ore 22:31 ANTONIO MORESCO –TIPO INTERVISTA –DA FIABA D’AMORE AGLI INCREATI– sotto chi è l’autore (da wikipedia)

 

 

 

 

qui trovate una vera e  placida intervista che forse vale la pena

http://www.raccontopostmoderno.com/2011/05/intervista-ad-antonio-moresco/

 

Nuovo articolo su Le parole e le cose

Da Fiaba d’amore agli Increati. Intervista a Antonio Moresco

by Le parole e le cose

a cura di Vanni Santoni

[Una parte di questa intervista è uscita sul dorso toscano del «Corriere della Sera». Ho ritenuto opportuno, in questa versione integrale, rimuovere le domande onde lasciare maggior forza e organicità al flusso delle risposte (Vanni Santoni)].

Fiaba d’amore è un piccolo romanzo che mi è uscito di getto, non solo dalla testa ma anche dalla pancia e dal cuore. Il suo passo è diretto e rapido, la sua scrittura è semplice, ma le cose che vi sono evocate sono portanti e decisive per la nostra vita, e vanno anche oltre, al di là di se stesse. Se fossi un musicista del passato, direi che, rispetto ai miei libri più vasti (Gli esordi, Canti del caos) questo libro è come una sonata o un quartetto d’archi rispetto a una sinfonia o a una messa. Perché certe volte c’è anche bisogno di abbandonarsi al canto breve e intenso, all’espressione concisa ma lancinante, se vivi la tua vita di scrittore come traboccamento e qualcosa che non era previsto erompe da te senza chiederti il permesso. Però Fiaba d’amore è anche un satellite, un pezzo che si è staccato dal più grande romanzo che sto scrivendo e ha preso vita propria e autonoma.

Negli Increati c’è qualcosa di tutto quanto ho scritto finora, quindi anche di questa Fiaba d’amore e dell’elemento in cui si muove, che è appunto l’amore. Con amore non intendo quella piccola cosa orizzontale che viene in genere indicata con questa parola, che in questa epoca è logorata dall’uso e vuole dire tutto e non vuole dire niente, ma una cosa molto più verticale e inattuale, una cruna, qualcosa che ha a che vedere con l’esplorazione e con l’invenzione, con l’irruzione dell’impossibile nella vita. Leggi il resto dell’articolo

 

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Antonio Moresco (Mantova30 ottobre1947) è uno scrittore italiano, autore di opere narrativeteatralisaggistiche.

Dopo un’infanzia segnata dall’esperienza del collegio religioso e una lunga militanza nella sinistra extraparlamentare (entrambe narrate in forma trasfigurata nelle prime due parti del romanzo Gli esordi), verso la fine degli anni Settanta ha intrapreso un sofferto apprendistato letterario, protrattosi per quindici anni e terminato con la pubblicazione nel 1993 dei tre racconti di Clandestinità. Nel 1995 pubblica il romanzo breve La cipolla, che insieme al precedente e a tre racconti inediti sarà ripubblicato anni dopo nel volume Il combattimento (2012).

I suoi romanzi maggiori, dopo essere stati rifiutati da numerosi editori, hanno trovato diffusione solo nell’ultima parte della sua carriera letteraria. La sua opera ruota attorno alla monumentale trilogia dal titoloL’increato, che comprende Gli esordi (pubblicato da Feltrinelli nel 1998 e riedito da Mondadori nel 2011), Canti del caos (che dopo una complessa storia editoriale, con la prima parte edita da Feltrinelli nel 2001 e la seconda da Rizzoli nel 2003, viene pubblicato in versione completa da Mondadori nel 2009) e Gli increati, che costituirà la conclusione e il compimento ultimo del ciclo, la cui uscita è prevista per la primavera 2015.

Tra gli altri scritti principali si ricordano la raccolta di lettere non spedite Lettere a nessuno (1997, ripubblicata con ampie aggiunte nel 2008), che documenta i suoi difficili rapporti con l’industria letteraria, la breve biografia Zio Demostene (2005, poi ampliata e ripubblicata con il titolo I randagi) e il romanzo Gli incendiati (2010), affine per contenuti e stile ai romanzi della trilogia. Con Le favole della Maria (2007) ha vinto ilPremio Andersen 2008 per la sezione “Miglior libro 6/9 anni”. Nel 2013 pubblica La lucina, a cui segue nel 2014 Fiaba d’amore.

È attivo anche nel campo dell’animazione culturale: nel novembre del 2001 ha organizzato con Dario Voltolini un incontro-confronto tra scrittori e intellettuali dal titolo Scrivere sul fronte occidentale; sempre con Voltolini ha poi curato l’antologia omonima che da quell’incontro è scaturita (Feltrinelli, 2002). Nel 2003 è stato tra i fondatori del blog collettivo Nazione Indiana (sua è l’idea del nome), da cui è uscito con altri membri nel 2005 per fondare la rivista telematica e cartacea Il primo amore.

