IL MULINACCIO DEI CONTI GALLI TASSI A PIEVE DI SAN VINCENZO A TORRI ( XVII sec.), SCANDICCI, città metropolitana Firenze —una curiosità che speriamo di condividere + altro

 

 

 

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SAN VINCENZO A TORRI — SCANDICCI
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Mapa MICHELIN Scandicci - plan Scandicci - ViaMichelin

SCANDICCI – 9 km da  San Vincenzo a Torri

carta viaMichelin

 

 

 

 

 

FAI 
https://fondoambiente.it/luoghi/mulino-dei-conti-galli-tassi-e-pieve-di-san-vincenzo-a-torri-luogo-del-cuore

 

Il Mulinaccio oggi è un reperto di architettura industriale del XVII secolo, diventato quasi invisibile a causa della vegetazione che lo ricopre, ma per quasi un secolo a cavallo fra il Seicento e il Settecento ha svolto un’intensa attività molitoria con ben tre palmenti, sfruttando la pressione dell’acqua di un lago artificiale realizzato dalla famiglia Galli, nei pressi della propria residenza, la Villa dei Lami.

 

 

 

, MULINO DEI CONTI GALLI TASSI E PIEVE DI SAN VINCENZO A TORRI (LUOGO DEL CUORE), SCANDICCI, FIRENZE

 

 

 

 

, MULINO DEI CONTI GALLI TASSI E PIEVE DI SAN VINCENZO A TORRI (LUOGO DEL CUORE), SCANDICCI, FIRENZE

FOTO FAI

 

 

 

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veduta dei ruderi di un secondo mulino più a valle
https://it.wikipedia.org/wiki/Mulinaccio_di_Scandicci#/media/File:Mulinacio_ripresa.jpg

 

 

 

 

SEGUE DA :
https://www.isolottolegnaia.it/galli-tassi

 

 

 

LA STORIA IN BREVE DELLA FAMIGLIA GALLI TASSI

 

Leonardo Colicigno Tarquini, storico dell’arte medioevale

 

Originaria di Prato, dove praticava la fabbricazione ed il commercio di utensili metallici, la famiglia Galli (divenuta a seguito di un matrimonio Galli Tassi) si trasferì a Firenze nella prima meta del XVI secolo con Agnolo di Matteo che ottenne la cittadinanza fiorentina nel 1571. I suoi figli, Matteo e Lorenzo, aprirono in via di Porta Rossa un “banco-giro”, e all’inizio del XVII secolo la famiglia acquistò e fece restaurare il palagio di via dei Pandolfini che porta il loro nome ( VEDI FOTO SOTTO )

Qui i Galli Tassi riunirono un’importante collezione di splendidi dipinti menzionata da Filippo Baldinucci, il “Vasari” del tardo Seicento fiorentino.

 

Palazzo Galli-Tassi, in via Pandolfini a Firenze. Foto Wikipedia.Palazzo Galli-Tassi, in via Pandolfini, 20, a Firenze. Foto Wikipedia

Avvicinandoci all’odierno territorio scandiccese, nel 1623 i Galli-Tassi acquistarono dai Nerli l’antico Castello di Fezzano che a seguito del passaggio di proprietà assunse il nome di Castello (o Villa) di Torregalli.

Durante tutto il Seicento furono numerosi gli ampliamenti e abbellimenti promossi dai Galli Tassi, a partire dai due nuovi fabbricati sul lato sud presso l’ingresso principale della villa.

Nell’orto della villa di Torregalli nacquero due  grandi “poponi vernini” che attirarono l’attenzione di importanti naturalisti toscani, come Pier Francesco Micheli, e artisti, come Bartolomeo Bimbi, pittore di corte di Cosimo III de’ Medici, che per ordine dello stesso granduca li immortalò in un dipinto un tempo esposto insieme a soggetti analoghi nei saloni della Villa Medicea ‘La Topaia’, e che oggi lo possiamo ammirare nella sezione ‘Arte e Scienza’ del Museo della “Specola”.

Agli anni Trenta del Seicento risale il ciclo di affreschi di Baccio del Bianco riproducente episodi tratti da Il Pastor Fido, «tragicomedia pastorale» di Giovan Battista Guarini, andata in scena per la prima volta a Venezia nel 1590. Gli affreschi di Torregalli rappresentano una  versione “ridotta” del ben più famoso ciclo che lo stesso del Bianco aveva realizzato per il palazzo Galli Tassi in via Pandolfini.

