22:56 — CHE COSA CI INSEGNA LA CRISI GRECA —-MASSIMO L. SALVADORI (notizie al fondo)—chiara inizia un commento…che vi prego di continuare voi—intanto notte notte!

 

 

CHE COSA CI INSEGNA LA CRISI GRECA
MASSIMO L. SALVADORI

LA PARABOLA compiuta da Alexis Tsipras da capopopolo — che infiamma una massa esasperata, sfida la Troika roccaforte della plutocrazia, chiama il suo popolo a un referendum invitandolo a votare “ No” agli accordi dettati dai custodi-padroni di un’Unione europea divenuta la cattiva matrigna della Grecia — a uomo di governo che scuote nel profondo fino a dividerlo il partito da lui fondato e di cui era leader unanimemente osannato, non esita a licenziare Yanis Varoufakis che pareva il suo inseparabile Niso, stringe con l’Unione un compromesso che prima aveva denunciato come esecrabile e cambia la sua maggioranza in Parlamento stringendo un suo “patto del Nazareno” con forze già all’opposizione, può sorprendere soltanto i corifei della sinistra- sinistra. I quali vorrebbero che la politica fosse quello che non è, non è mai stata e non può essere: incondizionata testimonianza e asserzione di principi e valori da cui è indegno recedere, rifiuto di aborriti compromessi. Il primo Tsipras entusiasmava e portava ad applaudirlo in Piazza Syntagma ad Atene; il secondo ha confuso e deluso. Il sopravvento ancora una volta della politica come “arte del possibile” — che è la valorizzazione e non il degrado della politica — suscita il loro lamento.
Per richiamare ancora una volta la notissima distinzione indicata da Weber tra “l’etica dei principi”, che si ispira alla massima fai quel che devi e avvenga quel che può, e “l’etica della responsabilità”, vale a dire l’orientamento del leader il quale ritiene proprio compito e dovere prioritario considerare con tutta la necessaria ponderazione le conseguenze delle sue azioni sul destino di chi guida, si deve constatare che Tsipras ha infine scelto quest’ultima. Aveva tentato senza successo una strada e ha finito per optare per un’altra, ritenendola l’unica realisticamente percorribile. Questo il dato di fatto e il passo che lo qualifica come uomo di governo.
Tsipras si è trovato nelle mani un Paese fortemente impoverito, oltre che per le colpe altrui (a partire da quella di chi, tappandosi gli occhi, l’aveva fatto entrare nell’Unione e nella moneta unica in nome della retorica dell’allargamento ad ogni costo), per le proprie in materia istituzionale, fiscale, pensionistica, ecc., frutto di governi incapaci, corrotti e protettori della corruzione che ha inquinato larghi settori della società. Un Paese che non aveva giustificazioni per presentarsi anzitutto come vittima delle oligarchie internazionali (anche se queste sicuramente hanno fatto la loro parte). Sicché, dividendo la maggioranza parlamentare e il suo partito, egli ha dovuto sottostare alle regole-imposizioni che i soggetti più forti dell’Unione gli hanno dettato. E ora respinge i piani dei molteplici movimenti populistici di destra e di sinistra-sinistra che auspicano la destrutturazione della “area euro” e il ritorno alla dracma, alla lira, alla peseta, ecc.
Inutile invocare il diritto di ogni Stato sovrano di autoregolarsi. Poiché in primo luogo i membri dell’Unione delegano a questa in quanto tali quote essenziali di sovranità, in secondo luogo la sovranità di uno Stato nei rapporti internazionali non ha valore — non lo ha mai avuto — in virtù del diritto ma soltanto quando e dove dotata del concreto vigore che deriva dalla solidità della propria economia e dall’efficienza delle istituzioni. Proprio gli elementi di cui gravemente difettava e difetta la Grecia. Se qualcosa la crisi attuale dell’Unione insegna è che al suo interno vigono vistosamente rapporti diseguali di forza tra i membri che la compongono: che inducono gli uni a farsi maestri e tutori degli altri, che fanno sentire assai deboli i vincoli di solidarietà reciproca, che alimentano i complessi di superiorità delle laboriose formiche nei confronti delle cicale sperperatrici.
Comunque, quali che siano le buone o cattive ragioni delle parti in contrasto, un merito bisogna attribuire alla crisi greca: aver messo a nudo il malfunzionamento di un’Unione caduta in una condizione di delegittimazione senza precedenti; dinanzi alla quale sta il dilemma: decadenza o rinascita, chiusura nei propri limiti — il che è dire perdita di ogni residuo prestigio — oppure un deciso cambiamento qualitativo. In questo contesto lo Tsipras che lotta per portare il suo Paese fuori da una situazione che lo sta affondando, che chiama il suo popolo ad abbandonare la comprensibile ma sterile protesta di piazza, che ha assunto il ruolo del leader di partito e dell’uomo di governo insieme determinato e responsabile, sta offrendo una prova che è una sfida per la Grecia e per l’intera Unione. Se dovesse fallire, i Paesi-formiche non potrebbero illudersi di uscire indenni da un naufragio che sarebbe generale.
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La parabola compiuta da Tsipras da capopopolo a uomo di governo non sorprende
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Le difficoltà di Atene hanno messo a nudo l’Unione europea
Massimo Luigi Salvadori, spesso citato come Massimo L. Salvadori (Ivrea23 settembre 1936), è uno storicopolitico italiano (vedi sotto). 

Professore emerito dell’Università di Torino, ordinario di Storia delle dottrine politiche, è autore di numerosi volumi di storia con argomenti prevalenti il Novecento italiano, l’evoluzione ed i problemi della sinistra e della democrazia in generale.

Eletto deputato per il Partito Democratico della Sinistra nella XI Legislatura (19921994), è stato vicepresidente della III Commissione Esteri della Camera dei Deputati.

Socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Torino dal 1980, è dal 1997 socio nazionale residente nella classe di Scienze morali, storiche e filologiche (VIENE SPIEGATO, MA NON HO LETTO, NELLO STATUTO DELL’ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI TORINO—per chi vuole o volesse:  http://www.accademiadellescienze.it/accademia/statuto .

Collabora con il quotidiano la Repubblica.

 

 

 

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3 risposte a 22:56 — CHE COSA CI INSEGNA LA CRISI GRECA —-MASSIMO L. SALVADORI (notizie al fondo)—chiara inizia un commento…che vi prego di continuare voi—intanto notte notte!

  1. Chiara Salvini scrive:

    chiara: pare che il succo Europa- crisi greca si sciolga (vi piace? volete aggiungere “in bocca”? ) in due posizione che al momento paiono opposte :

    1. l’Europa ha vinto ed è diventata + forte —
    2. chi ha vinto alla fin della fiera per ora non si sa; pieno accordo con lo storico Salvadori che all’Europa la Grecia, in particolare Varoufakis, ha tolta ogni pompa per dire idealità, ogni possibile illusione operare per un bene comune; si è rivelata per quello che forse da tempo è : una polifinanziaria con azionisti non solo disomogenei, ma in lotta fra loro per il predominio.

    Intanto “la crisi greca”, sei mesi di trattative che hanno ancor più peggiorata la condiz

  2. Donatella scrive:

    E’ difficile non essere d’accordo con Massimo Salvadori. Non credo che Tsipras da capopopolo sia diventato un politico pragmatico e responsabile: penso che lo sia sempre stato ( politico pragamatico e responsabile). Forse , probabilmente mi sbaglio, ma mi sembra una persona onesta, che non ha paura di dovere cambiare linea se lo fa per il bene ( o male minore) per il popolo greco. Non vedo la stessa onestà in molti politici italiani.

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