UNA PAROLA AL GIORNO.IT / 2 Maggio 2021 — CESELLARE + altro

 

 

 

Una parola al giorno

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video cesello parte prima.flv - YouTube

 

 

 

Cesellarece-sel-là-re   (io ce-sèl-lo)

 

 

 

 

cesellare sul cuoio

 

 

 

argento cesellato, teiera di epoca vittoriana

 

 

 

Cesello: dizionario, significato e curiosità

 

 

He Thinks In Marble by Julius Mendes Price

una caricatura di Rodin del 1904

 

 

 

SIGNIFICATO

Lavorare col cesello; elaborare, rifinire con cura minuziosa, specie un’opera d’arte

 

ETIMOLOGIA

dal latino parlato caesellum, da caèdere  ‘tagliare, battere’.

 

Quando qualcuno ci fa notare come le battute memorabili nel dialogo di un film siano nientemeno che cesellate, quando leggiamo del lavoro di cesello su un verso poetico, o quando vediamo che la socia impiega mezza mattinata a cesellare un’email, tutti siamo in grado di decodificare la metafora.

Sappiamo che si tratta di un lavoro di elaborazione minuziosa, da orefice, volta con pazienza certosina alla perfezione formale di ogni dettaglio. Ciò nondimeno, che diavolo è un cesello? Chi lo sa trovare su un banco di lavoro?

Ancora una volta ci troviamo davanti a una tecnologia che nel suo nome e nella sua metafora supera di innumerabili ordini di grandezza la diffusione del suo impiego materiale — in questo caso appannaggio di arte e artigianato. Insomma, sono tante di più le persone che sanno dire che cosa vuol dire figuratamente ‘cesellare’ rispetto a quelle che sanno descrivere un cesello.

 

Per quanto l’arte del suo uso sia complessa, la concezione dello strumento è semplice — e lo testimonia anche la semplicità popolare dell’etimo. Serve in special modo per decorare lamine di metallo, imprimendovi da rovescio i volumi degli sbalzi, e incidendovi da dritto dettagli dei più variegati: propriamente è proprio questa seconda lavorazione di finitura ad essere detta ‘cesellatura’.

 

MYANMAR-WORK-ENVIRONMENT-MARBLE

un marmo finemente cesellato, parte di una statua di Budda, a Myammar, in un villaggio 47 km ca da Mandalay

 

Possiamo pensare il cesello come uno scalpellino di acciaio, grossomodo delle dimensioni di una penna, che possa essere mosso con una mano mentre con l’altra lo si martella.

La sua punta ha forme delle più diverse perché deve letteralmente disegnare un’impressione nel metallo caldo, fermo su un pane di pece che ne assorbe gli urti e ne accoglie la deformazione plastica: può avere dei tagli affilati, dritti o curvi, può avere una superficie arrotondata, punte acuminate, o addirittura sezioni di fiore, di stella. È uno strumento che l’artista si può fare da sé, secondo le proprie necessità.

 

Dudley Carter's Hand & Chisel

la mano dello scultore Dudley Carter che usa uno scalpellino di legno

 

 

Dalle teiere di argento con sopra cesellati motivi floreali, dai bracciali cesellati che ci regaliamo con entusiasmo, dai bassorilievi cesellati esposti in cornice a casa della zia — oggetti preziosi ma consueti — la lingua trae la metafora del lavoro artistico meticoloso, distillando tutta l’arte orafa in un verbo. La sua lenta, precisa cura, e la suggestione in cui il lavoro di cesello ci sa catturare, gli è valso un uso figurato così vasto.

 

Prehistorical Museum In Quinson, France On May 29, 2001.

un Museo pre-historico a  Quinson in Francia; si vede qualcuno che mostra un uomo di Neanderthal che incide la pietra con un cesello di  silice

 

 

 

Un’ultima nota. Per essere una parola che senza soluzione di continuità arrivi dal latino parlato si attesta tardi, solo a metà del Cinquecento. Capita a certi termini di lavoro, che magari a lungo non vengono captati dalla letteratura.

 

 

"The Tower of Babel, by Pieter Bruegel the Elder, 1563, 16th century, oil on panel, 114 x 155 cm."

