LEONARDO DE COSMO, Il Dna antico racconta la storia dell’isola di Pasqua. I suoi abitanti non furono vittime di un suicidio ecologico – ANSA.IT — 18 SETTEMBRE 2024 –18.15 + LA LINGUA ” RONGORONGO “( = recitare ) da : LE SCIENZE + REPUBBLICA BOLOGNA

 

 

 

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Paesaggio nella zona meridionale dell’isola
Makemake

 

 

 

 

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Isola di Pasqua al tramonto
Redondo8 – Opera propria

 

 

 

 

ANSA.IT — 18 SETTEMBRE 2024 –18.15
https://www.ansa.it/canale_scienza/notizie/biotech/2024/09/18/il-dna-antico-racconta-la-storia-dellisola-di-pasqua_1033bb78-16d0-44c2-bfb9-3bcc0a862731.html

 

 

 

 

CARTINA DOVE SI TROVA L’ISOLA DI PASQUA –
MeteoWeb

 

 

 

 

Isola di Pasqua – Veduta

Isola di Pasqua – Veduta
Rivi – Opera propria

 

 

 

Isola di Pasqua – Mappa
Eric Gaba (Sting), translated by Elborgo – Translation of Image:Easter Island map-fr.svg

 

 

DA QUI : https://it.wikipedia.org/wiki/Isola_di_Pasqua

 

 

L’isola di Pasqua o Rapa Nui (in pasquenseRapa Nui, lett. “grande isola”, oppure Te Pito o te Henua, “l’ombelico del mondo”; in spagnoloIsla de Pascua) è un’isola dell’oceano Pacifico meridionale appartenente al Cile.

Recentemente, il governo cileno ha restituito la gestione del territorio alla comunità indigena locale.

 

Il parco si estende su di una superficie di poco più di 71,3 km² ed è stato istituito principalmente per proteggere e valorizzare i Moai, le famose statue erette fra l’XI e il XVI secolo dalle popolazioni polinesiane che abitavano sull’isola.

 

 

MOAI

 

I grandi busti, con dimensioni variabili tra 5 e 10 metri di altezza, che si trovano sull’isola sono chiamati moai. Sull’isola esistono 638 moai, secondo le ricerche condotte da Sebastian Englert. In seguito se ne contarono 887. Nonostante tali ricerche, il loro scopo non è noto con certezza. Le statue sono tutte rivolte verso l’interno dell’isola e potrebbero rappresentare capi tribù indigeni morti; secondo la credenza popolare avrebbero permesso ai vivi di prendere contatto con il mondo dei morti. Queste enormi statue venivano trasportate a volte per svariati chilometri, spesso non arrivando nel luogo prefissato (così si giustifica la presenza di statue abbandonate e spezzate sparse per l’isola), attraverso giochi di baricentro, permettendo agli abitanti dell’isola di trasportare queste gigantesche statue quasi facendole “camminare da sole” (come descritto dagli stessi isolani).

 

Nel 1935, nacque il Parco Nazionale. . L’UNESCO l’ha dichiarato Patrimonio Mondiale dell’umanità nella categoria del “bene culturale” l’8 dicembre 1995.

 

Attualmente è governato dalla Co-Amministrazione di due entità, la Rapa Nui People, rappresentata dalla Comunità indigena di Ma’u Henua e dalla National Forestry Corporation CONAF, rappresentante lo Stato del Cile. Queste istituzioni si occupano entrambe di garantire la manutenzione, il recupero, il ripristino, l’imboschimento e la cura dei siti del Parco

 

 

anche da :

https://it.wikipedia.org/wiki/Parco_nazionale_di_Rapa_Nui

 

 

 

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Foto aerea dell’intera isola
NASA – http://earth.jsc.nasa.gov/sseop/EFS/images.pl?photo=ISS005-E-15458

 

 

 

 

 

Il Dna antico racconta la storia dell’isola di Pasqua.

