” Restiamo umani ” ( Stay Human ” ) Vittorio Arrigoni ( Vik per Gaza ), rapito e ucciso tra il 14-15 aprile a Gaza— +++ Street Art a Torino al Parco Dora -e altro + DANTE DI NANNI E VITTORIO ARRIGONI + Handala in italiano

 

 

Murales, ulivi, racconti: da Bulciago a Roma l'Italia ricorda il suo Vittorio | il manifesto

Un murale per Vittorio Arrigoni a Gaza City – LaPresse

 

 

Podcast Museo: Le ali di Vik, storia di Vittorio Arrigoni - Archeostorie Magazine

“Stay Human”, “Restiamo Umani”. Così Vittorio Arrigoni, attivista per i diritti umani e scrittore, terminava le sue corrispondenze da Gaza durante l’operazione Piombo fuso, unico cronista sul campo sin dal suo inizio.

Archeostorie Magazine

 

Il viaggio di Vittorio - Egidia Beretta Arrigoni - copertina

Racconto della madre Egidia Berretta Arrigoni
Dalai Editore, 2012

“…domenica scorsa ero a Nazareth. Percorro strade che rappresentano la nascita, il viaggio esistenziale, il miracolo, il calvario di un Dio che di queste terre sembra essersi scordato. Lo faccio anche per te, mummy, per quella devozione fanciullesca…”

 

 

FACEBOOK DI

Gianluca Foglia Fogliazza

( al fondo un suo bell’articolo sul Fatto Quotidiano, 21 aprile 2020 )

 

Si può uccidere la Pace?

VITTORIO “Restiamo Umani”

8 e 9 Novembre a Parma – Teatro del Tempo ore 21

La vita e la Palestina di Vittorio Arrigoni, narrate e disegnate da Fogliazza con le musiche originali composte ed eseguite dal vivo da Emanuele Cappa

Posti limitati, consigliata la prenotazione, 340 380 2940 (whatsapp)

www.teatrodeltempo.it

 

 

 

*****  –  ******

 

STREET ART – A TORINO – PARCO DORA

 

segue da: 

MUSEOTORINO.ITrapito
https://www.museotorino.it/view/s/0f2fe2dc99974174bb3ec716e2934652

 

 

 

Murales e archeologia industriale nel Parco Dora. Fotografia di Rosaria Scira, 2016 © Edizioni del Capricorno

 

 

Sulla Spina 3, le strutture di archeologia industriale del Parco Dora, ideato nel 2004 e reso attivo e completo nel 2014, sono il luogo ideale per writers e street artists che nel tempo hanno dato libero sfogo al loro estro, colorando ogni spazio disponibile, lasciando numerosissimi murales di stili e modelli diversi.

Nel 2011 sono stati aperti al pubblico i primi tre lotti del Parco riguardanti le aree ex Ingest, Valdocco e Vitali, nel 2012 il lotto Mortara e nel 2015 l’area ex Michelin. Accanto ad opere autorizzate  ne sono comparse altre autogestite che hanno trasformato la zona in uno “spray park” della libera creatività.

Con il festival PicTurin del 2012 le aree del Parco Dora si segnalano tra le principali della scena cittadina di street art e graffiti-writing, mescolando grandi nomi di artisti internazionali ad artisti noti ed emergenti.

Nel 2018, per festeggiare i 50 anni di Miky Wubik, si è dipinto in quasi tutto il Parco Dora.

 

 

due lavori di miky wubik::

 

 

 

da :

THROWUP.IT
https://www.throwup.it/graffiti/interviste-writer/intervista-wubik-veterano-graffiti/

 

 

Miky Wubik | Artribune

miky wubik

DA : ARTRIBUNE novembre-dicembre 2015
https://www.artribune.com/museo-galleria-arte/galleria-oblom/

 

 

Miky Wubik | Artribune

miky wubik  luj vacchino

DA : ARTRIBUNE, settembre-ottobre 2021

MAU – MUSEO D’ARTE URBANA  via Rocciamelone 7 c , Torino, Italia

 

 

 

 

foto che seguono sono di:   museotorinoit

 

 

Truly design, murale, 2018, Parco Dora. Fotografia di Roberto Cortese, 2018 © Archivio Storico della Città di Torino

 

 

 

 

Autore non identificato, murale senza titolo , 2018, Parco Dora. Fotografia di Roberto Cortese, 2018 © Archivio Storico della Città di Torino

 

 

 

 

Truly design, murale, 2018, Parco Dora. Fotografia di Roberto Cortese, 2018 © Archivio Storico della Città di Torino

