DANIELE SEPE —YA MINA EL HABAYED— UN CANTO PER BEIRUT— + notizie da : ” Canzoni contro la guerra “

 

 

 

Assi Rahbani / عاصي الرحباني

Lingua: Arabo

 

Assi Rahbani / عاصي الرحباني

Assi Rahbani ( Antelias- Libano,  4 maggio 1923 – Beirut, 21 giugno 1986)

 

 

 

 

 

 

FAYROUZ CANTA  ” BELLA RAGAZZA “

 

 

 

Fairouz & Assi Rahbani

Fairouz & Assi Rahbani

 

 

Il compositore Assi Rahbani fu anche musicista e drammaturgo insieme al fratello  Mansour. Sono loro ad avere composto la maggior parte delle canzoni interpretate da Fayrouz, moglie di Assi Rahbani.

E’ una melodia folk nata nella regione della “Grande Siria” in epoca antecedente la disgregazione dell’Impero Ottomano. Al retaggio culturale di tale regione si ascrive il Qudud Halabiya /قدود حلبي, letteralmente “metrica musicale di Aleppo”, un genere basato sui componimenti poetici in forma classica indirizzato sia all’ambito religioso sia alla società urbana sia agli strati popolari.

Anche quella in esame deriva da una melodia folk qududi nota nella prima metà dl XX secolo come Alʿazūbya / العزوبية , letteralmente Il celibato. Si comprende quindi come di versioni di questa canzone ce ne siano tante. Quella di Fayrouz è la più diffusa.

In arabo Siviglia è ‘išbīlya / إشبيلية ; nell’arabo locale šalb designa un uomo di Siviglia, al femminile šalbya. Si spiega così come in alcune traduzioni la ragazza “carina / graziosa / attraente” divenga la ragazza di Siviglia. D’altra parte occorre tenere presente che le origini del qudud sono marcatamente iberiche : risalgono al periodo di El Andalus / الأندلس , nome con cui gli arabi nel medioevo indicavano (e indicano ancora oggi alcune frange farneticanti) la penisola iberica, non la sola Andalusia. El Andalus era un riferimento culturale di prim’ordine per l’intero mondo arabo. Insomma, anche se Rahbani non intendeva connotare la ragazza con la sua origine, la traduzione alternativa non è peregrina.

E’ una canzone nota anche in Turchia, Iran, Grecia, Spagna, India, con un testo diverso.
Tra le elaborazioni memorabili, si segnalano: il live di Aleph con l’Orient Andalou all’Olympia di Parigi (sia Jihad Assad al qānūn sia Aleph al piano meritano davvero l’ascolto), l’esecuzione dei Mazzika, l’esecuzione dei Zawaya Ensemble. I videoclip sono riportati nella sezione dei link.

La quantità e la diversità delle elaborazioni è un indicatore della rilevanza di questa e di altre melodie arabe modali. Dietro una sonorità apparentemente semplice, naïf, che ad orecchie assuefatte alla musica tonale risulta sovente soporifera e stucchevole, si annida invece una struttura suscettibile di variazioni intriganti, al di là dell’estro creativo. Così come per altre espressioni di forme artistiche, da comprendere e meditare per essere colte nella loro essenza, anche la musica modale necessiterebbe di un accostamento più consapevole, tempo e mezzi permettendo.

Make love, not war si diceva tempo fa. Oggi chi proponesse lo slogan sarebbe bollato come un residuato sessantottino, un reperto imbalsamato di un’archeologia che parla a pochi. Non è questa la ratio alla base della proposta di far figurare questa canzone nel repertorio di AWS. La ratio è altra: la capacità di certa musica di veicolare non soltanto nuove e stimolanti sonorità ma soprattutto idee e proposte di dialogo (e , perché no?, anche di meticciato spinto) come antidoto allo scontro.

 

Nota testuale

Un testo integrale strettamente aderente all’interpretazione di Fayrouz non si trova in rete. A tale proposito occorre precisare che la ripetizione di strofe o di parte non è elemento da trascurare: in questa e in altre melodie arabe la ripetizione è spesso affidata al coro che affianca o si contrappone alla voce principale. Inoltre Fayrouz ha inciso due versioni leggermente diverse della canzone, la prima nell’album del 1987 “The Very Best of Fairuz” /نخبة من أجمل أغاني فيروز , la seconda nell’album del 1996 “Reminiscing with Fairuz”/فيروز والذكريات . E’ stata prelevata la seconda da qui . Basandosi sulla trascrizione è stato ricostruito il testo integrale fedele all’ interpretazione di Fayrouz nel videoclip indicato dal link.

