CLAUDE MONET A BORDIGHERA –1884 — lettere e quadri —

 

*** forse qualche quadro sarà ripetuto, lo lascio perché adesso è tardi, penso che vedere un suo quadro due volte non debba dispiacere..non vi pare ?

 

Claude Monet, Autoritratto a Beret ( oppure ” con berretto ” ) – 1886
coll. privata

 

 

BIOGRAFIA

Nasce a Parigi nel 1840.
Sin da adolescente iniziò a disegnare vendendo diverse caricature dei personaggi di Le Havre in cui la sua famiglia si era trasferita. Dopo i primi rudimenti, imparati da Jacques François Ochard, allievo di David, si formò con Eugène Boudin. Nel 1859 partì per Parigi per studiare all’Académie Suisse, dove conobbe Delacroix, Courbet, Pissarro. L’anno seguente, arruolato nell’esercito, fu ad Algeri da dove tornò in licenza per malattia nel 1862. Due anni dopo andò a Honfleur con Bazille e iniziò a dipingere paesaggi. Ritornò presto a Parigi e nel 1866 espose al Salon ottenendo giudizi positivi da Zola e Manet. Nel 1870 si trasferì a Londra per evitare l’arruolamento per la guerra franco-prussiana e si appassionò a Turner e Constable. Tornato in Francia realizza i dipinti che saranno esposti il 15 aprile 1874 nella prima mostra dei pittori che prenderanno il nome di Impressionisti, proprio grazie alla sua tela intitolata Impression solèil levant (1872). Negli anni seguenti continuò a dipingere paesaggi, e si trasferì a Giverny, in Normandia nel 1883, dove visse fino alla morte, pur spostandosi molto per diversi soggiorni in Italia, in Inghilterra, in Svezia, in Russia.
Tra gli altri capolavori si ricordano la serie della Cattedrali di Rouen (1894) e le circa 250 Ninfee (1899-1920).

 

da : https://www.arte.it/artista/claude-monet-185

 

 

 

Claude Monet, Impression: soleil levant (1872; olio su tela, 48 x 63 cm; Parigi, Musée Marmottan Monet)

Impression solèil levant (1872)

 

una definizione di Impressionismo dello stesso Monet :

«Altri pittori dipingono un ponte, una casa, una barca…io voglio dipingere l’aria che circonda il ponte, la casa, la barca, la bellezza della luce in cui esistono»

 

 

Nell”84, quando va al sud per studiare e dipingere, ha poco più di 40 anni.  Alice è la seconda moglie di Monet. Anche per lei sono le seconde nozze, entrambi hanno figli dal primo matrimonio.

Eccovi le famiglia Monet e Hoschedè riunite, siamo intorno al 1880, sconosciuto il fotografo, la foto è di pubblico dominio

 

Le famiglie Monet ed Hoschedé (circa 1880)
da sinistra: Claude Monet, Alice Hoschedé, Jean-Pierre Hoschedé, Blanche Hoschedé. Jacques Hoschedé, Jean Monet, Michel Monet, Marthe Hoschede, Germaine Hoschede, Suzanne Hoschede.

,

 

 

UNA LETTERA DI MONET ALLA MOGLIE DA BORDIGHERA

 

 

Ad Alice Hoschedè

 Bordighera, 25 gennaio 1884

 

 

Cara Signora,

Avete delle strane idee a pensare che mi occupi delle giovani miss inglesi e sopratutto che loro si occupino di me. Non corro alcun pericolo, statene certa, e potete comunque contare sulla mia fedeltà. Vorrei tanto essere vicino a voi, ma sono qui per lavorare e mi occupo solo di questo. Se ci tenete a conoscere la composizione degli ospiti del mio hotel, eccola: 13 persone a tavola. Con il mio arrivo ho fatto il tredicesimo. E tutti lo hanno fatto notare, perché per gli inglesi, quando si è in tredici, sembra che la prima persona che si alzi da tavola debba morire entro l’anno, di modo che nessuno vuole alzarsi da solo; ogni sera è la stessa storia.

Ho vicino  a me due sorelle zitelle (inglesi beninteso), che devono essere molto superstiziose; una dipinge e parla un po’ il francese, di modo che conversa volentieri con me; la verità è che mi stufa.

…(la descrizione deve arrivare a dodici- saltiamo)

Ecco, cara Signora. Mi sono dispensato dal pranzo a tavola con gli ospiti per perdere meno tempo; pranzo prima da solo.

…   firmato.