 

 

 

 

 

 

 

 

Autore non identificato, murale senza titolo , 2018, Parco Dora. Fotografia di Roberto Cortese, 2018 © Archivio Storico della Città di Torino

 

 

 

 

Autore non identificato, murale senza titolo , 2018, Parco Dora. Fotografia di Roberto Cortese, 2018 © Archivio Storico della Città di Torino

 

 

 

 

 

Autore non identificato, murale senza titolo , 2018, Parco Dora. Fotografia di Roberto Cortese, 2018 © Archivio Storico della Città di Torino

 

 

 

Dende, Wubik 50, 2018, Parco Dora. Fotografia di Roberto Cortese, 2018 © Archivio Storico della Città di Torino

 

 

 

 

Autori vari, panoramica, 2018, Parco Dora. Fotografia di Roberto Cortese, 2018 © Archivio Storico della Città di Torino

 

 

 

 

 

MuseoTorino

RIPETO IL LINK DA DOVE HO PRESO I GRAFFITI

https://www.museotorino.it/view/s/0f2fe2dc99974174bb3ec716e2934652

 

 

 

 

In questo link ( MUSEO TORINO ) potete vedere :

“Arte nelle strade della città di Torino  “

https://www.museotorino.it/view/s/1ad67944fdfa47309a14288b17fdde05

 

 

 

Agostino Iacurci
2012
Indirizzo opera
Via Lugaro 20
Circoscrizione
8
Quartiere
San Salvario
Scheda Opera / Tecniche / Materiali

Nel parcheggio di fronte alla sede del quotidiano La Stampa, Agostino Iacurci ha realizzato un murale concepito come un racconto ispirato a un prestigiatore (da cui il titolo AbitHoudini) tanto assuefatto ai trucchi da trasferirli nella propria esistenza quotidiana.

https://www.museotorino.it/view/s/1ad67944fdfa47309a14288b17fdde05

 

 

 

 

Volkwriters, Dante Di Nanni e Vittorio Arrigoni, 2011, tra le vie Guastalla e Balbo. Fotografia di Rosaria Scira, 2016 © Edizioni del Capricorno

In zona Vanchiglia, tra le vie Guastalla e Balbo, il murale dei milanesi Volkwriters è dedicato al partigiano Dante Di Nanni e all’attivista Vittorio Arrigoni, assassinato a Gaza dieci giorni prima della realizzazione di quest’opera, inaugurata il 25 aprile 2011.

 

Bibliografia

da : https://www.museotorino.it/view/s/1856cb880abf4e1580addd827190f30e

 

 

 

 

DANTE DI NANNI

 

Dante Di Nanni (Torino, 1925-1944) - MuseoTorino

foto MuseoTorino

 

 

 

PeaceLink

un altro foto dello stesso murale già pubblicato

 

Dante Di Nanni nasce a Torino il 27 Marzo 1925 da una modesta famiglia di immigrati pugliesi, di giorno lavora come semplice operaio in fabbrica, la sera frequenta invece assiduamente la scuola per proseguire gli studi. Allo scoppio della II° Guerra Mondiale si arruola nell’Aereonautica Militare, ma subito dopo l’armistizio dell’8 Settembre 1943 si unisce ai partigiani della Brigata Garibaldi per poi confluire nei nuclei clandestini dei GAP dove si distingue per il valore e coraggio dimostrati in innumerevoli azioni di combattimento e sabotaggio, durante una delle quali viene però ferito gravemente da alcuni colpi di arma da fuoco e costretto a trovare rifugio all’interno di una abitazione del quartiere popolare di Borgo San Paolo. Quì, circondato da centinaia di camicie nere e tedeschi, resiste per ore all’impari assedio falcidiando i nemici a raffiche di mitra e bombe a mano riuscendo persino ad arrestare l’incedere di autoblindo e un carroarmato. Alfine, terminati esplosivo e munizioni, raccogliendo le ultime forze rimaste s’affaccia dal balcone coperto di sangue, gli assalitori hanno qualche attimo di esitazione perchè non si aspettavano di avere di fronte un solo uomo e a lui tanto basta per salutare con il pugno chiuso la folla nel frattempo accorsa e poi gettarsi giù sul selciato per non farsi catturare vivo. Era il 18 Maggio 1944, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria.

 

 

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IL MANIFESTO 15 APRILE 2023

https://ilmanifesto.it/12-anni-senza-vittorio-arrigoni-il-ricordo-fra-italia-e-palestina

 

 

12 anni senza Vittorio Arrigoni. Il ricordo fra Italia e Palestina.

