CHIARA CRUCIATI, Per terra e cielo, invasa mezza Cisgiordania–IL MANIFESTO 29 AGOSTO 2024 + alcune note che si possono saltare

 

 

 

 

IL MANIFESTO 29 AGOSTO 2024
https://ilmanifesto.it/per-terra-e-cielo-invasa-mezza-cisgiordania

 

 

 

 

 

 

CARTINA DI
SoWhAt249 – Opera propria

 

 

Per terra e cielo, invasa mezza Cisgiordania

 

 

Medio Oriente. Operazione israeliana a Jenin, Tulkarem e Tubas. Dieci combattenti uccisi, campi devastati. Ordinato il coprifuoco per 80mila persone

 

 

Per terra e cielo, invasa mezza Cisgiordania

Una madre fermata e in attesa di essere identificata dall’esercito israeliano durante l’operazione scattata a Jenin
foto di Alaa Badarneh/Ansa

Segue le pagine internazionali, dalla scrivania di via Bargoni e dalle città del Medio Oriente. Vicedirettrice del manifesto

 

 

L’operazione militare lanciata ieri racconta una storia lunga sei decenni: è la Cisgiordania il vero obiettivo di Israele, non Gaza. Di Gaza non sa che farsene: territorio tra i più ricchi e liberali prima del 1948, dalla Nakba è una terra disastrata, definitivamente annichilita dall’assedio totale iniziato nel 2007. Dentro ci vivono 2,2 milioni palestinesi, praticamente lo stesso numero della Cisgiordania ma in un fazzoletto di terra infinitamente più piccolo.

Ariel Sharon nel 2005 ordinò il ritiro di esercito e coloni non perché spinto da un inatteso desiderio di pacificazione, e difatti l’occupazione non è finita, si è solo resa invisibile.

 

Apparizioni improvvise, «da remoto»: bombardamenti a tappeto e confini sigillati. Si ritirò perché Gaza non interessa.

 

La Cisgiordania è un’altra cosa: è «Giudea e Samaria», così la chiamano le autorità israeliane; è terra destinata a Israele, così la pensa l’ultradestra messianica oggi al governo.

 

 

 

 

nota:  ” GIUDEA E SAMARIA ” = CISGIORDANIA  ( per gli Ebrei )

Il nome usato in inglese, “West Bank” (sponda occidentale) venne apparentemente utilizzato per la prima volta dai giordani dal 1950, all’epoca della loro annessione della regione, ed è un’abbreviazione di “sponda occidentale del fiume Giordano“; mentre il Regno di Giordania si estende sulla sponda orientale. Il nome Giudea e Samaria è invece di origine biblica e risale al tempo in cui la regione era abitata dal popolo ebraico. Gli israeliani si riferiscono alla regione come un’unità: il “West Bank” (ebraico: “HaGada HaMa’aravit” “הגדה המערבית”), o come due unità: Giudea e Samaria (ebraico: “Yehuda” “יהודה”, “Shomron “” שומרון “), i due regni biblici (a sud il Regno di Giuda e a nord il Regno di Israele – la cui capitale era una volta la città di Samaria). I termini geografici “Giudea” e “Samaria” sono in continuo uso da parte degli ebrei dai tempi biblici. Tuttavia questo nome è criticato a causa del suo uso politicizzato da parte dei coloni israeliani. Il mondo arabo e, in particolare, i palestinesi osteggiano fortemente la dizione “Giudea e Samaria”, nel cui uso ritengono si riflettano mire espansionistiche di Israele. Invece, si riferiscono alla zona come alla “Cisgiordania”.

 

DA : https://it.wikipedia.org/wiki/Cisgiordania#

 

 

 

 

CARTINA LIMES

 

*** RIPRENDE L’ARTICOLO DI CHIARA CRUCIATI

 

È l’obiettivo: confiscare più terra possibile con meno palestinesi possibile e realizzare un’annessione di fatto, come ora dice anche la Corte internazionale di Giustizia. Con buona pace della soluzione a due stati che riempie la bocca delle cancellerie occidentali.

In questi due anni di governo di ultradestra il progetto è stato portato avanti con l’ausilio dei coloni – in apparenza civili che operano per conto loro, in realtà braccio armato dell’autoritàe dai raid militari quasi quotidiani dentro le città (652 i palestinesi uccisi dal 7 ottobre). I

Ieri si è raggiunto un nuovo apice, con 80mila palestinesi prigionieri a Jenin, Tulkarem e Tubas e un assalto per terra e per cielo ( vedi cartina all’inizio ).