 

La lettera è da :

Da: Claude Monet, Parole a colori–Lettere da Bordighera (gennaio-aprile 1884), philobiblon edizioni, pp 43-45 citateUn regalo di Nemo a chiara e mario, aprile 2011

 

 

«Voie romaine a Bordighera» di Claude Monet (1840-1926).
Olio su tela
Dipinto nel 1884.
64,7 x 81,3 cm.
Museo Barberini a Postdam, Germania

 

 

 

NOTA BREVE SU POSTDAM

Postdam è a circa 20 km a sud-ovest di Berlino, è la capitale del Brandeburgo ed è una città importante della regione metropolitana di Berlino.
La città aveva 185.750 abitanti nel dicembre 2022

 

 

Potsdam – Veduta

Veduta di Postdam dal parco di Babelsberg
Kai Vogel –

 

 

 

ChurchillTruman e Stalin alla Conferenza di Potsdam– 25 luglio 1945
fotografo sconosciuto

 

 

La Brandenburger Tor

La Torre di Brandeburgo
Dieter Brügmann

 

 

 

Torniamo a Monet a Bordighera:

 

Due lettere ad d Alice Hoschedé, sua seconda moglie dopo la prematura scomparsa di Camille, avvenuta a soli trentatré anni nel 1879. Anche Claude per Alice era il suo secondo marito, poiché primo era Ernest Hoschedé, collezionista e amico di Monet.

 

 

“Oggi ho lavorato ancora di più: cinque tele, e domani conto di iniziarne una sesta; andiamo abbastanza bene, dunque, sebbene tutto mi sia assai difficile da fare. Queste palme mi fanno dannare, e poi i motivi sono estremamente difficili da riprodurre, da trasferire sulla tela; è tanto folto dappertutto; è delizioso da vedere; si può passeggiare indefinitamente sotto le palme, gli aranci, i limoni e anche sotto gli splendidi ulivi, ma quando si cercano soggetti è molto difficile. Vorrei fare certi aranci e limoni che si stagliano contro il mare azzurro, non riesco a trovarli come voglio. Quanto all’azzurro del mare e del cielo, è impossibile. Comunque, ogni giorno aggiungo e scopro qualcosa che prima non avevo saputo vedere. Questi luoghi sembrano fatti apposta per la pittura en plein air. Mi sento particolarmente eccitato da quest’esperienza e, dunque, penso di tornare a Giverny più tardi del previsto, anche se la vostra assenza disturba la mia serenità” (Bordighera, 26 gennaio 1884).

 

“Lavoro come un forsennato su sei tele al giorno. Faccio molta fatica, poiché non riesco ancora a cogliere il tono di questo paese; a volte sono spaventato dai colori che devo adoperare, ho paura di essere terribile, eppure sono ancora ben al disotto; è atroce la luce” (Bordighera, 29 gennaio 1884).

 

Il suo “spavento” determinato dai colori si affievoliva un poco alla volta e il 3 febbraio 1884 Claude scriveva alla sua Alice: “Adesso sento bene il paese, oso mettere i toni terra e rosa e blu; è magia, è delizioso, e spero che vi piacerà”, e un mese dopo, il 5 marzo 1884, le raccontava: “Ora dipingo con colori italiani che ho dovuto far venire da Torino”.

Ma la sua consapevolezza di essere “molto al di sotto del tono” non l’aveva abbandonato: solo alcuni giorni dopo l’ultima lettera citata, Monet dichiarava al mercante d’arte e amico Paul Durand-Ruel (Parigi, 1831 – 1922): “Farò forse gridare un po’ i nemici del blu e del rosa, per via di questo splendore, questa luce fantastica che mi applico a rendere; e quelli che non hanno mai visto questo paese o che l’hanno visto male grideranno, ne sono sicuro, all’inverosimiglianza, sebbene io sia molto al di sotto del tono: tutto è colore cangiante e fiammeggiante, è ammirevole; e ogni giorno la campagna è più bella, e io sono incantato dal paese” (Bordighera, 11 marzo 1884).

 

 

 

 

Claude Monet, autoritratto nel suo atelier, 1884, Museo Marmottan, Parigi

 

 

 

una delle palme dipinte da Monet che lo ” fecero dannare ”

 

Bordighera dall’alto, Claude Monet 1884

 

BORDIGHERA ALTA -1884 circa

 

 

LA PENSION ANGLAISE – 1884 circa

 

 

Bordighera, Giardino Moreno, Claude Monet 1884, San Pietroburgo Hermitage

 

 

 

Villa a Bordighiera, Claude Monet 1884, Museo di Potsdam

 

 

 

Claude Monet - Les Villas à Bordighera

Villa a Bordighera, Claude Monet, 1884,
Huile sur toile
H. 116,5 ; L. 136,5 cm. —Museo d’Orsay

 

 

 

da qui al fondo, il testo e le immagini sono della bellissima

FINESTRE SULL’ARTE

 

 

NOTA DA WIKIPEDIA :

giardini Moreno erano situati nel comune di Bordighera, in provincia di Imperia. Descritti dai numerosi turisti dell’Ottocento, non esistono più. Solo una piccola porzione sopravvive negli attuali giardini Monet, che si trovano in via Domenico Tumiati, e in alcune proprietà private (villa Schiva, villa Palmizi, villa Mariani, ecc).