 

 

 

12 anni senza Vittorio Arrigoni. Il ricordo fra Italia e Palestina

Vittorio Arrigoni

Non ci sarà quest’anno, per questioni logistiche, la tradizionale commemorazione a Bulciago ma Vittorio Arrigoni oggi sarà ricordato in ogni modo possibile da sua madre Egidia, sua sorella Alessandra, la sua compagna Maria Elena Delia e da amici e compagni di impegno politico in Italia e a Gaza.

Sono passati 12 anni da quando un sedicente gruppo salafita sequestrò a Gaza city e uccise l’attivista italiano – un omicidio di cui non sono mai stati chiariti tutti i contorni– eppure l’impegno e la figura del giovane attivista, blogger e scrittore italiano non sono mai stati dimenticati. I pescatori di Gaza terranno una cerimonia per Vik, come amavano chiamarlo, che per mesi salì sulle loro piccole barche con l’obiettivo di provare ad oltrepassare i ristretti limiti di pesca fissati arbitrariamente dalla Marina militare israeliana e che hanno causato la rovina di un settore un tempo florido dell’economia locale.

Sempre a Gaza altri amici di Vittorio si riuniranno per ricordare il suo impegno per i diritti del popolo palestinese.

Faranno altrettanto i tanti italiani che ebbero modo di conoscere Vik o almeno di leggere i suoi articoli sul manifesto e nel suo libro dal titolo Restiamo Umani, le parole della celebre esortazione che ancora oggi ispira migliaia di persone in tutto il mondo. Stasera a Salerno, in via Bonosio 7, alle ore 20, nell’ambito della rassegna dedicata ai cortometraggi palestinesi, verrà proiettato il promo del documentario A Vittorio Arrigoni, di Giulia Rosco e Margherita Parascandolo, frutto di una lunga intervista con la madre dell’attivista. Il film sarà completato nei prossimi mesi.

Nell’archivio digitale del manifesto inoltre è possibile consultare gli articoli scritti da Vik tra il 2008 e il 2011 per il nostro giornale.

 

 

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Vittorio Arrigoni con Handala, in un disegno di Carlos Latuff, 15 aprile 2011

Carlos Latuff (with minor cropping from the original version) –
http://twitpic.com/4l1xt3

 

*** Handala (o Hanzala), dall’arabo حنظلة (“vignettista”) è un personaggio creato dall’artista palestinese Naji al-Ali.

È un bambino di 10 anni, con capelli ispidi, piedi nudi e toppe sui vestiti; il suo volto non è visibile poiché viene mostrato sempre di spalle e con le mani intrecciate dietro la schiena, come una presenza muta ma ostinata.

Il personaggio ha molteplici significati: la sua testa assomiglia a un sole, che simboleggia il futuro; i suoi capelli sono come gli aculei di un riccio, per difendersi; ha i piedi nudi perché è povero come i bambini dei campi di rifugiati; mostra sempre le spalle a chi lo guarda perché non d’accordo con la situazione attuale (mostrerà il suo volto solo quando la situazione cambierà); lo sguardo è rivolto ai villaggi, al mondo; è rimasto bambino, perché quando fu costretto ad abbandonare il suo villaggio era bambino, e la sua vita continuerà, e quindi crescerà, solamente quando potrà fare ritorno a casa.

Su di lui, il suo autore ha scritto: «Inizialmente era un bambino palestinese, ma il suo significato si è sviluppato con un orizzonte prima nazionale, poi globale e umano. È un semplice bambino povero, e questa è la ragione per la quale le persone lo hanno adottato e lo sentono come simbolo della loro coscienza».

È inoltre il logo della “Commission for Freedom and Justice Through Humo

 

 

HANDALA IN ITALIANO

Handala. Un bambino in Palestina - Naji Al-Ali - copertina

 

Handala un bambino in Palestina, traduzione di Ercole Leo, introduzione di Joe Sacco, Marotta&Cafiero editori, 2022

 

Naji Ali è il più grande vignettista della storia della Palestina. Con il suo inchiostro ha saputo raccontare l’orrore, la resistenza e la sofferenza del popolo palestinese. Ha criticato l’occupazione illegale israeliana, il governo palestinese e i regimi arabi, ha fatto della sua matita una spada. Naji ha realizzato oltre 40 mila vignette, un fumettista politico senza precedenti. Handala, un bambino sempre di spalle con le mani incrociate dietro la schiena, è diventato la sua firma. Un bambino scalzo e vestito di stracci, spettatore di una guerra lunga oltre 60 anni. Nessuno conosce il volto di Handala, erba amara, il suo viso sarà “rivelato solo quando i rifugiati palestinesi torneranno in patria”. Grafite al servizio del popolo, Naji Ali è l’esempio di come una vignetta di pochi centimetri quadri possa servire più di un’intifada, fermare l’occupazione, e sventare il velo di menzogna che ricopre la Palestina.