I suoi abitanti non furono vittime di un suicidio ecologico

 

 

 

 

 

L 'alba a Rapa Nui (fonte: Natalia Solar, CC license 4.0) - RIPRODUZIONE RISERVATA

L ‘alba a Rapa Nui (fonte: Natalia Solar, CC license 4.0) 

Non fu un ‘suicidio ecologico’ dovuto allo sfruttamento massiccio delle risorse naturali a determinare, nel XVII secolo, il collasso della comunità che viveva sull’Isola di Pasqua: contrariamente a quanto si è ritenuto finora, l’isola ha ospitato una piccola popolazione che è cresciuta costantemente fino agli anni Sessanta del XIX secolo e decimata dalle incursioni degli schiavisti peruviani.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Moai Rano Raraku all’alba
Alanbritom

 

 

 

A raccontare la vera storia degli abitati di Rapa Nui è la ricerca internazionale coordinata da Víctor Moreno-Mayar, dell’Università di Copenhagen, e alla quale la rivista Nature dedica la copertina.

 

La ricerca si è basata sull’analisi del Dna antico e ha analizzato i resti di 15 individui vissuti tra il 1670 e il 1950. La tecnica, premiata nel 2022 con il Nobel per la Medicina, permette di ricostruire i frammenti degradati e usarli come una sorta di orologio capace di tornare indietro nel tempo e ricostruire le dinamiche delle popolazioni antiche.

 

Dall’analisi è emerso il Dna degli individui più antichi contiene tracce di Dna dei nativi americani.

 

La popolazione dell’isola di Pasqua aveva quindi avuto contatti con le popolazioni del continente americano, probabilmente tra il 1250 e il 1430 d.C..

Insieme alle prove archeologiche e alle storie orali, questa scoperta suggerisce che i polinesiani potrebbero aver attraversato il Pacifico ben prima che gli europei arrivassero a Rapa Nui e ben prima che Colombo arrivasse nelle Americhe.

 

 

 

 

undefinedIl cratere di Rano Kau
ProfessorX – Opera propria

 

 

Rapa Nui è uno dei luoghi più remoti del mondo, a quasi 2.000 chilometri dall’isola abitata più vicina, eppure vi si sviluppò per secoli una misteriosa cultura che produsse anche enormi statue note come Moai.

 

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La sua popolazione è da sempre circondata da due grandi misteri: il primo legato ai motivi che ne portarono al rapido crollo, il secondo sui possibili contatti con l’America, distante 3.700 chilometri.

La nuova storia degli abitani di Rpa Nui “contraddice direttamente l’idea di un drammatico crollo della popolazione prima del contatto”, osserva Bárbara Sousa da Mota, dell’Università di Losanna e prima autrice dello studio.

 

 

LA RICERCATRICE  BARBARA SOUZA DA MOTA DELL’UNIV DI LOSANNA CHE PER PRIMA HA SCOPERTO  LA VERA STORIA DELL’ISOLA DI PASQUA ATTRAVERSO LO STUDIO DEL DNA  DEGLI ANTICHI ABITANTI


Bárbara Sousa da Mota, ha vinto uno dei più prestigiosi premi dell’ISMBE

da : 

X OfficialSMBE @OfficialSMBE
https://x.com/OfficialSMBE/status/1810403229487738955

 

 

 

 

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Ritratto di James Cook, uno dei primi europei a sbarcare sull’Isola di Pasqua.
Nathaniel Dance-Holland– from the National Maritime Museum, United Kingdom

 

 

 

 

 

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LA SPIAGGIA DI ANAKENA

Panorama of Anakena, Easter Island with two Ahu: the one in the foreground has one Moai; the one in the background has several.
Rivi – Opera propria

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Testo scritto in Rongorongo  ( VEDI AL FONDO SUL LINGUAGGIO )
Sconosciuto – Englert, Sebastian

 

 

 

 

Il dio Makemake scolpito su una roccia
Rivi~commonswiki discussione | contributi )

 

 

 

 

Fabián Sepúlveda M. – Opera propria

 

 

 

 

 

 

There are many heads beside the trail that leads to the quarry. Rapa Nui National Park, the moai factory. The moai were carved and then taken to the ahu (ceremonial platforms) all over the island, to honour the memory of the ancestors. The southern slope of the volcano is amazing to see with dozens of stone heads sticking out of the ground.completed on the moai.

