ORE 22:14 FINALMENTE DA DONATELLA UN BEL SOFFIO DI ARIA BUONA: IL RENE’ CHAR CHE LEI AMA

 

 

 

 

Alcune poesie di René Char tradotte da Vittorio Sereni

 


Sulla poesia accorre la notte, la veglia si rompe,
quando ci si esalta ad esprimerla.
Per quanto lunga di cavezza,
la poesia si ferisce in noi, e noi
alle sue fughe.

Avviene che il nostro cuore sia come
cacciato dal corpo. E il corpo
è come morto.

L’impossibile, non lo raggiungiamo
ma ci fa da lanterna. Eviteremo
l’ape e la serpe, disdegneremo
veleno e miele.

Biancospino in fiore, mio
primo alfabeto.

Vestitemi di tenera neve,
cieli che mi fate bere
le vostre lacrime.

Soffrire il male d’intuizione.

Sempre la parola sprovvista di senso annuncia che uno sconvolgimento è
in vista. Lo abbiamo imparato. Ne era lo specchio anticipato.

Si tolga il soffio creativo, la sua impensabile
dinastia; licenziare le arti liberali,
che non siano più specchio a ogni cosa, è
il carnaio.

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