DAL NOSTRO BLOG:
manuel garcia:
messaggio diretto al Presidente:
“con rispetto e carinho (=con gentilezza): la gente qui sta male–“
Canzone : “Il Vecchio Comunista”
https://www.youtube.com/watch?v=dXq46V4LoQI
Manuel García:El Viejo Comunista Lyrics
Mientras buena lluvia cae afuera
Con voz desnuda, el viejo piensa
Porque coinciden en su ventana
Palomas grises con la pena que fumara
Palomas grises con la pena que fumara
Tornan sus ojos a un día lejos
Cuando a un libro, un verso, a una muchacha, un pensamiento
Cuando a un libro, un verso, a una muchacha, un pensamiento
Cree que ya nada lo sorprende
Que se curó de espanto, desgastó el llanto
Se curó de espanto, desgastó el llanto
Recordó canciones que cantaba
Y conversaciones con amigos hasta el alba
Y conversaciones con amigos hasta el alba
Recordó la esquina de su casa
Cuando dijo adiós y vio a su madre que lloraba
Cuando dijo adiós y vio a su madre que lloraba
Y ahora en sus ojos también llueve
Pues le sorprende que aún le duele
Los años, la vida, su amor
Los años, la vida, su amor
Ohh ohh aun le duele
Ohh ohh aun le duele
Ohh ohh aun le duele
Ohh ohh aun le duele
BLOG la biblioteca di Alessandria—
http://diffusionecultura.blogspot.it/
Siamo a 40 anni di distanza dal sanguinoso colpo di stato appoggiato
dagli Stati Uniti. Quello che depose Salvador Allende, che nel blitz
al palazzo presidenziale perse la vita. Quello che rinchiuse nello stadio
della capitale 5 mila attivisti politici di sinistra, tra cui Victor Jara,
uno dei più grandi cantautori latinoamericani, torturato e ucciso
pochi giorni dopo. Quello che sterminò tutta la cultura cilena,
perseguitò e vessò il poeta Pablo Neruda, che morì prima di
poter espatriare. Quello che soffocò il movimento culturale e
musicale nella Nueva Cancion Chilena (Ncch), legato
indissolubilmente a doppio filo con la campagna politica di Salvador Allende
(continua al link sotto perché non mi sta nella pagina)
CILE -MUSICA-RITORNO-AL-PASSATO
http://diffusionecultura.blogspot.it/2014/04/cile-musica-ritorno-al-passato.html
Nessuno si ricorda di quelli che scioccamente profusero la loro vita perché il mondo fosse meno brutto, gli uomini meno cattivi, la società meno infernale. Sono morti perché non si sono arresi alla brutalità del più forte, non hanno voluto vivere in un incubo di odio e di sopraffazione. Sono morti nel dolore e nel disprezzo, nell’indifferenza di quelli che odiavano la vita, la sua bellezza, la sua libertà. Chissà se nel momento della loro capriola nell’eternità avranno guardato con pena quelli che rimanevano o avranno maledetto la propria coscienza.