ORE 11:07 PER CHI ANCORA NON LO CONOSCESSE —ABBIAMO L’ONORE DI PRESENTARVI IL GIORNALISTA PAKISTANO/ OGGI ANGLO –AHMED RASHID! IL SUO LIBRO “TALEBANI” USCITO IN ITA NEL 2001 “CI HA INGRANDITO LA TESTA”! +++

 

 

SOTTO: LA FELICITA’ DI UN INTERVISTA-VIDEO E TRADOTTO/ FELTRINELLI PER L’USCITA  DI “CAOS  ASIA”– PER I MAGICI CHE CAPISCONO L’INGLESE PARLATO: COME SAPRETE, SU YOUTUBE C’E’ UNA VALANGA DI INTERVISTE AD AHMED RASHID ED ALTRI; C’E’ ADDIRITTURA UN PROGRAMMA : “CONVERSAZIONI CON LA STORIA”

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Ahmed Rashid: “I miliziani dello Stato Islamico sono più pericolosi di al-Qaeda. Ora serve una strategia globale”

Intervista allo studioso anglo-pakistano, esperto di Islam radicale: “Il loro obiettivo è dominare il Medio Oriente. I jihadisti europei sono figli di un multiculturalismo applicato male. E c’è il rischio che compiano attacchi suicidi in Occidente”

di ANTONELLO GUERRERA

23 agosto 2014

Ahmed Rashid: "I miliziani dello Stato Islamico sono più pericolosi di al-Qaeda. Ora serve una strategia globale"“Lo Stato Islamico è una minaccia peggiore di al-Qaeda. E i jihadisti inglesi sono figli di un multiculturalismo applicato male. Ora, contro l’Is, è necessaria un’alleanza dell’Occidente con Arabia Saudita e Iran”. Per l’anglo-pakistano Ahmed Rashid, tra i massimi esperti di Islam radicale e autore di Talebani(Feltrinelli) e Jihad (Yale U. Press), non c’è più tempo da perdere. 

Signor Rashid, come rimuovere il “cancro” dell’Is (Obama dixit) dopo la brutale esecuzione di James Foley?
“Serve una nuova strategia globale. Lo Stato islamico è il peggior gruppo estremista islamico, nessuno si era macchiato di crimini così gravi, vedi i massacri contro cristiani e yazidi”.

Una strategia di che tipo?
“È cruciale coinvolgere l’Arabia Saudita (wahabita, una branca estremista del sunnismo, ndr) e l’Iran (sciita). Questi paesi dovranno essere i pilastri di una nuova alleanza tra stati arabi e Occidente per sconfiggere l’Is”.

Ma l’Iran avrebbe già chiesto in cambio l’ok al suo programma nucleare. Quanto è realistico uno scenario del genere?
“Più di quanto creda. I sunniti radicali dell’Is sono una minaccia troppo grande anche per i paesi del Golfo e Teheran”.

Al di là della diplomazia, i raid aerei degli Usa e le forze curdoirachene sul campo sono sufficienti per sconfiggere lo Stato islamico?
“Solo se contribuissero ai raid anche i paesi arabi, specialmente quelli del Golfo, come accaduto durante la Prima guerra irachena nel ’90. Darebbe legittimità e sostanza all’intervento contro i jihadisti. Ma escluderei un intervento di terra. Almeno per ora”.

Che differenza c’è tra al-Qaeda e l’Is?
“Lo Stato Islamico è più pericoloso di al-Qaeda, perché pianifica dei veri e propri genocidi. Anche il sunnita Bin Laden non amava sciiti e altre minoranze, ma mai si era spinto a tanto. E poi ci sono altre due differenze sostanziali”.

Quali?
“Allo Stato Islamico non interessa, come ad al-Qaeda, realizzare attentati spettacolari in Europa o Usa. L’esecuzione di Foley è “solo” una risposta all’ultima offensiva aerea americana sull’Iraq. L’Is detiene un sacco di ostaggi occidentali e, al momento, questa è la loro vera, orrida arma contro Stati Uniti e Ue. E purtroppo ne uccideranno altri. Comprano ostaggi in Iraq e in Siria per consolidare le conquiste effettuate. Perché, e questa è l’altra differenza da al-Qaeda, l’Is vuole costruire un vero Stato”.

Però i suoi miliziani postano foto e video sui social network terrorizzando gli occidentali con frasi come “stiamo venendo a prendervi”. Solo propaganda o tragico presagio?
“In linea di massima, l’Is vuole “solo” spaventare: il suo vero obiettivo è dominare il Medio Oriente. Ma certo, i jihadisti europei reduci da Siria e Iraq saranno un grosso problema. Quelli, sì, come singoli, potrebbero creare guai molto seri. E organizzare attentati, anche suicidi, senza l’Is come mandante”.

Perché secondo lei un ragazzo nato in Inghilterra, vedi il boia “John”, sceglie la guerra santa?
“Il successo dello Stato Islamico attira sempre più seguaci musulmani. Anche perché molti di loro non se la passano bene in Occidente: crisi, alienazione, disoccupazione, gap tra ricchi e poveri sempre più ampio. Sono cose che scatenano rabbia e violenza in tutti i giovani, anche non islamici. E poi c’è un problema tutto britannico. E cioè un multiculturalismo applicato molto male: si sono accolte tante culture senza insegnar loro quella britannica. Molti ragazzi oltremanica non parlano nemmeno l’inglese. È stato un errore gravissimo”.

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