 

VENTIDUE ANNI FA l’invasione delle città cisgiordane avvenne in piena Seconda Intifada. ( 28 settembre 2000 – 8 febbraio 2005 )

La vita si fermò, la quotidianità divennero i funerali, gli scontri armati, i coprifuoco, gli arresti di massa e gli assedi, con due città simbolo della brutalità della risposta alla sollevazione palestinese:

 

la Chiesa della Natività a Betlemme

La basilica della Natività e le cantonate di Repubblica.it | Terrasanta.net

Terrasanta.net

Betlemme - Basilica della Natività | Custodia Terrae SanctaeLa  Natività a Betlemme
Custodia Terrae Sanctae

 

 

e la Muqata, il palazzo presidenziale, a Ramallah.

 

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La Muqata’a, con il QG del presidente dell’OLP
Lily

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Il mausoleo di Arafat. Al centro del parallelepipedo si scorge la tomba di ‘Arafāt
OneArmedMan – I took with my photcamera

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Epitaffio (oggi all’interno del mausoleo) che dice: “In nome di Dio Clemente Misericordioso. Mausoleo del defunto presidente Yāser ‘Arafāt. Dio abbia misericordia di lui.”
Effi Schweizer – Opera propria

 

 

 

 

 

Nella prima avevano cercato riparo 230 palestinesi, tanti combattenti; nella seconda viveva Yasser Arafat, leader dell’Olp e dell’Autorità nazionale palestinese.

L’operazione iniziata ieri ricorda Scudo Difensivo, ( 29 maggio – 3 marzo 2002) la più grande operazione militare nella Cisgiordania, dopo la guerra dei sei giorni del 1967. .

Un’azione coordinata, lanciata in piena notte, che travolge la Cisgiordania settentrionale e i campi profughi negli ultimi anni alcova alla rinnovata lotta armata palestinese, Jenin, Tulkarem, Tubas. Poche ore dopo, nel primo pomeriggio, colonne di soldati a piedi sono penetrate a Shuafat, il campo a nord-est di Gerusalemme.

 

La redazione consiglia:

Negoziato e bombe senza preavviso. Nella Striscia la tregua può attendere

 

 

I coprifuoco, gli ultimatum dell’esercito che danno tre ore ai residenti del campo di Nur Shams – a est di Tulkarem – per andarsene, il ministero degli esteri che evoca l’«evacuazione» del nord della Cisgiordania ricordano anche altro.

Fanno pensare a Gaza, modalità simili, stesso obiettivo: ridurre la popolazione palestinese in spazi sempre più piccoli.

 

Che è poi l’obiettivo principe dell’occupazione:

massimizzare i palestinesi in spazi sempre più minuti e facilmente controllabili.

 

È partita con confische di terre e colonie, con la prima – Kiryat Arba – sorta appena un anno dopo il 1967; è proseguita con la pace-farsa del 1993  ( a seguito degli ” Accordi di Oslo ” ) che ha diviso la Cisgiordania in tre, garantendo il 60% al totale controllo militare e civile israeliano.

 

nota1- 

Kiryat Arba o Qiryat Arba ( in ebraico : קִרְיַת־אַרְבַּע , lett. “Città dei quattro”) è un insediamento urbano israeliano alla periferia di Hebron , nella Cisgiordania meridionale occupata da Israele. Fondato nel 1968, nel 2022 aveva una popolazione di 7.490 abitanti.

 

 

nota 2:

A seguito di Oslo, Israele ha ritirato il suo governo militare da alcune parti della Cisgiordania, che è stata divisa in tre settori:

A  Palestinese   17%

B  – IsraelianoPalestinese  24%

C   Israeliano  59%

 

L’area C   costituisce il 60% della Cisgiordania ed è amministrata dall’amministrazione civile israeliana, tranne per il fatto che il governo palestinese fornisce istruzione e servizi medici ai 150.000 palestinesi nell’area. Oltre il 99% dell’area C è vietato ai palestinesi. Ci sono circa 330.000 israeliani che vivono negli insediamenti nell’area C, nel distretto della Giudea e della Samaria. Sebbene l’Area C sia soggetta alla legge marziale, gli israeliani che vivono lì sono giudicati nei tribunali civili israeliani.

wikipedia – Stato di Palestina

https://it.wikipedia.org/wiki/Stato_di_Palestina

 

 

 

MARTEDÌ NOTTE i soldati sono arrivati prima sotto copertura ( = agenti speciali travestiti da civili ), poi con carri armati e bulldozer, coperti dai droni. I cecchini si sono posizionati sui tetti.

