PAOLO RODARI, Meister Eckhart e la divinità senza nome — IL MANIFESTO — 6 SETTEMBRE 2024 + altro

 

 

IL MANIFESTO — 6 SETTEMBRE 2024
https://ilmanifesto.it/meister-eckhart-e-la-divinita-senza-nome

 

 

 

LdMPress- 2024

 

 

 

 

Meister Eckhart e la divinità senza nome

 

SCAFFALE. Due testi del mistico tedesco, a cura di Marco Vannini per Lorenzo de’ Medici Press

 

 

Meister Eckhart e la divinità senza nome

Meister Eckhart

 

 

 

Ha ottenuto  il baccalaureato in filosofia e teologia presso la Lateranense e successivamente la licenza in teologia fondamentale (riconosciuta come seconda laurea italiana) presso la Gregoriana con una tesi con il professor Carmelo Dotolo dedicata ai cosiddetti Nones, i «senza Dio» di cui nel Quaderno 3951 si è occupata anche Civiltà Cattolica. Nel 2022, esce da Repubblica perché nominato vicedirettore del GRUPPO ATHESIS, UNA MEDIA COMPANY  CHE RAGGIUNGE  LE PERSONE CHE ABITANO A VERONA VICENZA BRESCIA E MANTOVA–dove è rimasto 6 mesi e mezzo; dal 2023 lavora nella redazione cultura della Radiotelevisione della Svizzera italiana (RSI).

 

 

 

 

 

C’è una luce nel fondo dell’essere umano sempre accesa anche se ricoperta e oscurata da volizioni di ogni tipo – desideri, paure, speranze –, per cui solo un completo distacco la fa emergere e risplendere. Per entrarvi in contatto non servono mediatori, non serve alcuna religione, giacché esiste prima e al di là di qualsiasi opera intermediaria.

È l’estrema sintesi dell’esplosivo pensiero del filosofo e mistico tedesco Meister Eckhart di cui due testi inediti in italiano sono stati da poco pubblicati da Lorenzo de’ Medici Press con la cura di Marco Vannini: Meister Eckhart. Luce dell’anima, è il titolo del volume (pp. 186, euro 18). Si tratta di due testi preziosi perché confermano la potenza di un pensiero che spaventò nel Medioevo l’istituzione cattolica tanto che lo giudicò eretico. Dopo Eckhart, tuttavia, fu la mistica renana a non arrendersi e, in scia al maestro domenicano, a spingere per l’affermarsi di una nuova religiosità fondata sulla «vera» essenza dell’essere umano, e cioè sul suo rapporto di identità e non di differenza rispetto a Dio.

 

PER QUESTO, nonostante i ripetuti sospetti vaticani di eresia ( è in quegli anni che Margherita Porete viene bruciata come eretica per il suo Specchio delle anime semplici ), i discepoli di Eckhart, da Giovanni Tauler ad Enrico Suso, insistono sull’inutilità di una mediazione da parte della Chiesa. C’è «una luce nell’anima dove non è mai penetrato il tempo e lo spazio», scrive Eckhart. Ed è in questa luce che «l’uomo deve permanere». È paradossale ma è su questa dicotomia che ancora oggi il cristianesimo gioca gran parte del suo futuro. I luoghi di culto cristiani sono sempre meno frequentati perché propositori di una visione di Dio nella quale in molti non si ritrovano. Dio, per il cristianesimo tradizionale, è un’entità esterna all’essere umano e che, a suo piacimento, interviene nella storia. Dio, per i seguaci di Eckhart e per tutti i cosiddetti post-teisti che ritengono che secoli di cristianesimo tradizionale vadano superati, è tutt’uno con l’essere umano. Quest’ultimo è per sua natura da sempre in comunione con il divino, seppure di Dio nessuno possa affermare alcunché di certo. E, infatti, ciò che l’essere umano «veramente» può dire di sapere, secondo Eckart, è «la non conoscenza» di Dio, la sua assoluta trascendenza.