La Torre di Babele, opera di Bruegel il Vecchio, 1563 : il re e un gruppo di persone che stanno attorno a degli operai che incidono le pietre della costruzione : sullo sfondo la città che si inabissa..

 

 

 

Infatti è emersa dove l’arte orafa viene tratta ad argomento di trattato: Due trattati di Benvenuto Cellini scultore fiorentino, uno dell’oreficeria l’altro della scultura.

 

 

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Ritratto di Benvenuto Cellini alla Biblioteca Nazionale di Vienna

Serie di ritratti d’uomini illustri toscani, con gli elogj istorici dei medesimi, Allegrini, Giuseppe, Zocchi, Giuseppe, 1711-1767

 

 

 

 

 

 

 

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Il Perseo con la testa di Medusa (1554)- Loggia dei Lanzi

 

 

Benvenuto Cellini (Firenze3 novembre 1500 – Firenze13 febbraio 1571) è stato uno scultoreorafo e scrittore italiano, considerato uno dei più importanti artisti del manierismo.

Dopo il trionfo del Perseo, tuttavia, Cellini fu costretto all’inoperosità, a causa della posizione di preminenza assunta dai rivali Baccio Bandinelli e Bartolomeo Ammannati nella scena artistica fiorentina; questi ultimi si erano recentemente imposti non per particolari meriti scultorei, bensì perché maggiormente sottomessi alla rigorosa etichetta medicea.

 

 

 

” Tutti gli uomini di ogni sorte, che hanno fatto qualche cosa che sia virtuosa, doverieno, essendo veritieri e da bene, di lor propria mano descrivere la loro vita»— Benvenuto Cellini, Vita, proemio

 

Furono queste le circostanze che portarono alla gestazione della Vita: non potendo più «fare», infatti, Cellini iniziò a «dire», mettendo per iscritto la propria concezione dell’arte ma, soprattutto, il proprio vissuto esistenziale, così da segnalare a Cosimo de’ Medici il valore di quell’artista impedito a operare. Fu così che Cellini iniziò nel 1558 la stesura della Vita, opera letteraria che – dopo una breve interruzione nel 1562, dovuta alla rinunzia degli ordini ecclesiastici, alle nozze con Piera de’ Parigi e alla nascita di un figlio – venne terminata nel 1567. Questa cocente delusione venne inasprita ulteriormente dalle diverse disavventure giudiziarie: nel 1556, infatti, venne incarcerato per aver percosso Giovanni di Lorenzo, mentre l’anno successivo venne condannato a cinquanta scudi di multa e a quattro anni di carcere (commutati poi in quattro anni di arresti domiciliari) perché durante «cinque anni […] ha tenuto […] Fernando di Giovanni di Montepulciano […] in letto come sua moglie».

 

un brano della Vita assai istruttivo sul temperamento dell’artista

«Voltomi subito e veduto che lui [Gherardo Guasconti] se ne rise, gli menai sì grande il pugnio in una tempia, che svenuto cadde come morto; di poi voltomi ai sua cugini, dissi: “Così si trattano i ladri poltroni vostri pari”; e volendo lor fare alcuna dimostrazione, perché assai erano, io, che mi trovavo infiammato, messi mano a un piccol coltello che io avevo, dicendo così: “Chi di voi esca della sua bottega, l’altro corra per il confessoro, perché il medico non ci arà che fare”. Furno le parole a loro di tanto spavento, che nessuno si mosse a l’aiuto del cugino»— Benvenuto Cellini, Vita

da : wikipedia – link al fondo

 

 

 

 

A lato della Vita, in ogni caso, nel suo ultimo decennio di vita si cimentò anche nella stesura del Trattato dell’oreficeria e del Trattato della scultura, iniziata nel 1565 e terminata tre anni dopo, quando le due opere vennero date alle stampe.

Benvenuto Cellini, infine, morì a Firenze il 13 febbraio 1571; poco prima del decesso, fece dono di tutte le sue sculture «finite et non finite» a Francesco I de’ Medici. Fu sepolto nella Cappella di San Luca.

da :

https://it.wikipedia.org/wiki/Benvenuto_Cellini

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