ore 00:13 “C’è una capacità che accomuna gli esseri umani agli uccelli, rispetto a diverse altre specie: il linguaggio” –da donatella d’imporzano e, se proprio volete, insistendo, da IL FATTO!

foto di donatella : “Primavera!”

“Pensa allo sforzo di quella fogliolina”

 

[audio:https://www.neldeliriononeromaisola.it/wp-content/uploads/2015/01/SUONI-DELLA-NATURA-CINGUETTIO-DI-UCCELLI.mp3|titles=SUONI DELLA NATURA – CINGUETTIO DI UCCELLI]

 

 

“C’è una capacità che accomuna gli esseri umani agli uccelli, rispetto

a diverse altre specie: il linguaggio. In particolare, a renderci
cugini alla lontana dei volatili sono più di 50 geni trovati nel
genoma degli uccelli più canterini, sorprendentemente simili a quelli
che permettono agli esseri umani di parlare. A rivelarlo sono otto
studi incentrati sulla similitudine tra parole e cinguettii, parte di
una serie di 20 pubblicati su “Science”, “Genome Biology”,
“GigaScience” ed altri giornali, condotti per decodificare l’intero
corredo genetico di 48 specie di pennuti, dai più piccoli volatili ai
pinguini. I ricercatori già sapevano che una buona parte di volatili
comunica mediante vocalizzazioni e canti tramandati da un esemplare
all’altro tramite un meccanismo di apprendimento. Ma quel che non
immaginavano è che proprio questi uccelli canterini, capaci di
imparare suoni, hanno un set di geni molto simile a quello che negli
esseri umani è alla base della parola. Geni così, ad esempio, non si
trovano nel DNA dei primati che non hanno sviluppato un linguaggio.


“Ciò vuol dire che, per quanto riguarda questa capacità, siamo
incredibilmente più simili a dei volatili che non alle nostre cugine
scimmie”, ha spiegato Erich Jarvis, neuroscienziato dell Duke
University di Dhuram in North Carolina, il cui nome appare in oltre
venti degli studi sopra citati. ” Più nello specifico si tratta di
geni coinvolti nella formazione di connessioni tra i neuroni della
corteccia motoria e quelli che controllano i muscoli che producono il
suono che esce dalla nostra bocca”. Queste ricerche potrebbero essere
utili anche a comprendere meglio la capacità, tutta umana, di parlare.
” E’ facile immaginare che i cinguettii degli uccelli possano essere
in qualche modo simili a dei discorsi di esseri umani. Ma ora sappiamo
che alla base di questa similitudine c’è la genetica”, ha spiegato il
ricercatore. ” La parola è difficilissima da studiare direttamente nel
cervello umano, e gli altri modelli animali noti, come balene ed
elefanti, sono decisamente difficili da portare in laboratorio”, ha
poi concluso Jarvis. “Ora che sappiamo che a livello genetico ciò che
permette agli uccelli di cantare è simile a ciò che permette a noi di
parlare, abbiamo a disposizione il miglior

modello di sempre”.

 

 

Da “Il Fatto Quotidiano”, lunedì 15 dicembre 2014 pag.17:


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