Osservatorio democratico sulle nuove destre @ODNDItalia, 31 luglio 2024 + SAVERIO FERRARI, Un racconto che va alle radici della strategia della tensione, IL MANIFESTO 31 luglio 2024

 

 

 

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Osservatorio democratico sulle nuove destre @ODNDItalia

 

 

 

 

 

Riccardo Rosa

Nottataccia a piazzale Lotto

Pendragon, giugno 2024

Pp. 137

Un delitto, un “biondino” e l’alba della strategia della tensione

Febbraio 1967, Milano, stazione di servizio Esso di piazzale Lotto. È notte fonda. Al termine di una rapina finita male, il benzinaio cade per terra ucciso da un colpo di pistola. L’omicida arraffa un bottino di appena 8.660 lire e si allontana tranquillamente, ma un automobilista di passaggio ha il tempo di vederlo, per poi descriverlo alla polizia. L’assalto suscita molto scalpore e i giornali battezzano il malvivente “il biondino di piazzale Lotto”. Inizia così un lungo iter processuale che vede protagonisti carabinieri, poliziotti, avvocati, PM, giudici, imputati e testimoni, in un susseguirsi di interrogatori, confessioni, ordinanze e colpi di scena, alla ricerca della verità. Per l’assassinio era stato inizialmente arrestato e processato un innocente, ma alla fine si scoprirà che nella vicenda erano coinvolti giovani che diverranno negli anni successivi militanti di spicco della destra eversiva e che l’episodio si colloca all’alba della strategia della tensione, definita dal giudice Guido Salvini come  “una serie di attentati terroristici, inizialmente dimostrativi, comunque non rivendicati, effettuati in luoghi pubblici, mirati a creare paura e a fare in modo che la maggioranza della popolazione chiedesse una sterzata autoritaria”.

 

 

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IL MANIFESTO  31 LUGLIO 2024
https://ilmanifesto.it/un-racconto-che-va-alle-radici-della-strategia-della-tensione

 

 

Un racconto che va alle radici della strategia della tensione.

Indagini. Il libro di Riccardo Rosa «Nottataccia a Piazzale Lotto», ripercorre la vicenda terminata processualmente solo nel 1976 e che vide il coinvolgimento di due fra i più noti neofascisti divenuti successivamente figure di spicco dell’eversione nera

 

Un racconto che va alle radici della strategia della tensione

 

 

 

 

ANPI Casalmaggiore, due chiacchiere con Saverio Ferrari al ...

SAVERIO FERRARI  foto : https://www.oglioponews.it/2016/11/12

 

 

 

Dell’uccisione a scopo di rapina, nella notte fra 9 e il 10 febbraio 1967 in Piazzale Lotto a Milano, del benzinaio Innocenzo Prezzavento, freddato con due colpi di pistola, se ne era già occupato nel lontano 1973 il giornalista Guido Vergani (L’«assassino» di Piazzale Lotto edito da Longanesi), che raccolse la testimonianza del protagonista innocente di uno degli episodi giudiziari tra i più clamorosi della nostra storia giudiziaria.

 

ORA È LA VOLTA di Riccardo Rosa con Nottataccia a Piazzale LottoUn delitto, un «biondino» e l’alba della strategia della tensione, (Pendragon, pp. 136, euro 15), che ha ripercorso la vicenda terminata processualmente solo nel 1976 e che vide il coinvolgimento di due fra i più noti neofascisti divenuti successivamente figure di spicco dell’eversione nera: Gianni Nardi e Giancarlo Esposti. All’inizio fu arrestato un giovane di 25 anni con piccoli precedenti (tra l’altro il furto dell’auto del popolare attore Walter Chiari), Pasquale Virgilio, che addirittura confessò il delitto per poi ritrattare accusando i carabinieri di averlo picchiato. A peggiorare la sua situazione ci fu anche il riconoscimento, in verità assai discutibile, da parte di un testimone. Divenne «Il biondino di Piazzale Lotto», una definizione, come scrive Rosa, «usata e abusata da tutti i quotidiani», per una rapina con il morto che aveva fruttato solo 8.660 lire.

 

La testimonianza di Marcello Dal Buono, proveniente dagli ambienti della Giovane Italia, l’organizzazione giovanile missina, che indicava in un certo «Roberto, detto il parà» il vero assassino, conosciuto a casa di Gianni Nardi, un salotto della «Milano bene», frequentato anche da Giancarlo Esposti, dove si «parlava di rivoluzione, armi e politica» ma anche di «rapine», non venne ritenuta attendibile.

Fino alla deposizione, il 16 maggio 1969, dell’avvocato Giandomenico Pisapia, «arcinoto in tutto il Paese», una figura di assoluta onorabilità e credibilità, che chiese di essere sentito «onde evitare un possibile errore giudiziario», una manciata di ore prima che la Corte emettesse la sentenza, certamente di condanna all’ergastolo per Pasquale Virgilio. Disse di aver «appreso» da una persona «fatti e circostanze» che escludevano «l’imputato Virgilio dalla responsabilità del delitto». Non poté aggiungere altro per non violare «il segreto professionale».

 

VIRGILIO VENNE ASSOLTO con la formula più ampia «per non aver commesso il fatto», con la conseguente riabilitazione del racconto di Marcello Dal Buono e l’apertura di una nuova indagine che portò alla sbarra Roberto Rapetti («il parà») come esecutore materiale del delitto e Gianni Nardi (resosi latitante) per averlo spalleggiato in un’altra rapina. Per Esposti, accusato di aver aiutato Rapetti a sbarazzarsi delle canne della pistola, arrivò una provvidenziale amnistia.
Alla fine Rapetti, reo confesso, fu condannato a 16 anni e Nardi a due anni e otto mesi.

 

In seguito emergeranno i rapporti sia con Gladio (Nardi) e sia con i servizi segreti (Esposti), con relative protezioni e denaro da parte dei carabinieri in favore di due tra i picchiatori più in vista della centralissima Piazza San Babila dei primi anni Settanta. Due terroristi.

Finiranno male: Esposti ucciso in uno scontro a fuoco con le forze dell’ordine a Pian del Rascino, il 30 maggio 1974, nell’ambito di un tentativo volto ad assassinare il Presidente della Repubblica, Nardi morto in un incidente stradale nel settembre 1976 a Palma di Maiorca dove si era rifugiato.

 

QUANTO MAI UTILE nel libro l’intervista finale al giudice Guido Salvini, per inquadrare il ruolo dei fascisti di quegli anni, inseriti come Esposti e Nardi, «a pieno titolo nella prospettiva» di «una sterzata autoritaria», seminando «azioni terroristiche» con «la promessa di rimanere impuniti» da parte degli apparati di polizia e dei «servizi d’informazione». Reclutati per tempo, quando ancora, giovanissimi, si dedicavano alle rapine.

 

 

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Metto il video anche se sul mio computer si sente malissimo, non so per voi..

 

 

ANPI Provinciale Milano– 13 APRILE 2024

Criminalità e neofascismo eversivo a cura di Saverio Ferrari

video, 1h 19 min.

SEGUONO IMMAGINI DAL MANIFESTO

METAMORFOSI

Metamorfosi significa trasformazione, di una creatura o di un oggetto in un altro. Che sia una forma animata o non animata fa la differenza ma non troppo: dalla letteratura alle specie vegetali passando per il mito, l’attrazione fatale per l’eterno mutare.

Dalla settimana di ferragosto nelle pagine culturali del manifesto.

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