 

 

SEGUE DA:  IL FATTO QUOTIDIANO 31 AGOSTO 2020- CULTURA

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/08/31/naji-al-ali-ovvero-larte-della-resistenza/5915715/

 

BLOG DI 

Fogliazza

Fogliazza, Disegnatore

I miei link:
parmagheddon
www.fogliazza.com

 

Naji Al Ali, ovvero l’arte della resistenza

Naji Al Ali, ovvero l’arte della resistenza
 

Ho conosciuto Naji Al Ali una sera d’estate, a Cagliari. Spesso è definito vignettista, ma è molto più, è un autore satirico la cui forza espressiva non trova eguali in Italia (o forse sì, ma era Giuseppe Scalarini, al quale i fascisti chiesero di consegnare le armi e lui, Scalarini, rispose porgendo le sue matite). Nato nel 1936 ad Asciagiara in Galilea, sfolla nel 1948 quando Israele decide che quella non è né casa sua né dei palestinesi. Naji Al Ali allora disegna sui muri di un campo profughi libanese, Ain al-Hilwa. Nel ’48 Naji ha l’età di Handala, la sua creatura che disegnerà di lì a poco, divenendo la sua firma, il bambino che ferma il tempo all’inizio ufficiale della persecuzione, simbolo della resistenza palestinese, che volge le spalle al mondo esattamente come il mondo ha voltato le spalle alla Palestina. Naji trova nel disegno il modo per sfogare una rabbia che non lo abbandonerà più, come non abbandonerà la causa dei più poveri, dei più deboli.Conosco Naji e il suo “Filastin-L’arte di resistenza” una sera d’estate al Al Ard (Doc) Film Festival, in terra sarda, che non a caso ha maturato affinità con i palestinesi, ostinazione anticoloniale, ospitando una rassegna di produzioni palestinesi e del mondo arabo, giunta alla XVII edizione, film che altrimenti non andrebbero mai oltre i check point che ne vietano la voce. Il Festival batte il tempo nell’urgenza di riuscire anche nell’edizione 2020, anno famoso per il virus e la difficoltà di continuare ad esserci, soprattutto con la cultura, e “Al Ard Festival” resiste.

“Per me la caricatura è un linguaggio per comunicare con la gente, per incitare, per criticare, non per divertire. Mi considero uno che graffia. Qual è il ruolo dell’intellettuale? Dire la verità è un dovere, è necessario e l’intellettuale deve stare in prima linea a incitare la gente.” dice Naji. Prendere posizione, col suo linguaggio semplice, simbologia tanto comprensibile al contadino quanto al medico. Niente compromessi. Non buca lo schermo, ma le coscienze.

Rileggo quanto scriveva Edward Said: “L’intellettuale è sempre al bivio fra solitudine e allineamento, l’intellettuale deve sempre schierarsi dalla parte dei più deboli.” Non è di sola cultura che è fatto un intellettuale, ma dell’onestà di non tradire le proprie promesse: “Uno può redigere tanti bei poemi sull’ulivo, ma se non ama il contadino che l’ha piantato…” e Naji amava entrambi.

Sono ospite in questo festival che nel 2021 sarà maggiorenne, arrivo come sconosciuto, sono accolto come fossi di casa, fra registi di diverse nazionalità, docenti, gente comune, volontari, persone. Prendo la parola, parlo di Naji e dei suoi disegni in mostra, ma lui non c’è, fermo a quell’agosto 1987 di Londra quando un colpo di pistola alla tempia lo uccide su commissione. Perde molto sangue, quel giorno, ma non abbastanza per coprire i fiumi d’inchiostro che ha disegnato e ancora oggi troppo scomodo per fare di lui una sagoma di cartone.

Naji Al Ali inchioda la Storia su ogni pezzo di carta e lascia un’eredità disegnata innegabile: ignorarla vuol dire essere complici. Anche così l’Al Ard (Doc) Film Festival ha il coraggio, come scriveva Edward Said, di “trovare la propria ragion d’essere nel fatto di rappresentare tutte le persone e le istanze che solitamente sono dimenticate oppure censurate”.

 

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