Mauro Biani @maurobiani – 17.26 — 4 luglio 2024 –i tuoi bambini ci fanno sempre pensare con tenerezza ! ++ Bertold Brecht, poesia: La crociata dei ragazzi – da ” Poeti e liberta’ ” + libro illustrato di Orecchio Acerbo

 

#persone #guerre #migrazioni #muri #nazionalismi #sovranismi

#StopWarNow #CeasefireNOW #futuro

Incontro, unica via.

Oggi su @repubblica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bertold Brecht
La crociata dei ragazzi

 

In Polonia, nel Trentanove,
una battaglia grande ci fu
che fece rovina e deserto
di tanti paesi e città.
*
La sorella ci perse il fratello,
la moglie il marito soldato,
tra fuoco e macerie i figliuoli
i genitori non trovano più.
*
Di Polonia non venne più nulla,
né notizie ai giornali né lettere.
Ma nei paesi dell’Est
una storia strana raccontano.
*
Nevicava, quando in quei posti
si senti che la gente parlava
d’una crociata di ragazzi
che in Polonia era cominciata.
*
Trottavano sugli stradali
ragazzi affamati attruppati,
e dai villaggi bombardati
altri portavano con sé.
*
Dalle battaglie volevano
fuggire, da tutti quegli incubi
e finalmente un giorno,
venire a una terra di pace.
*
Avevano un piccolo capo
che li aveva guidati fin là.
Ma una gran pena aveva in cuore:
la strada non la sapeva.
*
Una d’undici anni menava
un bambino di quattro anni
come una mamma farebbe;
ma non fino a un paese di pace.
*
Marciava nel gruppo un piccolo ebreo
col suo bavero di velluto;
lui, avvezzo al pane più bianco,
da coraggioso s’era battuto.
*
E due fratelli venivano avanti,
che erano grandi strateghi
per assalire fattorie
deserte, lasciate alla pioggia.
*
c’era uno, grigio, sottile,
che andava da solo pei campi
con una colpa tremenda:
veniva da un’ambasciata dei nazi.
*
un musicista tra loro
che in un negozio distrutto
aveva trovato un tamburo ma,
per non farli scoprire,
non lo poteva suonare.
*
anche c’era un cane:
per ammazzarlo l’avevano preso
ma gli era mancato il coraggio
e ora mangiava con loro.
*
c’era una scuola ed un piccolo
maestro che si sgolava.
Sulla corazza di un carro, uno scolaro
sillabava, di « pace », « p » e « a ».
*
E al fragore di un freddo torrente
anche un concerto ci fu:
nessuno li avrebbe sentiti
e il tamburo allora suonò.
*
E anche c’era un amore,
lei dodici, lui quindici anni.
In un cortile di macerie, lei
i capelli gli pettinava.
L’amore non poté resistere,
il freddo che venne fu troppo.
Come le piante possono fiorire
se cade tanta neve?
*
E anche una guerra ci fu,
perché un’altra banda comparve,
ma la guerra fu presto finita,
ché non c’era ragione di farla.
*
Ma mentre ancora infuriava
intorno a un casello distrutto,
si dice che uno dei gruppi
a un tratto fu a corto di viveri.
*
E quando gli altri lo seppero
mandarono uno dei loro
con un sacco di patate;
perché chi non mangia la guerra non fa.
*
E ci fu anche un processo,
e ardevano due candele.
E fu un’inchiesta penosa.
Il giudice venne condannato.
*
E il funerale ci fu di un ragazzo
che portava il colletto di velluto.
Lo calarono due tedeschi
e due polacchi nella fossa.
*
C’erano protestanti,
cattolici e nazi
per consegnarlo alla terra.
E alla fine un piccolo socialista
parlò del futuro dei vivi.
*

 

