non sono riuscita a riprodurla com’è scritta, mi dispiace — la trovate nel suo Facebook –

 

 

 

 

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UNA BELLA LIRICA, FORSE RECENTE, DI ROBERTO –SI CHIAMA–

 

melodramma d’agosto sull’ autostrada

 

 

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4 risposte a non sono riuscita a riprodurla com’è scritta, mi dispiace — la trovate nel suo Facebook –

  1. roberto rododendro scrive:

    bella, bella e proprio bella!! Soprattutto pechè non si vede!! 🙂 Apprezzo moltissimo lo sforzo. Un bell’abbraccio!

    • Chiara Salvini scrive:

      grazie dello spirito ! Questo computer ha qualcosa, ma adesso non abbiamo abbastanza soldi per chiamare il tecnico, comunque queste storie di cambiare gli spazi tra un verso e l’altro l’ha sempre fatto. Altrimenti avrei pubblicato il tuo romanzo. Si vede, eccome si vede e scritta giusta con gli spazi giusti, basta scendere di due giorni o di due post, dove c’è la poesia ! Meno male che hai aggiunto dello sforzo.. ho passato lì tutto il pomeriggio di ieri senza neanche uscire .. Lo faresti per me, o anche per riprodurre al computer una tua poesia : chieditelo, mi basta ! Caro sciù Roberto ! al maschile, si capisce.

  2. roberto rododendro scrive:

    e allora, ecco qua!

    melodramma d’agosto sull’autostrada
    Ce ne andiamo
    correndo come pazzi
    che siamo diventati
    o siamo proprio noi
    sopra l’Honda settecentocinquanta
    molto più veloci del vento
    che ci sferza il viso
    ci scompiglia i capelli
    e ci sfila gli abiti
    delle nostre memorie
    molto più veloci del tempo
    che ci sfiora e non c’invecchia
    che ci rincorre bambini
    ci spoglia degli anni
    ma lascia le ferite
    Il rombo del motore
    rimane lontano
    – così veloci fuggiamo –
    siamo sulle nuvole
    sul filo nero dell’autostrada
    senza voci senza rumori
    lasciati alle spalle i pensieri
    E’ un modo come un altro
    per morire laggiù
    dove comincia la curva a “U”
    o forse prima
    chi lo sa?

    dove incontreremo il sasso
    o la lattina di coca cola
    buttata da un allegro ragazzo
    un po’ teppista un po’ svagato
    – Così anche è la vita
    come la morte
    improvvisa insaziabile
    ma sempre risibile –
    Sento i tuoi seni premere
    sulla mia schiena sodi
    trafiggermi il cuore
    sotto la camicia leggera
    il calore del tuo inguine
    mi risucchia l’anima
    o quanto ne resta
    Quasi quasi mi fermerei
    – Che ne dici? –
    nei prati a lato
    nell’erba ancora verde
    sotto le nuvole e il cielo
    e se il tempo ci riprende
    non guarderemo
    con occhi chiusi o aperti
    noi non vedremo
    Un attimo di respiro
    un attimo almeno ora
    che stiamo per sparire
    in un groviglio di lamiere
    L’erba è ancora verde
    tenera e alta
    e ci nasconde alla gente
    che non ci sente e non ci vede
    se non grigi sui giornali
    – una chiazza di sangue
    un pezzo contorto di ferraglia
    ancora caldo ancora fumante –
    Oppure ora
    se all’improvviso decidessi
    di tirarmelo fuori
    rosso e duro come
    un pomodoro maturo
    proprio qui
    sul bordo dell’autostrada
    davanti ai turisti incolonnati
    col berrettino in testa
    la canottiera bianca
    sulla pelle squamata
    davanti ai bambini
    per nulla innocenti
    davanti alle mamme
    accaldate offese un po’ infoiate
    E tu
    col tuo culetto al vento
    così dolce così dolce
    che andiamo avanti e indietro
    avanti e indietro insieme
    come indecisi se vivere o morire

    fermiamoci un momento
    forse una sorte amica
    ci nasconderà dal tempo
    nei prati verdi nell’erba alta
    sotto un cielo senza nuvole e sole
    L’autostrada rimane sempre qui
    come l’Honda ancora calda
    come caldi siamo noi
    Forse abbiamo ancora un’ora
    forse abbiamo ancora un giorno
    almeno fino a domani.

    avevo già scritto una cosa ma m’è saltata. Dicevo che siamo accomunati, entrambi da due computer scassatelli 🙂 ne più ne meno di come siamo noi 🙂

  3. DONATELLA scrive:

    Concordo, nel senso che mi ci riconosco, sugli “scassatelli”. Pazienza! Bella la poesia di Roberto che intitolerei ” La dolce, assurda ala della giovinezza”.

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