A Tulkarem si sono calati dagli elicotteri. Hanno isolato le città chiudendo le strade con checkpoint volanti e barricate: un assedio a cui nel pomeriggio si è aggiunto l’ordine di coprifuoco totale. È stato subito il panico.

 

Il bilancio a ieri era di dieci palestinesi uccisi dai droni, combattenti dei gruppi sorti a difesa dei campi, mentre la Mezzaluna rossa denunciava l’assedio degli ospedali, l’impedimento alle ambulanze di soccorrere i feriti e il fermo dei paramedici. A Jenin l’ospedale è circondato dalla scorsa mezzanotte, non si entra e non si esce. Le ambulanze che riescono a passare sono deviate su strade secondarie, strette e malridotte. A Tubas i residenti raccontano di perquisizioni nelle case e civili scudi umani dei soldati per spostarsi da un tetto all’altro.

 

COME NEI MESI PASSATI, i bulldozer hanno livellato le strade e distrutto condutture dell’acqua e reti elettriche. I gruppi armati, legati a diversi partiti – Hamas, Jihad, Fatah, Fronte popolare – rispondono con ordigni esplosivi e fucili: hanno distrutto un bulldozer e abbattuto un drone a Tulkarem. Quattro, secondo la stampa israeliana, i battaglioni impegnati in un’operazione che durerà giorni. Nello spiegarla Israel Katz, ministro degli esteri, ha parlato di «infrastrutture del terrore islamico-iraniane»: «Dobbiamo affrontare la minaccia come facciamo con le infrastrutture terroristiche a Gaza, inclusa l’evacuazione temporanea dei residenti».

 

L’OPERAZIONE DI IERI  è spiegata da Tel Aviv con «motivi di sicurezza», già di per sé una stortura in un territorio che Israele occupa. È un’espressione che i palestinesi conoscono bene, giustificazione a qualsiasi aberrazione e copertura a obiettivi politici: il controllo della terra e l’allontanamento dei palestinesi, ma anche la ridefinizione esterna della leadership ufficiale.

Se a Gaza obiettivo dichiarato è la fine di Hamas come forza militare e di governo, in Cisgiordania c’è un’Autorità senza legittimità né consenso. Ieri il presidente Abu Mazen ha interrotto il viaggio in Arabia saudita per rientrare a Ramallah.

Il suo portavoce, Nabil Abu Rudeineh, ha definito i raid «una grave escalation» e chiesto agli Stati uniti di intervenire.

 

Immagine

Mustafa Barghouti (Gerusalemme, 1954) è un politico palestinese, parente del più famoso Marwān Barghūthī, detenuto nelle carceri israeliane.

foto dal suo X —https://x.com/MustafaBarghoti/photo

 

Mustafa Barghouti, segretario del National Initiative, parla di «atto di guerra»:

«Distruggono condutture idriche, linee elettriche, case, scuole…cosa vogliono? Creare una situazione per cui non ci sarà più possibile vivere nel nostro paese, esattamente il piano dei coloni».

 

COME NEL 2002 con un Yasser Arafat irrimediabilmente indebolito e umiliato, simili invasioni demoliscono quel che resta di un governo senza sovranità che i palestinesi non amano.

Diventerà sempre più complesso cementare un ruolo non fittizio per l’Anp nel dopoguerra.

Quel che Israele anela: una leadership ancora più svuotata e controllabile, svuotata e controllabile come i Territori occupati, nel silenzio generale.

PER CHI VOLESSE :

comunicato stampa di

Mustafa Barghouti denuncia l’annessione della Cisgiordania da parte del ministro Smotrich

ASSOPACEPALESTINA – 30 GIUGNO 2024

https://www.assopacepalestina.org/2024/06/30/mustafa-barghouti-denuncia-lannessione-della-cisgiordania-da-parte-del-ministro-smotrich/

 

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1 risposta a CHIARA CRUCIATI, Per terra e cielo, invasa mezza Cisgiordania–IL MANIFESTO 29 AGOSTO 2024 + alcune note che si possono saltare

  1. DONATELLA scrive:

    Quello che lascia senza speranza è il fatto che non c’è una reazione, da parte della comunità mondiale, a questa aggressione e mattanza senza fine.

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