 

 

MONET E IL GIARDINO DI VINCENZO MORENO

 

 

Nel borgo ligure aveva avuto la possibilità di ammirare e di visitare il giardino Moreno, voluto nel 1830 circa da Vincenzo Moreno, ricco commerciante di olio di Bordighera, che aveva cominciato a piantare i semi di molte specie esotiche; negli anni Ottanta dell’Ottocento il giardino era divenuto famoso a livello internazionale per la grande varietà di vegetazione che custodiva ed era quindi meta di visita di letterati, artisti e viaggiatori. Ispirato dalla meraviglia di questo luogo, oggi facente parte dei Grandi Giardini Italiani e selezionato come uno dei giardini più belli in Liguria, l’artista aveva rappresentato sulla tela tre punti del parco, ancora adesso riconoscibili se vi addentraste al suo interno: i dipinti realizzati nel 1884 qui ambientati sono Vedute di VentimigliaStudio di piante di ulivo e Giardino a Bordighera. Impressioni del mattino. Il primo è conservato presso il Kelvingrove Art Gallery and Museum di Glasgow e raffigura proprio un punto panoramico sulla cittadina di Ventimiglia, bagnata dal mare e illuminata dal sole; in primo piano si nota la rigogliosa vegetazione creata utilizzando toni di verde con tocchi di viola. Studio di piante di ulivo fa parte di una collezione privata ed è dedicato alle grandi e secolari piante di ulivo dai tronchi che sembrano fare un inchino. L’ultimo dipinto del terzetto, oggi conservato all’Hermitage di San Pietroburgo, è anche il più luminoso e ricco di sfumature: palme illuminate dalla luce del sole mattutino fanno da sipario al campanile di una chiesa che si scorge al centro della tela; sullo sfondo si intravede il mare. Osservando quest’opera pare di trovarsi proprio immersi tra la folta e ricca vegetazione del giardino.

 

 

Claude Monet, Veduta di Ventimiglia (1884; olio su tela, 65,1 x 91,7 cm; Glasgow, Kelvingrove Art Gallery and Museum)

Claude Monet, Veduta di Ventimiglia (1884; olio su tela, 65,1 x 91,7 cm; Glasgow, Kelvingrove Art Gallery and Museum)

 

 

Claude Monet, Studio di piante di olivo (1884; olio su tela, 73 x 60 cm; Collezione privata)

Claude Monet, Studio di piante di olivo (1884; olio su tela, 73 x 60 cm; Collezione privata)

 

 

 

Claude Monet, Giardino a Bordighera (1884; olio su tela, 65,5 x 81,5 cm; San Pietroburgo, Hermitage)

Claude Monet, Giardino a Bordighera (1884; olio su tela, 65,5 x 81,5 cm; San Pietroburgo, Hermitage)

 

 

Ancora ambientata nel giardino Moreno è l’opera Le Ville a Bordighera, realizzata nello stesso anno e conservata al Musée d’Orsay di Parigi. Sulla destra del dipinto è la componente architettonica, mentre in primo piano tornano piante e palme. Sullo sfondo, in lontananza, si intravedono sagome di montagne. In realtà questo dipinto non venne realizzato a Bordighera, ma nella bottega di Giverny, rifacendosi a una tela di dimensioni più ridotte eseguita in loco: quest’ultima porta lo stesso titolo, ma è conservata al Santa Barbara Museum of Art. Anche in tal caso, Monet intende sottolineare la grande importanza dei colori e della luce di questi luoghi e spesso si avvale dell’usodello scorcio per enfatizzare l’aspetto totalizzante della composizione. Il quadro del Musée d’Orsay era stato realizzato come pannello decorativo per il salotto della pittrice Berthe Morisot (Bourges, 1841 – Parigi, 1895), che si era definita entusiasta per aver cominciato a entrare in intimità con i suoi colleghi impressionisti.

Un ulteriore scorcio panoramico è presentato in Bordighera, un olio su tela custodito all’ArtInstitute of Chicago. La predominanza della natura e della vegetazione è ancora qui evidenziata, ponendo in primo piano alberi che con le loro fronde occupano quasi l’intero dipinto e i cui tronchi si contorcono per incontrarsi nella parte superiore. Il paesino è posto in lontananza, in scorcio, tra il verde delle piante e l’azzurro molto intenso del mare. I colori fondamentali per queste composizioni continuano ad essere pertanto il blu, il verde declinato in toni e sottotoni e sfumature tra il giallo e il bianco per ottenere quella luminosità tanto paventata dall’artista.

