—“LO SPECCHIO” MONDADORI, 1956 P.13

due mani uguali, le persone diverse, un bisogno comune, nient’altro.

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