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DANIELA ATTANASIO
L’ho vista arrivare da Via dello Statuto in una mattina di primavera
aveva l’aria di chi sta cercando un mezzo per tornare indietro
la conosco da molti anni e non è cambiata
anche se non cammina più sollevata da terra come allora
nella svagatezza degli occhi ha brevi scaglie di luce
sulle labbra un orlo di dolore
si è sposata con lo stesso uomo con cui andava in moto al mare
viveva nella paura ma non l’ha mai detto
il cuore del suo uomo quando entrava nel buio della
testa perdeva la vista
palmi di mani allora le cadevano addosso
i capelli volavano nell’aria come frange di aquilone
sulla pelle del viso sbocciavano petali di fiori viola
l’ho rivista su una foto al telegiornale
un po’ consumata dagli anni ma forse più bella
con lo stesso sguardo bagnato di stupore
una sola coltellata l’ha fatta morire
quella alla giugulare.
foto e quello che segue è da:
ATELIER POESIA .IT – 15 dicembre 2023
https://atelierpoesia.it/daniela-attanasio-vivi-al-mondo-anteprima-editoriale/ù
Daniela Attanasio, “Vivi al mondo” (Vallecchi, 2023) – Anteprima editoriale
Daniela Attanasio, nata a Roma, ha pubblicato per l’editrice Empirìa i libri di poesia La cura delle cose 1994, Sotto il sole 1999 (Premio Dario Bellezza, Premio Unione Lettori Italiani), Del mio e dell’altrui amore 2005 (Premio Camaiore). Il breve poema sull’amore contenuto nel libro è stato musicato nel 2004 e rappresentato in alcune manifestazioni teatrali.
Le tre successive raccolte sono state pubblicate con l’editrice Nino Aragno: Il ritorno all’isola 2010 (Premio Sandro Penna), Di questo mondo 2013 (Premio della Giuria Viareggio-Rèpaci), Vicino e visibile 2017.
Ha tradotto Love Poems di Anne Sexton per il volume antologico La doppia immagine (Editore Sciascia) e per la rivista Galleria ha curato un numero antologico su Amelia Rosselli.
Come critica ha collaborato per alcuni anni con la rivista letteraria Leggere (Editrice Archinto, Milano) e con il quotidiano Il Manifesto. Sue poesie sono presenti in numerose antologie fra cui Poesia italiana 1970/2000, Garzanti, Nuovi poeti italiani 6, Einaudi.
* * *
‘siamo nascosti nelle cavità del pensiero – dicevi –
siamo teste che sorridono per compiacere il canto di un’amica’
ma poi qualcosa ha spostato la mia attenzione –
la lagna di un bambino i suoi grandi occhi blu
la fissità infantile dello sguardo
la madre ha cose molto belle da raccontare
in una zona d’ombra della mente cancella parole come male
e parla della vita
oggi c’è il sole che l’aiuta e un giardino curato ricco di piante e acqua
l’acqua della fontana scorre in un percorso di canaline
dove le foglie alzano le vele
ci sono cani che inseguono fantasmi e orme di piedi piccoli per terra
orme di bambini –
ecco da queste orme vorrei ricominciare
*
la cosa che chiamiamo anima non si è accorta subito
della tua scomparsa il corpo sì
all’inizio qualche puntura una frustata al petto come
bere acqua ghiacciata con quaranta di febbre
ero interdetta dai colpi di silenzio che riempivano la stanza
sempre più vicina a cedere all’inganno della fede
all’eco che arriva dalle onde elettromagnetiche del cosmo
ricordo le tue parole poco prima di morire-
lascio -hai detto- vado da un’altra parte
esco dalla città
*
intorno alla punta dell’iride innescano residui memoriali
crescono piante innovative
si allungano le dita delle mani
gli occhi risvegliano la brillantezza del nero
il nero più profondo più oscuro
poi i soliti rituali per evocare il distante
il piccolo
la piega del collo l’incavo delle braccia
la linea arcuata delle sopracciglia
la fascia larga al fondo della schiena
la goccia dell’orecchio
si assommano versioni sullo stesso ricordo-
ero più consapevole allora della mia dipendenza?
ero più dipendente?’
