18:02 GUNTHER ANDERS E ” L’UOMO ANTIQUATO “// GUNTER ANDERS E IL “PRINCIPIO DISPERAZIONE”…PUBBLICHIAMO SOLO LA PRIMA PARTE DEL SAGGIO DI SIMONE TUNESI —AL FONDO LINK PER L’ARTICOLO TUTTO.

 

Günther Anders

 

GÜNTHER ANDERS

(Breslavia, 12 luglio 1902 – Vienna, 17 dicembre 1992)

 

A cura di Simone Tunesi

(molto bravo, ma non si sa dove trovarlo con gli omonimi…)

 

 

 

Günther Anders nacque a Breslavia nel 1902. Laureato in filosofia nel 1923 sotto la guida di Husserl, nel 1933 dopo l’avvento al potere del nazismo (era ebreo) si trasferisce prima a Parigi e poi negli Stati Uniti (New York e Los Angeles) dove tra le altre cose fa anche l’operaio. Dopo essere stato il primo marito di Hannah Arendt, sposò nel 1945 la scrittrice Elisabeth Freundlich. Nel 1950 tornò in Europa, stabilendosi a Vienna dove morì nel 1992. È autore di un’opera ancora in parte inedita in cui l’interesse per la filosofia si alterna con quello per la letteratura e per l’arte. La sua opera più importante L’uomo è antiquanto si divide in due volumi: il primo del 1956 ha come sottotitolo Considerazioni sull’anima nell’epoca della seconda rivoluzione industriale, mentre il secondo; pubblicato nel 1980,Sulla distruzione della vita nell’epoca della terza rivoluzione industriale.

Sono famose, inoltre, le sue prese di posizione sulla bomba atomica (Essere o non essereLa coscienza al bando entrambi Einaudi, 1961 e 1962), sulla guerra del Vietnam (fece parte del tribunale Russell contro i crimini di guerra) e su Černobyl. Disponibili in traduzione italiana anche: Opinioni di un eretico (Teoria, 1991);Patologia della libertà (Palomar, 1994); Noi, figli di Eichmann (La Giuntina, 1995), Stato di necessità e legittima difesa (Cultura della pace, 1997), Saggi sull’esilio americano (Palomar, 2003) e Amare.Ieri. Annotazioni sulla storia della sensibilità (Bollati Boringhieri, 2004).

Un episodio piuttosto curioso riguarda il nome del filosofo. Infatti Gunther Anders non è altro che lo pseudonimo di Gunther Strern; il fatto risale alla giovinezza dell’autore, quando un editore gli disse di scegliersi un nome diverso per pubblicare i suoi lavori, giacché era un cognome tipicamente ebreo e oramai stavano sempre più affermandosi le idee naziste. Così il giovane Gunther scelse come cognome proprio “diverso” (in tedesco Anders significa appunto “diverso”). Norberto Bobbio nel presentare Essere o non essere: diario di Hiroshima e Nagasaki ha scritto:

 

Lo scopo dell’autore è più quello di scuotere gli indifferenti, di incitare i dubbiosi, di rendere perpetuamente inquieti gli ottimisti di professione e vigilanti i già convinti, che non quello di suggerire soluzioni immediate e indiscutibili. Da una pagina autobiografica del libro si apprende che, quando l’autore ebbe acquistato coscienza che è in gioco, oggi, ‘la conservazione del tutto’, il suo pensiero dominante diventò quello di suscitare questa coscienza anche negli altri, a costo di apparire agli occhi di qualche vecchio amico un ‘fissato’. A chi gli rimprovera di aver abbandonato la versatilità di un tempo, di voler viaggiare ormai su di un binario unico, risponde: ‘Ma a che serve questa versatilità, quando siete tutti sul treno che corre difilato sul suo binario unico verso la catastrofe?’

 

Il pensiero di Anders (inspiegabilmente poco conosciuto, non solo in Italia) si radica profondamente nella cultura nel ‘900, la sua filosofia è volta a stabilire le cause che hanno portato l’uomo a creare una società in cui l’unico protagonista è l’apparato tecnico.

Secondo Anders, infatti, oggi viviamo in un mondo in cui la macchina e gli oggetti prodotti in serie sono diventati i protagonisti della storia, il mondo è il luogo in cui ogni essere umano è ‘gettato’ e costretto a vivere in qualità di essere totalmente inadeguato ai nuovi tempi.

Figura paradigmatica di questa situazione è Prometeo. Infatti, ciò che caratterizza oggi, più che mai, l’uomo è la vergogna prometeica. L’uomo della civiltà tecnologica, come un novello Prometeo, è subalterno alle macchine da lui stesso create, e per queste prova soggezione e vergogna. Questa vergogna è anche legata a una sorta di dislivello tra l’uomo e i prodotti meccanici, che essendo sempre più efficienti e funzionali lo oltrepassano facendolo diventare antiquato. Le macchine sono perfette, funzionano e sono ripetibili in serie: questo concedo loro una sorta di eternità che all’uomo è negata. Di fronte alle macchine l’uomo perde la sua importanza all’interno del sistema sociale, egli diventa antiquato perché, appunto, ha bisogno di riposarsi, di mangiare, di divertirsi mentre le macchine funzionano “sempre” senza intervalli e distrazioni. Il parallelo uomo-macchina sembra, dunque, volgere tutto a favore di quest’ultima.

 

 

 

…la fine del saggio di SIMONE TUNESI su Anders ci interessa e la riportiamo :

 

” …in particolare è piuttosto evidente la differenza che effettivamente esiste tra Jonas, Bloch e Anders. Analizzando il drammatico momento che coinvolge attualmente l’umanità e il pianeta, Jonas con il principio di responsabilità, e Bloch con il principio “speranza” ammettono più o meno esplicitamente che c’è ancora spazio per un’inversione di rotta. Anders, invece, teorizza il principio “disperazione” (cfr. Pier Paolo Portinaro, Il principio disperazione), secondo il quale, ormai, non è più lecito nemmeno sperare in quanto la condizione a cui l’uomo oggi è arrivato è sostanzialmente irrecuperabile. Se Heidegger diceva che ormai solo un Dio ci può salvare, Anders si spinge oltre e dice che, dopo la bomba atomica, la salvezza non sembra più una realtà possibile.

 

 

 

per chi volesse leggere tutto il saggio su Gunther Anders:

http://www.filosofico.net/andersstern.htm

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3 risposte a 18:02 GUNTHER ANDERS E ” L’UOMO ANTIQUATO “// GUNTER ANDERS E IL “PRINCIPIO DISPERAZIONE”…PUBBLICHIAMO SOLO LA PRIMA PARTE DEL SAGGIO DI SIMONE TUNESI —AL FONDO LINK PER L’ARTICOLO TUTTO.

  1. Donatella scrive:

    Tra speranza e disperazione, difficile poter scegliere; forse una scelta che dipende solo da noi come esseri umani ( sperando che la maggioranza sia per la speranza e agisca di conseguenza).

    • Alessandro scrive:

      Vi consiglio vivamente di leggere la prima biografia intellettuale di Anders in italiano, scritta da Alessio Cernicchiaro, ed intitolata “Gunther Anders, la Cassandra della filosofia. Dall’uomo senza mondo al mondo senza uomo” pubblicata dalla casa editrice Petite plaisance di Pistoia.

      • Chiara Salvini scrive:

        Il tuo consiglio è una propaganda, l’ho visto su un altro blog dove eri Alex, non mi dispiace di fare propaganda a dei libri, basta tagliare tutte le voci economiche, e leggere il titolo, autore, casa editrice. Grazie, lo fai di lavoro? Oggi non mi stupisco più di niente! E’ così brutto e duro questo mondo che c’è in giro!

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