10:08 —SAMARCANDA DI VECCHIONI –MAI COSI’ “ISTRUITA”! –LEGGETE! .–MA SUBITO UNA PERLA DI ORIENTE (FAVOLA) CHE MERITA VARIE INTERPRETAZIONI…Ragazzi in tutti i giri le stelle, anche nell’epoca BING GANG (LASCIO!), non è mai assolutamente successo che al venerdì di passione —caldo ecc. —non seguisse il SABATO E LA DOMENICA! Fidatevi, chiara // grazie a PALLE DI MOZART DA BOLOGNA! Se ci passassi la tua cultura, noi aggiungeremmo al nostro (solo musica) un blog intitolato LE PALLE DI BEETHOVEN—no battuta carina? Pace a tutti con pazienza!

 

https://www.youtube.com/watch?v=INvF-dG75Oc

 

 

ultima di Samarcanda

 

BING BANG—e prima di tutto!

 

 

 

[Chi parla è la Morte]
C’era a Baghdad un mercante che mandò il suo servo al mercato per fare acquisti. Ma il servo ritornò subito, pallido e tremante, e disse: “Padrone, poco fa, mentre ero al mercato, sono stato urtato da una donna nella folla, e quando mi sono voltato mi sono accorto che era stata la Morte ad urtarmi. Mi ha guardato e mi ha fatto un gesto minaccioso, quindi, ti supplico, prestami il tuo cavallo ed io fuggirò e scamperò al mio destino. Andrò a Samarra, dove la morte non potrà trovarmi.” Il mercante gli prestò il suo cavallo, e il servo montò in sella e piantò gli speroni nei fianchi della bestia che partì al galoppo più veloce che poteva. Allora il mercante si recò alla piazza del mercato, mi scorse fra la folla: “Perchè stamane hai fatto un gesto minaccioso al mio servo?” – mi chiese avvicinandosi – ” Il mio gesto non era di minaccia, bensì di sorpresa” risposi. “Ero stupita di vederlo a Baghdad visto che ho un appuntamento col lui questa notte a Samarra”

 

 

 

 

[1977]
Testo e musica di Roberto Vecchioni
Lyrics and music by Roberto Vecchioni
Album: Samarcanda

Samarcanda

http://www.antiwarsongs.org/–” cercate “canzoni contro la guerra”  —IL PIU’ BEL SITO DEL MONDO!

 

Samarcanda nasce in un periodo storico tormentato, nel pieno degli anni di piombo (1976-77).

La canzone che dà il titolo all’LP è stata spesso travisata o proprio non capita dal pubblico. Il tema è una leggenda che Vecchioni trova in John O’Hara (Appointment in Samarra, dove Samarra sta per Samarcanda). Un’antica storia dei paesi arabi racconta che un giorno un servo incontrò la Morte al mercato del paese. Corse dal padrone e gli chiese un cavallo veloce per fuggire dalla nera signora, alla volta di Samarcanda, cioè lontano da lei. Il padrone acconsentì, poi scese al mercato e domandò alla Morte perché avesse spaventato il servo. La Morte candidamente rispose: “Non l’ho spaventato, ero solo stupita perché lo aspettavo stasera a Samarcanda”. Roberto cambia solo i protagonisti: il servo diventa un soldato, il padrone un re. Dopo anni di ascolto, ho recentemente avuto un’illuminazione su questa canzone: quel tremendo “oh oh cavallo” che, agli occhi dei più, l’ha fatta sembrare una canzonetta, è fondamentale per cogliere a fine canzone lo spirito del soldato. “Corri cavallo, corri di là, ho cantato insieme a te tutta la notte, corri come il vento che ci arriverà”. E’ una fuga disperata. Se è vero che la Morte lo aspetta a Samarcanda, il soldato non le va incontro sorridente, ma continua a fuggire, per non rinunciare alla sua vita: è l’istinto di sopravvivenza, l’aspirazione all’eternità insita in ogni uomo. Molti anni dopo Roberto canterà: “ma non lo senti che è più forte la vita della morte?”.

Non tutti forse sanno che Samarcanda non inizia con “Ridere ridere ridere ancora…”: nella versione originale c’è un prologo recitato dalle coriste Naimy Hackett e Leona Laviscount: “C’era una grande festa nella capitale perchè la guerra era finita. I soldati erano tornati tutti a casa e avevano gettato le divise. Per la strada si ballava e si beveva vino, i musicanti suonavano senza interruzione. Era primavera e le donne finalmente potevano, dopo tanti anni, riabbracciare i loro uomini. All’alba furono spenti i falò e fu proprio allora che tra la folla, per un momento, a un soldato parve di vedere una donna vestita di nero che lo guardava con occhi cattivi.” Consiglio di ascoltarla in versione studio. Dopo il prologo parte, solista, il violino di Angelo Branduardi.

Da Palle di Mozart – Foglio di idee gratuite. Nato dall’idea degli studenti di Lettere di Bologna, creato per loro, aperto a tutti.

 

 

 

testo

 

There was a big celebration in the capital
‘cause the war is finally over
The soldiers had come home
and they’d taken off their uniforms.
In the street they were dancing and wining
The musicians played on and on
It was spring, and women could finally hug their men..”