 

Oggi il pensiero post-teista è guardato con sospetto dalla teologia più allineata all’istituzione ecclesiastica. Così, fra il 1200 e il 1300 fu per Eckhart che sostenne per primo che quello che in vario modo i teologi chiamano Dio non è altro che un frutto della immaginazione umana, un prodotto a servizio dei propri bisogni, legami e dunque, spiega Vannini, «del nostro ego».

«Prego Dio che mi liberi da Dio», afferma Eckhart nel sermone «Beati pauperes spiritu», rivolgendosi così al vero Dio, alla «Gottheit», la divinità senza nome che vive nel fondo di ogni anima e che sola può aiutare l’essere umano a liberarsi dalle false rappresentazioni che si è fatta di lei.

 

CI VUOLE CORAGGIO per rifare daccapo un cristianesimo ritenuto figlio di secoli di menzogna. Eppure, questo, di fatto, chiede Eckhart a coloro che come Plotino intendono «scolpire» nella verità «la propria statua». Per conoscere sé stessi, e insieme Dio, è necessario quell’«Áfele pánta», quel «togli via tutto» con cui lo stesso Plotino postulò il necessario distacco da sé e da ogni cosa che solo permette di fondarsi sulla verità. «La luce di Dio brilla nelle tenebre», aveva del resto già compreso l’evangelista Giovanni.

 

Sono in molti oggi a definire Eckhart «il massimo mistico cristiano», nonostante per l’ardire della sua speculazione fu messo sotto processo dalla Chiesa e condannato per eresia. Eckhart rimase sempre fedele al suo pensiero: le mitologie religiose, le teologie, sostiene non discostandosi da Hegel e dal suo giudizio negativo sullo «spirito», sono «fuorvianti» in quanto propongono immagini di Dio come altro, diverso se non opposto al nostro essere. Per cui occorre tutta la forza dell’intelligenza, che distacca, per liberarsi da tali immagini e poter così conoscere noi stessi, il nostro proprio fondo. «Qui – scrive Eckhart – il fondo di Dio è il mio fondo». Dio, qui, è nell’«eterno presente», qui «arde e splende incessantemente con tutta la sua ricchezza», nella «quiete», seppure «inesprimibile» e «innominabile»

 

Paolo Rodari – Giornalista della Radiotelevisione della Svizzera italiana, ha iniziato al Riformista, poi al Foglio, quindi inviato a Repubblica

 

NOTA —

 

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UNA STAMPA DFEL QUATTROCENTO CHE RITRAE
MARGHERITA PORETE
Des dodes dantz, printed in Lübeck in 1489

 

 

 

MARGHERIRA PORETE

 

Lo specchio delle anime semplici - Margherita Porete

CASA EDITRICE LE LETTERE, 2018

 

 

Solo ai nostri giorni lo Specchio delle anime semplici è stato attribuito a Margherita Porete, straordinaria personalità di donna, di cui, peraltro, sappiamo solo quel poco che risulta dal processo per eresia, per il quale fu bruciata a Parigi nel 1310. Tra prosa e poesia, in forma di dialogo – anzi, di “contrasto” – il libro descrive i gradi del cammino d’amore dell’ anima che cerca Dio, scoprendo la necessità di andare, per amore, oltre l’amore, ovvero, per Dio, oltre Dio, finché, nel completo distacco da se stessa, fattasi a, si trasforma in Dio stesso. Giudicata pericolosa e perciò occultata per secoli dalla condanna ecclesiastica, l’opera fu però nota ed amata da alcune grandi personalità della storia della mistica, come ad esempio santa Caterina da Genova, ed oggi, libera da censure, appare in tutto il suo rilievo. Non a caso anche Meister Eckhart, presente a Parigi nel medesimo periodo del processo e della morte di Margherita, trasse proprio dallo Specchio alcune delle sue tesi più radicali e paradossali sul a dell’ anima e sul a divino. La presente versione in lingua italiana, con originale a fronte, introduzione e un ricchissimo apparato di note, permette al lettore l’incontro con un libro ai vertici della spiritualità cristiana.