*
la stanza dormiva dentro l’ombra del castello*
sull’acqua la bellezza delle mura si rifletteva nel
segreto dell’acqua
e in quel disegno il colore del lago evaporava insieme al sole
lì ho sfiorato la possibilità
l’ho sentita simile a una carezza
una cosa sensibile che poteva cambiarmi lo sguardo
è insignificante oggi dire che non ce l’ho fatta
*Château de Chillon
*
oggi i piccioni sembrano falchi
il loro volo è insolitamente fermo nella sospensione
in realtà non vedo bene
forse la vista è accecata dall’insonnia
oppure le lenti sbagliate impediscono di capire cosa sia
quella filigrana di nuvole che si muove nel cielo in chiaroscuro
come fosse uno sbuffo di catrame
dovrei cercare senso nelle rassomiglianze
guardare il mio viso in uno specchio brunito
così che non compaiano macchie non ci siano rughe
trovare un colore
tra le foglie secche del platano gettando lo sguardo
sul selciato del marciapiede dove potrei incontrare
le mie ombre amiche
* * *
* * *
© Fotografia di Dino Ignani
una foto impietosa di Daniela Attanasio dal Premio Strega:
https://www.premiostrega.it/PO/autore/daniela-attanasio/
*** nel video sotto sembra un’altra persona !
** per chi fosse interessato
al minuto 15 del video, il primo premio poesia risponde ad una domanda della regista della serata, poi legge una poesia:
Stefano Dal Bianco con Paradiso (Garzanti)
Garzanti 2024
al 22 ° minuto arriva DANIELA ATTANASIO
Al secondo posto Daniela Attanasio con 17 voti per Vivi al mondo (Vallecchi) con cui si è aggiudicata il Premio Strega Giovani Poesia, con 38 voti su 102 espressi da una giuria di studenti delle scuole secondarie di secondo grado.
Terza, con lo stacco di un voto, Giovanna Frene con Eredità ed Estinzione (Donzelli), 16 preferenze, quarto Gian Maria Annovi, con Discomparse (Aragno), 13 voti e quinto Roberto Cescon con Natura (Stampa 2009), 3 voti. ( da Ansa/ 9 ottobre 2024 )
se vuoi, apri qui
Grazie di averci fatto conoscere questa poetessa, così concreta nei suoi bellissimi versi.
belle e buone. Mi mette un pò di rabbia che poi passa perchè è brava e perfino belle con quel mettersi in evidenza con la sua età, vissuta. Non dobbiamo aver paura di noi stessi.
non so come, ma dici sempre delle cose ” belle e sagge “.. sarà l’età ? non credo, forse sei stato uno dei quei ” bambini saggi ” che non sputano sentenze, ma guardano tutto in giro anche la foglietta che si muove…Hai avuto un nonno o due cui facevi riferimento; io ho avuto tre nonni, uno di mio papà che negli ultimi anni abitava con noi e ne ho un bel ricordo; poi i due Siffredi che stavano sopra la falegnameria in corso inglesi dove stavi tu, loro me li sono proprio goduti e me li godo ancora oggi perché mi vengono in mente sempre. Si sono amati moltissimo ma erano sempre a scontrarsi, mio nonno socialista e ” uomo “, non ha mai lasciato di andare alla sera al bar con gli amici neanche se stava per nascere un figlio.. L’ultimo, mia nonna aveva 40 anni e qualcosa, è stato in casa e a lui appena cresciuto, gli diceva ” Quando ti sei nasciu, ti mai fatu perdere l’oca !”- Mia nonna era un tipo che posso dire è stata mio ” modello ” di tanto l’ammiravo; una volta – erano tutti e due nella veranda, dove stravano sempre, sopra il laboratorio, a lei ho detto : ” Ma dai che, anche se ti lamenti sempre, Pepìn ti ha voluto bene.. ” Risposta : ” Quello che ha potuto !” — Questa frase secondo me andrebbe messa sulle lapidi – vivi e morti– di tutti gli uomini maschi e anche di qualche femmina, ma meno, sempre secondo me. Be, se ti ho stufato, avrai già tagliato, un abbraccio mentre corri via, brù
ps — mi dispiace andarmene, stavo così bene a parlottare un po’ con te…