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ASPETTI RIVIERASCHI, UNO DEI CENTO BLOG DI ADRIANO MAINI DI BORDIGHERA
sabato 9 novembre 2024
Il volume contiene in allegato la mappa letteraria della città con indicate le tappe della vita e dei riferimenti alle opere di Italo Calvino.
Italo Calvino, Sanremo e dintorni, a cura di Veronica Pesce e Laura Guglielmi, è un agile volumetto edito dall’editore il palindromo nel 2022. Ripercorre un po’ tutti i luoghi che Italo Calvino frequentò nei suoi anni giovanili, trascorsi, come ognun sa (in ispecie in questo iperdidattico anno calviniano), nel Ponente ligure e soprattutto a Sanremo. Più o meno in concomitanza con l’uscita del libretto sono stati apposti per la città dei simpatici pannelli, dotati persino di codice QR, che hanno la funzione di didascalia e che illustrano una sorta di ideale percorso, che comunque si può effettivamente percorrere, scandito così in varie tappe. Peccato però che pressochè tutti i posti più legati a Calvino (entrati nella sua opera sotto forme più o meno riconoscibili, anche se talvolta fantasiosamente rivestiti o trasformati) di questa città – che peraltro egli detestava, citava con tre asterischi nei suoi libri e in cui, per quanto ne sappiamo, non mise più piede dopo la morte della madre, restando per lo scrittore, Sanremo, esclusivamente un paesaggio mentale – bene, peccato che questi posti non esistano più. Villa Meridiana, la casa-laboratorio-orto botanico-foresta dei genitori è stata lottizzata in appartamentini. Il Caffé Venezuela è oggi la sede di una filiale di Banca Intesa Sanpaolo. Scomparsa da tempi immemorabili la Botte di Diogene, bar e punto di ritrovo costituito appunto da una enorme botte. Il cinema Sanremese attualmente è la sede di un negozio d’abbigliamento della catena di Luisa Spagnoli. La stazione ferroviaria non c’è più, come non ci sono più i binari: il vecchio edificio, filmato con Lyda Borelli, fotografato con Stan Laurel & Oliver Hardy, ec., appare oggi come una grigia parete al di là della quale si percepisce il vuoto, come una facciata di quelle attribuite al principe Grigorij Aleksandrovič Potëmkin per nascondere il nulla – e comunque oggi la costruzione resta in totale desolato abbandono, a parte la presenza di un tabaccaio, ultimo strenuo difensore di quel baluardo. La panchina su cui appare un gruppo di studenti (Duilio Cossu, Eugenio Scalfari, ec.) non corrisponde alle panchine attuali, lo sfondo è diverso, e anche il design della panchina è diverso. Villa Angerer è stata abbandonata, depauperata, restaurata; irriconoscibile è la terra di San Giovanni; il casamento che fu il liceo (un tempo il convento delle Monache Turchine) è oggi la sede di istituti tecnici.
Un tizio curioso viaggia fra i luoghi calviniani e si accorge subito che sono luoghi perduti, attraversa locazioni fantasma, vede posti che non ci sono più. La città è davvero diventata invisibile.
Marco Innocenti, I luoghi morti di Calvino, 2024
Marco Innocenti è l’autore dell’intervista a Enzo Maiolino: ” Non sono un pittore che urla ”
(
Edizioni Philobiblon, 2014
“Sono sempre stato convinto che si fa arte perché spinti da un’incontenibile necessità espressiva, non dal desiderio di inviare messaggi (espressione che mi fa ridere)”.
[Enzo Maiolino in Non sono un pittore che urla (2014)”
“Ho cominciato a quindici anni a ritagliare e a raccogliere articoli di giornali e riviste sull’arte e sulla letteratura. Invecchiando, mi sono chiesto il perchè di tale inclinazione. ora mi pare di aver capito che si tratta di un tipico atteggiamento dell’autodidatta, il quale, senza guide accademiche cerca, forse, suoi particolari itinerari.” [Enzo Maiolino in Non sono un pittore che urla (2014)”
Enzo Maiolino è un pittore, un incisore, un insegnante, uno studioso e anche un archivista (genio della memoria vero e proprio) la cui figura è stata di importanza determinante per intere generazioni di artisti, scrittori, ricercatori del Ponente ligure (dove vive) e non solo. Bisogna ricordare almeno due sue lunghe e significative ricerche di carattere artistico-letterario rivolte ad Amedeo Modigliani, da cui è nato il volume Modigliani vivo (Torino, 1981), e alla riscoperta dello scrittore Giacomo Natta, al quale ha dedicato la raccolta di scritti e testimonianze Questo finirà banchiere (Milano 1984).
Da:
ATTI IMPURI- 8 OTTOBRE 2014
https://www.attimpuri.it/2014/10/azioni/enzo-maiolino-non-sono-un-pittore-che-urla/