QOHELET O L’ECCLESIASTE — a cura di Guido Ceronetti — Einaudi 1970 — cap. I pp. 3-5

 

 

I

 

Parole di Qohélet
Figlio di David
Re di Ierushalèm

 

 

Un iniffnito vuoto
dice Qohélet
Un ininfito niente

Tutto è vuoto niente.

 

Tanto penare d’uomo sotto il sole
Che cosa vale?

Venire andare di generzioni
E la terra che dura

Levarsi il sole tramontare il sole

Corre in un punto
In un altro riappare

Il vento va verso Sud
Gira verso Settentrione

Gira e va e gira
Il vento nel suo girare

Tutti i fiumi senza riempirlo
Si gettano nel mare

Sempre alla stessa foce
Si vanno i fiumi a gettare.

Si stanca qualsiasi parola
Di più non puoi fargli dire.

Occhi avidi sempre di vedere
Orecchi mai riempiti di sentire

Quel che è stato sarà
Quel che si è fatto sarà ancor

Niente è nuovo
Di quel che è sotto il sole

Si parloa di qualcosa
– Guarda ! Qui c’è del nuovo –

E sono cose che già sono state
Nei tempi prima di noi.

Dei vissuti non c’è memoria
E anche di quelli da essere ancora
In chi verrà non ci sarà memoria

 

Io Qohélet re d’Israel
Ero in Ierushalèm

 

 

E da sapiente mi sono dato
A percorrere e ad esplorare
Tutte le azioni fatte sotto il sole

La malvagia fatica
Con cui purifica l’uomo Dio

Tutto ho veduto
Di quel che si fa sotto il sole

Ed ecco tutto è vuoto e ninte
E una fame di vento

Storture non si raddizzano
Privazioni restano prive

Parlando col mio cuore gli dico
Ecco la mia grandezza

La sapienza che ho accumulato

Nessuno prima di me
Ne ebbe tanta in Ierushalèm

E il mio cuore ha veduto

La suprema sapienza

L’intera conoscenza

E il mio cuore l’ho dato

A penetrare nella sapeinza

A scrutare nelle passioni

Ad imprimersi la pazzia

 

E anche questo è sfamarsi di vento

 

 

 

QOHELET

O

L’ECCLESIASTE

 

a cura di Guido Ceronetti

Einaudi 1970

cap. I
pp. 3-5

 

 

 

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Qōhelèt – Uno dei libri brevi (noti anche come i ‘cinque rotoli’) della Bibbia ebraica. Prende nome dall’autore ed è detto, nella versione greca, Ecclesiaste. La lingua (il tardo ebraico della Mishnāh), lo stato della società, che il libro deplora, e alcune analogie con il pensiero greco lo fanno datare a verso la fine della dominazione seleucidica in Palestina, prima della riscossa dei Maccabei, intorno al 200 a.C

 

da: TRECCANI–
https://www.treccani.it/enciclopedia/qohelet/

 

 

 

da:
https://en.wikipedia.org/wiki/Ecclesiastes

 

Qōhelèt o Ecclesiaste 

è uno dei Ketuvim ( ” Scritti”) della Bibbia ebraica e parte della letteratura sapienziale dell’Antico Testamento cristiano.

Un autore anonimo introduce “Le parole di Qoelet, figlio di Davide, re di Gerusalemme” ( 1:1 ) e non usa più la propria voce fino ai versetti finali (12:9–14), dove esprime i propri pensieri e riassume le affermazioni di Qoelet ; il corpo principale del testo è attribuito allo stesso Qoelet.

datazione : secondo la tradizione rabbinica il libro fu scritto dal re Salomone (che regnò tra il 970 e il 931 a.C.) nella sua vecchiaia,  ma la presenza di prestiti persiani e aramaismi indicano una data non anteriore al 450 a.C. circamentre la data più tarda possibile per la sua composizione è il 180 a.C. 

 

Ecclesiaste è una traslitterazione fonetica della parola greca Ἐκκλησιαστής ( Ekklēsiastēs ), che nella Settanta traduce il nome ebraico del suo autore dichiarato, Kohelet ( קֹהֶלֶת ). La parola greca deriva da ekklesia “assemblea”, come la parola ebraica deriva da kahal “assemblea”,  ma mentre la parola greca significa “membro di un’assemblea”,  il significato della parola ebraica originale che traduce è meno certo.

 

 

 

 

 

 

segue :

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#cripto

 

Wax Vanitas – autore sconosciuto, Europa, 18° secolo.

I Vanitas sono quel tipo di arte che hanno lo scopo di mostrare quanto è corta la vita umana mettendo in contrapposizione elementi di vanità affiancati ad elementi che ricordano la morte. Sono la più alta rappresentazione del memento mori.

In questo specifico caso vediamo la testa di una donna che rappresenta da un lato la bellezza e la vita, mentre dall’altro la morte e tutti elementi che si possono associare ad una decomposizione.

Alla base della scultura c’è un’iscrizione in latino che recita “Vanitas vanitatum et omnia Vanitas” (vanità delle vanità, tutto è vanità)

 

 

 

 

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1 risposta a QOHELET O L’ECCLESIASTE — a cura di Guido Ceronetti — Einaudi 1970 — cap. I pp. 3-5

  1. DONATELLA scrive:

    Purtroppo sembra proprio che sia così, salvo smentite dell’ultima ora.

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