Risale al 2011 l’intrapresa di Cammina cammina, 44 giorni a piedi da MilanoNapoli Scampia, esperienza da cui è tratto un testo pubblicato nell’omonimo libro. L’anno successivo, dopo il cammino Stella d’Italia, al quale partecipano più di 1000 persone, promuove il volume Stella d’Italia. A piedi per ricucire il Paese. Nel 2013 partecipa a Freccia d’Europa percorrendo con altri camminatori più di 1170 chilometri, da Mantova aStrasburgo, per consegnare al Parlamento Europeo un messaggio scritto durante il cammino. Nel 2014 fonda l’associazione Repubblica Nomade dopo 15 giorni di cammino attraverso la Sicilia.(wikipedia)

 

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1 risposta a ore 22:31 ANTONIO MORESCO –TIPO INTERVISTA –DA FIABA D’AMORE AGLI INCREATI– sotto chi è l’autore (da wikipedia)

  1. antonio sagredo scrive:

    Gentile Ennio, Ti ringrazio, ma non saprei come rispondere a questo Palmieri, poi che non sono bravo al computer,
    e poi che per quanto mi riguarda è complicato entrare nel loro labirinto… e vi è un elenco di sedicenti poeti e scrittori… salverei soltanto Antonio Moresco, gli altri in pasto ai cani!
    —————————————————
    Allora, Ennio Abate, di questo in passato ne abbiamo parlato diffusamente: io sto tra il gioco e il capriccio! Nulla di personale con nessuno e nemmeno con me stesso. Già immaginavo la Tua risposta che poi sarebbe stata in ciò che mi hai scritto: parola per parola. Conosco i congegni mentali dei miei interlocutori e purtroppo conosco anche il mio congegno/strumento. Dunque non Ti assillare più di tanto e non entrare in discussione con gli sciocchi come me: non ne vale la pena! Non t’accendere e non dire di musei e imbalsamati: tiro diritto tra gessi e muffe e sedicenti rivoluzioni linguistiche… in pasto ai cani? Allora ho fatto un calcolo: da noi in Italia intendo vi sono 5 milioni di poeti: i Poeti sono il 99,9999 % ….. periodico! Che dobbiamo farne di questa materia in putrefazione: già Ti scrissi che la Poesia per sopravvivere deve essere centinaia di volte più spietata della realtà e dei Poteri che in essa potenzialmente o no si nascondono: Quelli, i poetucoli, non hanno scampo! La critica è merda! Io la mia ciambella me la son fatta da solo per salvarmi, altri non sono capaci di costruirsela nemmeno! Ho fatto il nome di Moresco perché quand’era giovane scribacchiava benino, ed era il migliore tra i pessimi! Ora, Ti ripeto, quando scrivo a Te in quei termini devi comprendere il mio disagio, che ancora esiste, e che non sarà più quando il mio corpo cederà… confido che quanto scritto ha un certo valore poi che so distinguere la mia e quella di pochi altri come Poesia davanti alla poltiglia. Non mi scrivere con astio bencelato/malcelato!
    ————————
    un dono per Antonio…:

    Il libro… oggi

    Il libro aprì le mie mani per segnarmi come un monatto irriverente,
    nella mia mente avvilita i misteri della metonimia antica,
    e quella malattia che traverso il nome si chiama, se volete, Poesia.
    Sorrise il lucido dorsale per mostrarmi la sua identità cartacea.

    E mi sfogliò le epoche come uno stregone distilla il suo veleno cortigiano.
    Mi accecò come un bardo la parola per cantare la mia corteccia irrazionale.
    Il furore dell’infanzia esondò come la bellezza di Rosalia!
    Come la beatitudine di Smeralda inquisì lo spasimo della materia!

    Per coprire d’oscurità i triviali segreti celebrò le distinzioni delle pagine
    con le affilate misture di Salafia, e gli spettri delle sue formule
    per vincere d’immortalità i suoi sembianti. Per il trionfo della maschera
    il trucco di una pelle si ritirò sdegnoso dietro la propria inconsistenza.

    Il libro… oggi, è un cavaliere insopportabile e vincente.
    La macchina non ha piedi, né cammini tracciati dai sentieri,
    e passi tardi e lenti per stampare i tempi e gli ignobili pensieri.
    Come un geniale attore che alle scene assegna gli atti, i gesti, e i fallimenti.

    Antonio Sagredo

    Roma, 5/12 novembre 2011

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