14:48 —ASSISTENZA SESSUALE AI DISABILI –CHIARA SI PERMETTE DI AGGIUNGERE : ASSISTENZA SESSUALE AI MALATI MENTALI SENZA PARTNER—ALBERO ZANINI DA..IL FATTO

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Si chiama lovegiver. Un nome inglese per definire l’assistente sessuale, una figura professionale non ancora riconosciuta in Italia, che aiuta le persone disabili che non…
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Al Senato è ferma una proposta di legge presentata nell’aprile dello scorso anno dal Comitato per l’assistenza sessuale ai disabili e da un gruppo di parlamentari. All’estero è già tutto regolamentato, da noi si arranca tra pregiudizi e lentezze burocratiche 

di  | 10 agosto 2015

Si chiama lovegiver. Un nome inglese per definire l’assistente sessuale, una figura professionale non ancora riconosciuta in Italia, che aiuta le persone disabili che non riescono ad avere un partner a causa di impedimenti fisici o mentali. Una petizione suChange.org, sostenuta da Fabiano Lioi, musicista e attore con l’osteogenesi imperfetta, chiede che venga preso in considerazione il disegno di legge per l’introduzione dei lovegiver, presentato nell’aprile dello scorso anno dal Comitato per l’assistenza sessuale ai disabili e da un gruppo di parlamentari.

L’assistente sessuale, si legge nella petizione, “è uno specialista con una formazione psicologica, sessuologica e medica, in grado di aiutare le persone con disabilità a vivere un’esperienza erotica, sensuale o sessuale, di conoscenza del proprio corpo: come è permesso a qualunque persona”

 

SE TI INTERESSA —CONTINUA NEL LINK:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08/10/assistenza-sessuale-ai-disabili-una-petizione-online-chiede-listituzione-della-figura-del-lovegiver/194764


 

Più informazioni su: Assistenza SessualeDiritti dei DisabiliDisabiliSesso

 

 

 

 

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1 risposta a 14:48 —ASSISTENZA SESSUALE AI DISABILI –CHIARA SI PERMETTE DI AGGIUNGERE : ASSISTENZA SESSUALE AI MALATI MENTALI SENZA PARTNER—ALBERO ZANINI DA..IL FATTO

  1. Chiara Salvini scrive:

    Morto Zapparoli, che era il suo psicoanalista, mi è capitato di avere un paziente in comune con un infermiere psichiatrico già di grande esperienza. Fu così gentile di venirmi a trovare a casa per avere un colloquio: erano 20 anni che seguivo, diciamo, ” Marco” e, ora, mancato il suo analista, ero la persona che aveva più dati e più esperienza con lui. Non ricordo cosa mi disse, voglio però riportare la risposta che diede ad una mia domanda. Chiesi : ” E la vita sessuale di Marco? ” —risposta : ” Ah quella la lascio interamente a lui. Fa parte della sua privacy. ” E dai colloqui che già avevamo avuto sull’argomento e avemmo anche in seguito, mi convinsi che la sua era una sciocchezza, un modo di NON-ACCOMPAGNAM ENTO, UN ABBANDONO DEL PAZIENTE. Sempre a proposito di Marco, i suoi bisogni sessuali erano molto al centro della sua mente, accanto al bisogno che ” gli altri”, cioè la società, parlasse con lui, invece di sistematicamente scartarlo, come facevano gli amici avuti prima della malattia. Il fratello, che curava le sue finanze, ha finito per pagare quattro persone su sette giorni che gli facessero compagnia…in modi vari. Questi malati, a quanto mi consta dal caso, devono essere sempre molto e ricorrere a figure professionali per vive da umani (rapporto con l’altro/ fondamento della nostra umanità. chiara

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