NE ABBIAMO GIA’ PARLATO QUI_-INTERVISTA (di un PEDANTE) ALLA SORELLA, COMMENTATA DA GADDA –L’INFANZIA, LA SCUOLA, LA MADRE SOPRATTUTTO–l’ingenieria…
https://www.neldeliriononeromaisola.it/2013/09/51411/
UN ALPINO “ESPRESSIVO” (ULTIMA FOTO)/ nella guerra –mentre ancora doveva combattere- ha perso un fratello per il quale aveva un affetto paterno, di protezione, del resto come con tutti gli altri fratelli e sorelle ( essendo il maggiore, ma soprattutto era tipo di carattere )
Giornale di guerra e di prigionia, Firenze, Sansoni, 1955; Torino, Einaudi, 1965
1934 se non sbaglio–
VERSO GLI ULTIMI ANNI ERA MOLTO SOLO –
e forse malato “di persecuzione” // come riferisce Pietro Citati, che era diventato il suo factotum —le parole della sorella, (LINK sopra) fanno veramente capire “quanto poco poteva essere compreso e accettato in casa” + il disinteresse che, forse arriva forte, quando “non ci si incontra” . E’ la solita storia: due codici diversi si scontrano o, in questo caso, si allontanano perché non hanno come decodificarsi reciprocamente–Ma con sicurezza, Gadda era un persona ” fuori del normale” (nei vari sensi) E, CAPIRLO !
LA RIVISTA DI STUDI SU GADDA DI EDIMBURGO, diretta da Federica G. Pedriali–
Non ci crederete, ma pubblica i testi dell’ autore in originale! I testi completi, voglio dire! Ragazzi, cosa dobbiamo fare, la Scozia pare che sia verdissima e piena di castelli..
Come lavoro / C. E. Gadda
(SOTT. INCLINATE del blog, nella speranza di aiutare la lettura )
Come non lavoro. Che dà egual frutto, a momenti, nella vicenda oscillante d’uno spirito fugitivo e aleatorio, chiamato dall’improbabile altrettanto e forse più che dal probabile: da una puerizia atterrita e dal dolore e dalla disciplina militare e di scuola delabante poi verso il nulla, col suo tesoro d’oscurità e d’incertezze. Una confessione, circa i problemi d’officina, o le angosce o i ragnateli d’officina, comporta di necessità dei riferimenti a una vita, a una biografia interna ed esterna, si ingrana in una gnoseologia (conoscenza) e in un’etica, nel mio caso molto più poveramente e meno felicemente che in altri in una esigua e frammentaria poetica: che il deflusso parallelo della mia vita e non vita ha reliquato, sì sì reliquato, frusaglia più o meno inutile, alle sponde del tempo consunto. Pazienterete degli accenni: dovrò stare in sugli schemi. Dovrò, biografando, sorvolare pruni, spini, certe ombre più grevi. Non tutto il dolore è dicibile, non tutto il male e l’orrore: e il Walalla aspetta (che aspetti pure!) un bel busto di stucco. Non voglio deludere i bidelli del Walalla: avanti, dunque, con quella mezza dozzina di verità e con quelle due dozzine di mezze bugie che, mi son rimaste, in comestibili briciole, nel mio tascapane di soldato, di ferito.
—il nostro blog si fermerebbe qui. E’ un esercizio ? Be’, Gadda “bisogna meritarselo” con studi ed esperienze, come sarebbe questo piccolo lavoro proposto–dobbiamo “imparare ” il suo linguaggio che…e’ difficile–
— in I viaggi la morte, op. cit., p. 435.
Gadda, Carlo Emilio (1958), I viaggi, la morte, Milano, Garzanti.
(Gadda nasce nel 1893
a chi interessa il sito—che oltre a pubblicare vari testi critici-—pubblica i testi perché gli altri possano usufruirne.
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