Così c’erano fede e speranza
ma non c’era né carne né pane.
Chi non gli dette un tetto
non mi venga ora a dire che rubavano.
*
E nessuno dia colpa a quei poveri
che non li invitarono a tavola.
Per cinquanta ragazzi, farina
ci voleva, non solo bontà.
*
Pareva che andassero a sud.
Il sud è dove il sole
all’ora di mezzogiorno
proprio ti sta davanti.
*
Trovarono anche un soldato
tra gli aghi dei pini, ferito.
Lo curarono per sette giorni
perché gli indicasse la via.
*
Lui disse: «A Bilgoray! »
Tremava tutto di febbre,
l’ottavo giorno mori
e così anche lui seppellirono.
*
Sebbene coperti di neve
c’erano frecce e cartelli.
Non mostravano più la via giusta,
qualcuno li aveva scambiati.
*
Non era un scherzo malvagio,
era per ragioni di guerra:
cercando così Bilgoray
nessuno mai ci arrivò.
*
Erano in cerchio intorno al loro capo.
Lui guardava nell’aria di neve.
Accennò con la piccola mano
e disse: «Dev’esser laggiù ».
*

 

Una notte videro un fuoco

 

ma non gli andarono incontro.
Tre carri armati, una volta, passarono
e dentro c’erano uomini.
*
E una volta giunsero presso
a una città, e le girarono attorno,
camminando soltanto di notte
finché la città non passò.
*
Dove una volta c’era la Polonia del sud,
furono visti nella neve
della tormenta, quei cinquantacinque,
per un’ultima volta.
<+
Quando io chiudo gli occhi
li vedo come vagano
dalle rovine di una fattoria
alle rovine di un’altra.
*
Su di loro, lassù nelle nuvole,
vedo altri cortei, nuovi, grandi!
Vanno a fatica contro i venti freddi,
i senza patria, i senza meta,
*
cercando una terra di pace,
senza il tuono, senza l’incendio,
non come quella che lasciano.
E immenso diventa il corteo.
*
E dentro il buio del crepuscolo
non mi pare già più quel che era.
Altri piccoli visi vi scorgo,
spagnoli, francesi, orientali.
*
In Polonia, in quel mese di gennaio,
un cane per caso fu preso.
C’era un cartello appeso
al suo collo smagrito,
*
e c’era scritto: «Aiutateci,
abbiamo perduto la strada.
Siamo cinquantacinque.
Il cane vi guiderà.
*
Se non potete venire,
lasciatelo andar via.
Non gli sparate.
Dove siamo, lui solo lo sa ».
*
Era una scrittura infantile.
La lessero quei contadini.
Un anno e mezzo da allora è passato.
Il cane moriva di fame.
f
(1942)•

 

 

testo di Bertold Brecht dal blog o sito

RESISTENZA ORA E SEMPRE. WORDPRESS. COM    –  link 

POETI E LIBERTA’

Bertold Brecht – La crociata dei ragazzi

 

 

non scordatevi di andare a vedere questo blog – sito – straordinario! cliccando sopra ( link ) o su ” poeti e libertà “

 

 

Copertina del libro La crociata dei bambini, di Bertolt Brecht e Carme Solé Vendrell

La crociata dei bambini

illustrazioni di Carme Solé Vendrell

traduzione di Daniela Almansi

Probabilmente accadde davvero: nella Polonia del ’39, un disperato quanto solidale esodo di bambini rimasti soli, in cerca di un luogo di pace.
Polacchi, tedeschi, ebrei, nessuna differenza tra loro. Sorelle come madri, piccoli ladri di fattorie deserte, ragazzini come maestri; un primo amore
che cerca di nascere. E con loro anche un cane che per pietà hanno sfamato: insieme, come un unico corpo sottoposto alla prova della guerra.
Brecht racconta con la crociata dei bambini un’infanzia orfana, di genitori, di riferimenti, di luoghi, di strade da percorrere.
Un’infanzia affamata, in viaggio per la costruzione di una comunità fondata sui legami forti, sugli affetti, sulla solidarietà. L’infanzia come vittima prima e principale di ogni guerra.

 

orecchio-acerbo-logo è su Facebook, su X – su Instagram

 

 

copertina di La crociata dei bambini

le illustrazioni sono di Carme Solé Vendrell

 

 

CARME SOLE’ VENDRELL _ Barcellona, 1944

Nasce a Barcellona nel 1944,  è un’artista illustratrice soprattutto di libri per bambini,  è anche scrittrice, oltre  che ovviamente pittrice— e dalla biografia ( dal sito ), ho scoperto che è anche  scultrice- oltreché  un’ attivista per la tutela dei bambini.

il suo sito ufficiale è questo:
https://www.carmesolevendrell.com/

 

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *