Mondo Europa
Adesso il mondo guarda la guerra che non voleva vedere
di Alberto Negri 04 Settembre 2015 Commenti (2)
La triste risacca del Levante non ci darà tregua. Le analisi sui profughi si fermano al fenomeno dei rifugiati e non alle radici del problema: le guerre intorno al Mediterraneo che sono arrivate dentro l’Europa scuotendone le fondamenta. Non si solleva lo sguardo all’orizzonte neppure quando si vede il cadavere di un bambino di Siria trascinato dalla corrente su una spiaggia turca, come se lì non ci fosse da oltre quattro anni una guerra e si trattasse di un disgraziato evento meteorologico, un imprevisto tsunami mediorientale venuto a colpirci allo stomaco. La commozione non basta e neppure gli slanci umanitari, così come, al contrario, sono una fragile illusione muri e reticolati della segregazione. Siamo di fronte alla più drammatica e possente disgregazione di stati dai tempi della seconda guerra mondiale che coinvolge milioni di persone. La triste risacca del Levante non ci darà tregua. Le analisi sui profughi si fermano al fenomeno dei rifugiati e non alle radici del problema: le guerre intorno al Mediterraneo che sono arrivate dentro l’Europa scuotendone le fondamenta. Non si solleva lo sguardo all’orizzonte neppure quando si vede il cadavere di un bambino di Siria trascinato dalla corrente su una spiaggia turca, come se lì non ci fosse da oltre quattro anni una guerra e si trattasse di un disgraziato evento meteorologico, un imprevisto tsunami mediorientale venuto a colpirci allo stomaco.
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