SU BUDDHA, c’è una favoletta che si racconta. Prima di chiamarsi “Buddha”, mi pare l’Illuminato, era principe di una provincia dell’India che viveva “chiuso” nel suo regno (che avrà avuto chilometri di parco e animali) per volontà dei genitori che avevano giurato di impedirgli di soffrire e quindi anche la conoscenza del dolore sul volto di altri. Forse lì c’era un vero paradiso, ma forse anche tutti ridevano il falso. Aveva già una sposa. Me un giorno, per qualche ragione che non sappiamo, scappò di casa. Vide il paese e il dolore di tanti tantissimi intorno a lui. Di qui gli apparve nella mente una luce che piano piano sempre più forte lo condurrà ad essere l’Illuminato per tutti i tempi avvenire e passati. Ho verificato, è giusto : il Buddha storico vive tra il VI secolo e il V —attenzione! Avanti Cristo!
guardate che raffinatissima scultura rappresentante Buddha proviene dall‘
Arte Gandhara—calma, la vedremo, se i Talebani non l’hanno distrutta tutta–
Io non conosco nessuna preghiera più bella di quella con cui si concludevano gli antichi spettacoli dell’India: “Possano tutti gli esseri viventi restare liberi dal dolore”.
Arthur Schopenhauer