 

 

Marguerite Porete ( Hainaut / Vallonia- Belgio, 1250/1260 – Parigi1º giugno 1310 ) è stata una religiosa e scrittrice francese, autrice de Lo specchio delle anime semplici, un’opera sulla spiritualità cristiana riguardante l’agape.

Fu bruciata sul rogo per eresia a Parigi il 1º giugno 1310 in Place de Grève[1], dopo un lungo processo per aver rifiutato di togliere il suo libro dalla circolazione e per aver rifiutato di ritrattare le sue idee. Il libro è considerato una delle fonti principali della dottrina medievale dell’eresia del Libero Spirito[2].

 

 

Hainaut – Localizzazione

 

HAINAUT 

Antica contea imperiale, fu ereditata da Carlo d’Asburgo (il futuro Carlo V) nel 1506. Nel 1556 Filippo II la incorporò alla corona spagnola. Nel 1678, a seguito della Trattato di Nimega, gran parte del suo territorio passò alla Francia di Luigi XIV. Nel 1713, con il Trattato di Utrecht, la contea divenne parte dei Paesi Bassi austriaci, poi della Francia rivoluzionaria (1795) con il nome di dipartimento di Jemappes. Nel 1815 l’Hainaut fu incorporato al Regno dei Paesi Bassi e nel 1839, a seguito del Trattato di Londra, al Belgio.

La capitale è MONS. Le città più importanti nella provicina dell’Hainaut sono, oltree a Mons, Charleroi, Chimay,  La Louvière, Ath, Binche, Comines, Thuin e Tournai. –

https://www.belgio.info/vallonia/

 

 

QUALCHE FOTO DI MONS

 

Smoke Pollution

è una città che soffre per l’ inquinamento  dell’aria

 

 

Belgium, Province of Hainaut, Mons, cafes and restaurants at the central square

i bar in una delle piazze centrali

 

 

 

Bergen from the Belfry

 

La parte centrale della città vista dalla torre civica  Beffroi

 

 

 

 

 

 

 

 

Texture of multi-colored cobblestone street in Mons

una strada colorata di Mons

 

 

 

 

View Of Cityscape

tetti belli della città vecchia

 

 

Scenic View Of Cityscape

vista della città

 

 

ILLUSTRATIONS CITY MONS

La piazza principale di Mons

 

 

 

Heavy clouds over Grand Place in Mons

un edificio della piazza grande di Mons

 

 

 

Beautiful street in Mons

una vecchia stradina

 

 

 

Belgio-altamente dettagliata mappa

una mappa dettagliata del Belgio- L’Hainaut è ai confini con la Francia

 

 

 

Panoramic of the Mons square

il vecchio Comune nella piazza principale

 

 

 

Christmas market

La stessa piazza con le bancarelle di Natale, sembrano delle vere casette e non solo banchi di esposizione

 

 

 

Overturned Carriage

19 febbraio 1959 — operai in sciopero

 

 

 

Belgio, Mons - Collegiata di Sainte-Waudru

interno della Collegiata di Sainte-Waudru, chiesa gotica iniziata nel Quattrocento, è uno dei capoilavori del Gotico Brabantino

Quando santa Valdetrude decise di donarsi alla vita religiosa si ritirò su una collina, al riparo dal vento e dalle inondazioni. Nella seconda metà del VII secolo vi fondò un piccolo oratorio, forse a graticci, con una comunità religiosa. Sarà la nascita della città di Mons.
da : https://it.wikipedia.org/wiki/Collegiata_di_Santa_Valdetrude

 

 

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La parte absidale
PMRMaeyaert – Opera propria

 

 

 

 

La Collégiale Sainte-Waudru | visitMons - Portail Touristique Officiel de la Région de Mons

La Facciata

foto Visit Mons

 

 

 

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Mons vista dalla campagna

Jean-Pol GRANDMONT – Opera propria

 

 

 

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Una strada di Mons

Jean-Pol GRANDMONT – Opera propria

 

 

 

La casa di Van Gogh

La casa di Van Gogh a Cuesme ( Mons )
Jean-Pol GRANDMONT – Opera propria

 

le ultime tre foto sopra sono di:

https://it.wikivoyage.org/wiki/Mons

 

 

 

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