Facebook Unsplash/ link sotto — foto di un programmatore e anche fotografo armeno- Levon Vardanyan, vive a Yerevan, la capitale +altro

 

 

Facebook Unsplash– 8 novembre 2024

Unsplash  Levon Vardanyan

 

 

 

 

 

 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante cascata e natura

 

 

 

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EREVAN- capitale dell’Armenia

 

 

Yerevan skyline with Mt. Ararat

UNA FOTO DEL MONTE ARARAT E LA CITTA’ DI EREVAN SOTTO

 

 

File:Ararat-Location.png - Simple English Wikipedia, the free encyclopedia

CARTINA  Simple Wikipedia
RAS67

 

 

 

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Ivan Konstantinovič AjvazovskijDiscesa di Noè dall’Ararat (1889), Galleria Nazionale dell’Armenia. Il massiccio montuoso è visibile sullo sfondo: in primo piano Noè e la famiglia in cammino nella pianura di Arara
http://www.gallery.am/hy/database/item/296/

 

 

 

 

 

 

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BRANDY ARMENO DEDICATO AL MONTE ARARAT
Yerevantsi – Opera propria
museum of the Yerevan Brandy Company

 

 

 

 

che meraviglia ! La cima grande del Monte Ararat e la cima piccola.. ai confini della Turchia, Armenia e Iran
DSG – Opera propria

secondo Wikipedia, “è  il monte più alto della TURCHIA (5.137 slm ) in un territorio che storicamente aveva fatto parte dell’Armenia. Il nome Ararat proviene dalla Bibbia e deriva da Urartu. In lingua turca ağrı significa “dolore” e dağ significa “montagna”. Il nome turco è dunque traducibile come “Montagna del dolore”.
Si trova nelle immediate vicinanze del confine tra Turchia, Armenia, Azerbaijan e Iran: la sua vetta, compresa nel territorio turco, è situata a sedici chilometri di distanza verso ovest dal confine iraniano e dall’exclave Nakhchivan dell’Azerbaijan, e trentadue chilometri a sud del confine armeno.

 

 

Armenia - Mappa

EREVAN ( YEREVAN )

 

 

ARARAT — E L’ARCA DI NOE’

L’Ararat è dove la tradizione europea e la maggior parte del cristianesimo occidentale pongono lo sbarco dell’arca di Noè

Durante la sua visita in Armenia nel 2001, Papa Giovanni Paolo II ha dichiarato nella sua omelia nella Cattedrale di San Gregorio Illuminatore di Yerevan: «Siamo vicini al Monte Ararat, dove la tradizione dice che l’Arca di Noè sia venuta a riposare».

 Il Patriarca Cirillo I, il capo della Chiesa ortodossa russa, ha anche menzionato il Monte Ararat come luogo di riposo dell’Arca di Noè nel suo discorso alla Cattedrale di Etchmiadzin durante la sua visita in Armenia nel 2010.

 

«Uscii dalla tenda nell’aria fresca del mattino. Il sole stava sorgendo. Contro il cielo terso si stagliava una montagna con due picchi bianchi innevati. “Che montagna è?” Ho chiesto, allungandomi, e ho sentito la risposta: “Questo è l’Ararat”. Che effetto possono avere alcune sillabe! Avido ho guardato la montagna biblica, ho visto l’arca ormeggiata al suo apice con la speranza della rigenerazione e della vita, ho visto sia il corvo che la colomba, che volavano via, i simboli della punizione e della riconciliazione …»

Aleksandr PushkinA Journey to Arzrum

 

DA : https://it.wikipedia.org/wiki/Ararat

 

biblion-edizioni-universale-bib-il-viaggio-a-arzrum

Il Caucaso non è stato solo l’ostacolo maggiore all’espansione imperiale della Russia, ma anche un luogo particolarmente significativo della sua storia culturale. Il fatto che l’ardua conquista del Caucaso avvenisse in epoca romantica fece di questa regione il primo e principale Oriente russo. Un Oriente domestico, interno, la cui presenza nell’immaginario russo, soprattutto letterario, è vastissima. L’opera di Aleksandr Puškin (1799-1837), centrale nella cultura russa, ha un’importanza fondamentale anche in questo ambito. Se il suo poema Il prigioniero del Caucaso (1820- 1821) ha fondato l’approccio romantico nei confronti del Caucaso, il successivo Viaggio a Arzrum (1835) ha impostato nei confronti di questa regione un rapporto più disincantato e realista, del tutto svincolato dagli stereotipi orientalisti. In questo particolare diario di viaggio il poeta ha fissato con tratto lieve e sicuro gli straordinari paesaggi del Caucaso e i caratteri salienti di alcuni dei suoi molti popoli: Circassi, Osseti, Georgiani, Armeni, Tatari (gli odierni Azeri) e Turchi. E questo in un momento decisivo della sua storia millenaria, quando la Russia affermava il suo dominio in sostituzione di quello secolare di Ottomani e Persiani. Il viaggio a Arzrum costituisce, in effetti, un’opera di fondamentale importanza nel rapporto della cultura russa con l’Asia e i suoi molteplici Orienti. Come è stato osservato, “la strada per Arzrum è la via che conduce il russo in Asia. Ci siamo abituati a vedere questa strada con gli occhi di Puškin”.

144 pagg.
(Universale Biblion; 5)

 

 

La restauratrice di libri - Katerina Poladjan - copertina

editore SEM 2021– un romanzo che riflette sul genocidio degli Armeni

«Forte nei dialoghi, conciso negli schizzi umani. Katerina Poladjan padroneggia l’arte dell’omissione. Eppure nei suoi romanzi tutto è atmosfera» – Der Tagespiel

altro nel link di IBS
https://www.ibs.it/

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2 risposte a Facebook Unsplash/ link sotto — foto di un programmatore e anche fotografo armeno- Levon Vardanyan, vive a Yerevan, la capitale +altro

  1. roberto scrive:

    stai postando delle meraviglie che mi fan venire rabbia perchè da un pò meno vetusto potevo visitare. Sono tanti i posti che non ho visto ed altri dove ho calpestato coi mei piedi . ma per una mia singolar visione, ho abitato calpestato mai visitato! 🙁

    • Chiara Salvini scrive:

      ” Da un po’ meno vetusto “– ” ho calpestato mai visitato “– il linguaggio è solo tuo, ma il calpestato e mai visitato succede a tutti, per esempio ho abitato Roma un anno quando Salvatore Pennisi, che credo tu conosca dalla scuola, faceva il militare a Roma ( eravamo allora insieme ), e solo adesso, grazie al computer, scopro una valanga di posti, non solo di Roma, ma anche di Milano dove sono stata, non li conto, ma direi 40 anni, e Sanremo e la Liguria di Ponente dove sono nata… Il fatto è che i posti, se non abbiamo occasione di averne contatto – diciamo pure fotografico tramite qualcuno- loro non parlano né gridano ” sono qui, vieni a vedermi “– Potrebbe essere una nuova invenzione da proporre alla nostra ” bellona ” ( e altro ! ) ministra del Turismo, ciao, sono sempre felice di vederti qui, siamo sicuri che non ci incontreremo di persona ? Pensiamoci.
      Ma sei sicuro che non potrai ancora andare a vedere qualcosina, non certo tutto quello che vorresti: dovresti patteggiare lassù per un’altra di soli viaggi a loro spese…Un abbracio, sono tornata perchè mi sembrava che l’avessi dimenticato

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