“C’era una grande festa nella capitale
perché la guerra era finita. I soldati
erano tornati tutti a casa
e avevano gettato le divise.
Per la strada si ballava e si beveva vino;
i musicanti suonavano senza interruzione.
Era primavera e le donne finalmente potevano,
dopo tanti anni, riabbracciare
i loro uomini. All’alba furono spenti i falò
e fu proprio allora che tra la
folla, per un momento, a un soldato
parve di vedere una donna vestita di nero
che lo guardava con occhi cattivi”

Ridere, ridere, ridere ancora,
ora la guerra paura non fa
brucian le divise dentro il fuoco la sera
brucia nella gola vino a sazietà.
Musica di tamburelli fino all’aurora
il soldato che tutta la notte ballò
vide tra la folla quella nera signora
vide che guardava lui e si spaventò:
– Salvami, salvami, grande sovrano
fammi fuggire, fuggire di qua
alla parata lei mi stava vicino
e mi guardava con malignità -.
«Dategli, dategli un animale
figlio del lampo, degno di un re
Presto, più presto perché possa scappare,
dategli la bestia più veloce che c’è».
– Corri cavallo, corri ti prego
fino a Samarcanda io ti guiderò
non ti fermare, vola ti prego
corri come il vento che mi salverò.
Oh oh cavallo, o-oh cavallo,
oh oh cavallo, o-oh cavallo, oh oh. –

Fiumi, poi campi, poi l’alba era viola
bianche le torri che infine toccò,
ma c’era tra la folla quella nera signora
e stanco di fuggire la sua testa chinò:
– Eri fra la gente nella capitale
so che mi guardavi con malignità
son scappato in mezzo ai grilli e alle cicale,
son scappato via ma ti ritrovo qua –
«Sbagli t’inganni ti sbagli soldato
io non ti guardavo con malignità
era solamente uno sguardo stupito,
cosa ci facevi l’altro ieri là?
T’aspettavo qui per oggi a Samarcanda
eri lontanissimo due giorni fa,
ho temuto che per ascoltar la banda
non facessi in tempo ad arrivare qua».
– Non è poi così lontano Samarcanda
corri cavallo, corri di là
ho cantato insieme a te tutta la notte
corri come il vento che ci arriverà.
Oh oh cavallo, o-oh cavallo,
oh oh cavallo, o-oh cavallo, oh oh -.

inviata da giorgio – 3/9/2008 – 19:55


 

 

“The Appointment in Samarra”, as retold by William Somerset Maugham, 1933.

[The speaker is Death]
There was a merchant in Bagdad who sent his servant to market to buy provisions and in a little while the servant came back, white and trembling, and said, “Master, just now when I was in the marketplace I was jostled by a woman in the crowd and when I turned I saw it was Death that jostled me. She looked at me and made a threatening gesture, now, lend me your horse, and I will ride away from this city and avoid my fate. I will go to Samarra and there Death will not find me.” The merchant lent him his horse, and the servant mounted it, and he dug his spurs in its flanks and as fast as the horse could gallop he went. Then the merchant went down to the marketplace and he saw me standing in the crowd and he came to me and said, “Why did you make a threating getsture to my servant when you saw him this morning?” – “That was not a threatening gesture”, I said, “it was only a start of surprise. I was astonished to see him in Bagdad, for I had an appointment with him tonight in Samarra.”

“Appuntamento a Samarra”, antica leggenda babilonese come raccontata dallo scrittore inglese William Somerset Maugham nel 1933.

[Chi parla è la Morte]
C’era a Baghdad un mercante che mandò il suo servo al mercato per fare acquisti. Ma il servo ritornò subito, pallido e tremante, e disse: “Padrone, poco fa, mentre ero al mercato, sono stato urtato da una donna nella folla, e quando mi sono voltato mi sono accorto che era stata la Morte ad urtarmi. Mi ha guardato e mi ha fatto un gesto minaccioso, quindi, ti supplico, prestami il tuo cavallo ed io fuggirò e scamperò al mio destino. Andrò a Samarra, dove la morte non potrà trovarmi.” Il mercante gli prestò il suo cavallo, e il servo montò in sella e piantò gli speroni nei fianchi della bestia che partì al galoppo più veloce che poteva. Allora il mercante si recò alla piazza del mercato, mi scorse fra la folla: “Perchè stamane hai fatto un gesto minaccioso al mio servo?” – mi chiese avvicinandosi – ” Il mio gesto non era di minaccia, bensì di sorpresa” risposi. “Ero stupita di vederlo a Baghdad visto che ho un appuntamento col lui questa notte a Samarra”

*

Ho voluto riportare questa antica leggenda babilonese, come raccontata dallo scrittore inglese William Somerset Maugham nel 1933, perché è questo il passo che nel film di Brian De Palma “Redacted” (2007) un soldato statunitense di stanza a Samarra, a nord di Baghdad, legge ad un suo commilitone. E intorno a questa brevissima novella (riportata in epigrafe nell’omonimo romanzo dello scrittore americano John O’Hara) si dipana la storia, che è quella della strage di Mahmudiyah.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

come potete immaginarvi, ci sono pronti mille viaggi per percorrere “la via della seta” fino a Samarcanda!  Ma ragazzi, questa via si fermava qui. ?  E in Cina chi ci andava?

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