Quanto alle traduzioni in inglese neppure una tra i siti di canzoni tradotte rende correttamente il testo in ogni sua parte. E’ stata reperita una traduzione decisamente più credibile, quella del musicista e musicologo statunitense di discendenza palestinese Ronnie Malley. Purtroppo il traduttore di google in questo caso non dà risultati accettabili, probabilmente per il fatto che molti termini sono tipici dell’arabo levantino. Si è quindi operato un ulteriore confronto ragionato con le altre traduzioni disponibili (quelle diverse ì, non derivate) sulla base di un criterio maggioritario, con l’ausilio di un dizionario arabo-inglese.
Una certa propensione all’investigazione, di matrice insulare, e l’acribia temperamentale hanno fatto il resto.

 

THE PRETTY GIRL

The pretty girl
with almond eyes
I love you from my heart,
oh, my heart, you’re my eyes.

I love you from my heart,
oh, my heart, you’re my eyes.

Near the bridge [1]
my love awaits
Breaking your thoughts,
my dear, is hard for me.

Breaking your thoughts,
my dear [2], is hard for me.

You appear and gesture,
and the heart is wounded
Days on my mind
and the memories come and go
Days on my mind
and the memories come and go

Under the pomegranate tree
my love talked with me
He sang to me songs, oh my eyes,
as he wooed me.

He sang to me songs, oh my eyes,
as he wooed me…

I love you from my heart,
oh, my heart, you’re my eyes…

Breaking your thoughts,
my dear, is hard for me…

Days are on my mind,
and the memories come and go
Days are on my mind,
and the memories come and go.

Under the pomegranate tree [3]
my love talked with me
He sang to me songs, oh my eyes,
as he wooed [4] me
He sang to me songs, oh my eyes,
as he wooed me.

You appear and gesture,
and the heart is wounded…

Days are on my mind,
and the memories come and go.

Under the pomegranate tree
my love talked with me.

He sang to me songs, oh my eyes,
as he wooed me…

He sang to me songs, oh my eyes,
as he wooed me.

 

 

Traduzione italiana/ الترجمة الإيطالية / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös :
Riccardo Gullotta

 

LA RAGAZZA CARINA

La ragazza carina
ha gli occhi a mandorla
Ti amo dal profondo del mio cuore
cuore mio, sei gli occhi miei.

Ti amo dal profondo del mio cuore
cuore mio, sei gli occhi miei…

Vicino al ponte
aspetta il mio amato
Interrompere i tuoi pensieri
mio caro, è gravoso per me.

Interrompere i tuoi pensieri
mio caro, è gravoso per me…

Appari e fai un cenno
e il cuore è ferito
I giorni nella mia mente
e i ricordi vanno e vengono
I giorni nella mia mente
e i ricordi vanno e vengono.

Sotto l’albero del melograno
il mio amore mi parlava
E mi cantava canzoni, oh occhi miei,
e mi faceva la corte.

E mi cantava canzoni, oh occhi miei,
e mi faceva la corte…

Ti amo dal profondo del mio cuore
cuore mio, sei gli occhi miei…

Interrompere i tuoi pensieri
mio caro, è gravoso per me…

I giorni nella mia mente
e i ricordi vanno e vengono
I giorni nella mia mente
e i ricordi vanno e vengono.

Sotto l’albero del melograno [1]
il mio amore mi parlava
E mi cantava canzoni, oh occhi miei,
E mi faceva la corte
e mi cantava canzoni, oh occhi miei.

Appari e fai un cenno
E il cuore è ferito…

I giorni nella mia mente
E i ricordi vanno e vengono.

Sotto l’albero del melograno
Il mio amore mi parlava.

E mi cantava canzoni, oh occhi miei,
e mi faceva la corte…

E mi cantava canzoni, oh occhi miei,
e mi faceva la corte…

 

[1] In tutte le culture semitiche il melograno è simbolo e augurio di prosperità e di fertilità. Nel Cantico dei Cantici l’amata è come un giardino di melograni in cui l’amato scende per accertarsi se è fiorito, metafora dei preliminari del connubio. Per l’Islam sunnita il Corano indica il melograno che con l’uva e il dattero sono doni della terra per l’uomo, chiamato a goderne. Per l’Islam sciita i grani rappresentano le lacrime del Profeta o di Fatima. Per le correnti mistiche dell’Islam, quali il Sufismo, il melograno è simbolo e richiamo della integrazione tra l’uno e il molteplice.

[Nota di Riccardo Gullotta]

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