 

 

Baccio del Bianco, Storie tratte dal Pastor Fido. Fonte Wikipedia.Baccio del Bianco, Storie tratte dal Pastor Fido. Foto Wikipedia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bartolomeo Bimbi, Due 'poponi vernini', fine XVII secolo, Firenze, Museo di Storia Naturale- 'La Specola'. Foto dell'autore.Bartolomeo Bimbi, Due ‘poponi vernini’, fine XVII secolo, Firenze, Museo di Storia Naturale- ‘La Specola’. Foto dell’autore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Castello di Torregalli, appartenuto ai Galli Tassi fino al 1863. Foto Wikipedia.
Il Castello di Torregalli, appartenuto ai Galli Tassi fino al 1863. Foto Wikipedia.

Nelle colline di Scandicci si trova un’altra imponente villa, Villa ‘I Lami’, in via di Marciola, la dimora signorile tardo-rinascimentale più famosa di Scandicci, preceduta da Villa ‘I Collazzi’. A differenza di quest’ultima, il cui progetto è stato attribuito dalla critica a Santi di Tito, ignoriamo l’identità dell’architetto della villa dei Galli Tassi, ma sicuramente Villa ‘I Lami’ può essere considerata il suo capolavoro. Secondo l’interpretazione avanzata da Giuseppe Garbarino, i committenti avrebbero chiesto al progettista un edificio che avesse tutti i “comfort” tipici delle residenze signorili di campagna, ma al tempo stesso, che fosse degno di un palazzo cittadino.

L’edificio, separato dalla strada di Marciola da un prato e da un basso muro con cancellata, si presenta con una lunga facciata bianca e due alte torrette ai lati, sinonimo della severa semplicità tipica dell’architettura fiorentina cinquecentesca, e un bel viale di cipressi che scende verso il borro del Masseto.

Villa I Lami, via di Marciola, Scandicci. Foto dell'autore.

Villa ‘I Lami’, via di Marciola, Scandicci. Foto dell’autore.

 

 

Questa carrellata dei beni culturali legati alla famiglia Galli Tassi si conclude con la storia di un interessante esempio di architettura paleoindustraile: il “Mulinaccio”.

Nel 1634 i Galli Tassi decisero di costruire una diga lungo il borro del Masseto, non tanto distante dalla loro villa, allo scopo di formare un lago artificiale per creare un vivaio. Nel 1648 alla diga fu addossato un mulino, che risultava già operativo nel 1653.

Purtroppo il mulino dei Galli Tassi non ebbe vita facile: funzionò sempre in maniera difficoltosa a causa delle colate di fango che impedivano il corretto funzionamento delle macine.

Il Mulino cessò la sua attività nel 1774, mentre il lago retrostante venne prosciugato nel 1833, anno in cui due fratelli vi trovarono la morte.

 

 

 

 

 

vecchio rudere di mulino idraulico conosciuto come Il Mulinaccio di Scandicci immerso nel bosco nei pressi di San Vincenzo a Torri in provincia di Firenze, Italia

 

Il Mulinaccio, attivo dalla metà del XVII fino alla seconda metà del XVIII secolo.
FOTO ADOBE STOCK

Bibliografia dell’articolo
F. BALDINUCCI, Notizie de’ professori del disegno da Cimabue in qua, 5 voll., per cura di F. Ranalli, Firenze, per V. Batelli & Compagni, 1845-1847, V, 1847, pp. 458-460 (ediz. or. Firenze 1681-1728).
Scandicci. Itinerari storico-artistici nei dintorni di Firenze, a cura di D. Lamberini, Firenze, Ponte alle Grazie, 1990.
G. GARBARINO, Salire in Alto, 2, Firenze, AB Edizioni, 2019.

 

 

ALTRE FOTO DA ADOBE STOCK

vecchio rudere di mulino idraulico conosciuto come Il Mulinaccio di Scandicci immerso nel bosco nei pressi di San Vincenzo a Torri in provincia di Firenze, Italia
vecchio rudere di mulino idraulico conosciuto come Il Mulinaccio di Scandicci immerso nel bosco nei pressi di San Vincenzo a Torri in provincia di Firenze, Italia
paesaggio naturale boschivo nei pressi di San Vincenzo a Torri, nel comune di Scandicci, in provincia di Firenze, Italia
paesaggio naturale boschivo nei pressi di San Vincenzo a Torri, nel comune di Scandicci, in provincia di Firenze, Italia
paesaggio naturale boschivo nei pressi di San Vincenzo a Torri, nel comune di Scandicci, in provincia di Firenze, Italia
vecchio rudere di mulino idraulico conosciuto come Il Mulinaccio di Scandicci immerso nel bosco nei pressi di San Vincenzo a Torri in provincia di Firenze, Italia

SE VOLETE, PER CURIOSITA’, VEDERE LE COSE CHE SI POTREBBERO VEDERE A  PIEVE DI SAN VINCENZO A TORRI CHE HA 641 ABITANTI ( https://italia.indettaglio.it/

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