 

 

 

 

Dennis G. Jarvis – Chile-03038 – So Many..

 

 

 

 

 

 

 

LA LINGUA RONGORONGO

 

1- SEGUE DA LE SCIENZE – 05 febbraio 2024

https://www.lescienze.it/news/2024/02/05/news/la_scrittura_a_rapa_nui_isola_di_pasqua_e_nata_prima_dellarrivo_degli_europei-15031395/

 

 

 

La scrittura a Rapa Nui (Isola di Pasqua) è nata prima dell’arrivo degli europei?

Fonte: Università di Bologna

COMUNICATO STAMPA

 

 

 

©  Università di Bologna

 

 

Una di quattro tavolette in legno con incisioni in Rongorongo potrebbe essere antecedente all’arrivo delle prime navi europee, negli anni venti del Settecento. La scoperta – realizzata da due gruppi di ricerca dell’Università di Bologna – potrebbe indicare la presenza sulla remota isola dell’Oceano Pacifico di una delle poche invenzioni indipendenti della scrittura nella storia umana.

 

Due gruppi di ricerca dell’Università di Bologna entrambi finanziati dallo ERC – Consiglio Europeo della Ricerca, insieme a studiosi internazionali, hanno pubblicato un articolo su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature, dimostrando che la ricerca altamente interdisciplinare porta a risultati di successo.

I due progetti ERC che hanno guidato lo studio sono INSCRIBE – Invention of Scripts and their Beginnings, guidato dalla professoressa Silvia Ferrara, e RESOLUTION, guidato dalla professoressa Sahra Talamo.
La ricerca si concentra su un sistema di scrittura indecifrato dell’Isola di Pasqua (Rapa Nui), chiamato Rongorongo. L’isola si trova in una delle zone più remote del mondo, situata nei recessi più profondi dell’Oceano Pacifico. La scrittura è stata inventata molto raramente nella storia dell’umanità, e trovare un’invenzione della scrittura potenzialmente originale in un luogo del genere è sorprendente.

Silvia Ferrara e Sahra Talamo hanno concepito l’articolo per far luce sulla cronologia della scrittura Rongorongo e per valutare se possa essere stata creata prima dell’arrivo sull’isola delle prime navi europee, negli anni venti del Settecento.

Poiché tutte le iscrizioni sono fatte di legno, il laboratorio BRAVHO (laboratorio del radiocarbonio di Bologna dedicato all’evoluzione umana) della professoressa Talamo ha prelevato campioni di cellulosa e ha prodotto per la prima volta una datazione al radiocarbonio accurata e precisa su quattro tavolette conservate in un piccolo museo di Roma. I due gruppi di ricerca si sono avvalsi anche dell’aiuto del botanico Mike Friedrich dell’Università di Hohenheim in Germania, per analizzare le specie arboree.
“Le date mostrano possibilità intriganti”, afferma la professoressa Talamo. “Una delle tavolette si distingue come un’anomalia nel nostro modello cronologico, mostrando un’età più avanzata antecedente all’arrivo degli europei, mentre le restanti tre tavolette indicano costantemente un periodo di utilizzo principale nel XIX secolo, sulla base di stime posteriori”.

“La datazione del legno della tavoletta – spiega la professoressa Ferrara – non necessariamente indica la data di incisione dell’iscrizione, ma date le circostanze di conservazione non possiamo ipotizzare una data molto successiva a quella in cui fu tagliato il legno utilizzato per la tavoletta”.

Sahra Talamo e Silvia Ferrara aggiungono: “Le nostre date confermano per tre delle quattro tavolette uno scenario in cui la popolazione locale scrisse i propri testi su supporti di legno provenienti da fonti esterne in un periodo successivo all’arrivo degli europei, ma questo, tuttavia, non implica che la scrittura da loro utilizzata non sia stata inventata”.

I glifi utilizzati sono infatti diversi rispetto a qualsiasi scrittura conosciuta e, anche in termini di inventario, non hanno paralleli vicini. Il Rongorongo potrebbe quindi rappresentare una delle poche invenzioni indipendenti della scrittura nella storia umana, aggiungendo uno strato di complessità alla narrazione dello sviluppo culturale e storico degli abitanti di Rapa Nui.

 
I risultati ottenuti da questa indagine possono avere implicazioni sullo studio dell’invenzione della scrittura a livello globale, fornendo una nuova contestualizzazione e nuovi approcci per capire quante volte la scrittura è stata creata da zero.

(La redazione di “Le Scienze” non è responsabile del testo di questo comunicato stampa, che è stato pubblicato integralmente e senza variazioni)

 

 

2- NOTA AGGIUNTA DALLA REPUBBLICA DI BOLOGNA- 7 FEBBRAIO 2024

 

https://bologna.repubblica.it/cronaca/2024/02/07/news/il_mistero_quasi_risolto_del_rongorongo_da_bologna_allisola_di_pasqua_lo_studio_che_puo_cambiare_la_storia_della_scritt-422071449/

 

 

 

 

 

Il mistero (quasi risolto) del Rongorongo: da Bologna all’Isola di Pasqua, lo studio che può cambiare la storia della scrittura

 

 

Di esempi di Rongorongo esistono però solo 27 tavolette sparse in tutto il mondo». Di cui quattro in un piccolo museo romano, che analizzate dal laboratorio Bravho dell’ateneo bolognese, specializzato in datazioni al radiocarbonio, hanno portato alla sorprendente scoperta.

«Nel mondo, accertate, esistono solo quattro sistemi di scritture autonome – osserva Ferrara – quello della Mesopotamia, dei Maia, l’egizio, il cinese. E questo già renderebbe la scoperta di grande interesse. Se poi aggiungiamo che da quel poco che sappiamo dei Rongorongo si trattava di una civiltà poco gerarchizzata, sarebbe una delle poche invenzioni indipendenti della scrittura della storia umana. Dimostrando che la creatività si è sviluppata anche lontano da civiltà particolarmente strutturate. Un secolo e passa di studi antropologici hanno sempre ritenuto che la scrittura sia scaturita all’interno di civiltà complesse. Sarebbe un risultato straordinario anche in ottica di decolonizzazione».

Per accertare l’ipotesi Ferrara e il suo team bolognese il prossimo luglio partiranno per l’Isola di Pasqua con una missione sostenuta da Erc, il Consiglio europeo della ricerca.

«L’obiettivo è trovare i precedenti grafici che hanno portato a quel sistema di scrittura. La tavoletta risulta datata intorno al 1450, i primi europei approdati a Rapa Nui sono gli olandesi, attestati nel 1722. Si tratterebbe di una scrittura inventata da zero».

Nell’isola gli studiosi cercheranno i simboli che potrebbero aver portato alla nascita della scrittura. «Nella storia dell’umanità – continua Ferrara – è sempre andata così. Il punto di partenza sono elementi grafici, poi rielaborati in una protoscrittura, fino a diventare un alfabeto. È stato così anche per il nostro alfabeto, che deriva da quello egizio, passando per il protosinaico, poi il fenicio, il greco fino all’etrusco e dunque al latino.

A rendere suggestiva la nascita della scrittura dell’isola di Pasqua è anche il fatto che la parola “rongorongo” significa “recitare” e tra l’altro, da quanto abbiamo potuto comprendere fino a qui, le 27 tavole sono tutte composte da testi narrativi».

 

 

la professoressa Silvia Ferrara, già autrice di “La grande invenzione. Storia del mondo in nove scritture misteriose” e “Il salto. Segni, figure, parole: viaggio all’origine dell’immaginazione”, entrambi per Feltrinelli.

 

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