 

 

Claude Monet, Ville a Bordighera (1884; olio su tela, 115 x 130 cm; Parigi, Musée d'Orsay)

Claude Monet, Ville a Bordighera (1884; olio su tela, 115 x 130 cm; Parigi, Musée d’Orsay)

 

Claude Monet, Ville a Bordighera (1884; olio su tela, 73 x 91 cm; Santa Barbara, Santa Barbara Museum of Art Museum)
Claude Monet, Ville a Bordighera (1884; olio su tela, 73 x 91 cm; Santa Barbara, Santa Barbara Museum of Art Museum)

 

Claude Monet, Bordighera (1884; olio su tela, 65 x 80,8 cm; Chicago, The Art Institute of Chicago)
Claude Monet, Bordighera (1884; olio su tela, 65 x 80,8 cm; Chicago, The Art Institute of Chicago)

 

Claude Monet, La Valle di Sasso. Effetto di sole (1884; olio su tela, 65 x 81 cm; Parigi, Musée Marmottan Monet)
Claude Monet, La Valle di Sasso. Effetto di sole (1884; olio su tela, 65 x 81 cm; Parigi, Musée Marmottan Monet)

 

Claude Monet, Il Castello di Dolceacqua (1884; olio su tela, 92 x 73 cm; Parigi, Musée Marmottan Monet)
Claude Monet, Il Castello di Dolceacqua (1884; olio su tela, 92 x 73 cm; Parigi, Musée Marmottan Monet)

 

 

Claude Monet, L’Antico ponte sul Nervia a Dolceacqua (1884; olio su tela, 65 x 81 cm; Williamstwon, Sterling & Francine Clark Art Institute)

 

 

Durante il suo soggiorno sulla riviera ligure, l’artista aveva avuto modo di esplorare anche i dintorni di Bordighera, come Sasso, alla cui valle Monet dedicò un dipinto, oggi custodito al MuséeMarmottan di Parigi: si tratta de La Vallée de Sasso, effet de soleil (“La Valle di Sasso, effetto di sole”). Centrale in questo dipinto è ancora la ricca presenza di palme e piante, tra le quali si nota un edificio dalle forme squadrate. L’intera composizione è poi pienamente illuminata dai raggi del sole, che rendono maggiormente brillanti i colori impressi sulla tela. Nel 2017 era stata avanzata la proposta da parte dei due sindaci di Bordighera e di Dolceacqua di riportare in esposizione nell’estate del 2019 due delle tele che Monet aveva eseguito in questi luoghi: uno era proprio La Valle di Sasso, mentre l’altra opera in questione era Le Château de Dolceacqua (“Il Castello di Dolceacqua”).

Il Castello di Dolceacqua, conosciuto anche come Castello dei Doria, sovrasta la parte più antica del borgo ligure e, insieme al sottostante PonteVecchio, crea un paesaggio da cartolina, che continua ad affascinare molti turisti in esplorazione nella Val Nervia come negli anni Ottanta dell’Ottocento aveva fatto incantare il grande artista impressionista, tanto da ritrarlo nei suoi dipinti. Capolavori in cui Monet si era concentrato su questo luogo fiabesco e incantato: al centro si trovava sempre il ponte dalla caratteristica forma arcuata molto accentuata che divide il borgo in due parti a causa del passaggio del torrente Nervia. Sono ben riconoscibili i punti di vista da cui Monet aveva dipinto le sue opere: il Castello diDolceacqua, custodito al Musée Marmottan, mostra una prospettiva più ampia e più centrata e toni più scuri; L’Antico ponte sul Nervia a Dolceacqua, visibile presso lo Sterling and Francine ClarkInstitute nel Massachusetts, presenta in primo piano, dal basso verso l’alto, il Ponte Vecchio con la sua gradinata laterale e tutt’intorno confuse macchie di colore verde, più chiaro rispetto al precedente. Ciò che l’aveva meravigliato era questo “ponte che è un gioiello di leggerezza”, come l’aveva definito nei suoi scritti di quegli anni.

 

 

 

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO:

  • Nathalia Brodskaya, Nina Kalitina, Claude Monet, Parkstone Intenational, 2015
  • Félix Fénéon, Al di là dell’impressionismo, Lit Edizioni, 2015
  • Gérard-Georges Lemaire, Monet, Giunti, 2014
  • Nathalia Brodskaya, Monet, Parkstone International, 2011
  • Birgit Zeidler, Claude Monet. La vita e le opere, Gribaudo/Könemann, 2005
  • Fiorella Nicosia, Claude Monet. Vita d’artista, Giunti, 2003
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1 risposta a CLAUDE MONET A BORDIGHERA –1884 — lettere e quadri —

  1. DONATELLA scrive:

    Sono pitture che ci fanno sentire immersi in quella magnifica natura.

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