CHIARA FRUGONI :: Colore e tristezza di Gentile da Rocca — IL MANIFESTO 13 GIUGNO 2021 + immagini varie + altre notizie

 

 

IL LIBRO CHE CHIARA FRUGONI CI PRESENTA IN MODO CHIARISSIMO:

 

Santa Maria ad Cryptas. Storia, arte, restauri - copertina

Editori Paparo, 2021

 

 

 

ALCUNE IMMAGINI DEGLI AFFRESCHI 

 

L’ULTIMA CENA — -Gentile da Rocca — 1285
– http://ap.regione.abruzzo.it/xChoose/servlet/LoadImg?imgF=E:/xBeniCulturali/images/immagini/20/fossa07.jpg

 

 

 

 

 

IL MANIFESTO 13 GIUGNO 2021
https://ilmanifesto.it/colore-e-tristezza-di-gentile-da-rocca

 

 

Fossa (L’Aquila): Chiesa di Santa Maria ad Cryptas
Pietro – Opera propria

 

 

 

 

L’ANNUNCIAZIONE
Pietro – Opera propria

 

 

Colore e tristezza di Gentile da Rocca

 

 

Image

Uno scorcio degli interni di Santa Maria ad Cryptas. Foto Segretariato Regionale Mibac per l’Abruzzo– dopo i restauri
https://www.ilgiornaledellarte.com/

 

 

“SANTA MARIA AD CRYPTAS. STORIA, ARTE, RESTAURI”, A CURA DI MICHELE MACCHERINI E LUCA PEZZUTO, EDITORI PAPARO. Abruzzo, arte delle origini. Dopo i restauri seguiti al terremoto del 2009 torna a splendere con i suoi affreschi la chiesa cistercense nei pressi di Fossa

 

 

 

Colore e tristezza di Gentile da Rocca

Gentile da Rocca, “Ultima Cena”, part., Santa Maria ad Cryptas, nei pressi di Fossa, L’Aquila

restaurata nel 2019 come l’interno

Santa Maria ad Cryptas –
foto di: https://www.lorenzotaccioli.it/

 

Fossa è un comune italiano di 672 abitanti ( dicembre 2022 ) della provincia dell’Aquila in Abruzzo.

Fossa – Mappa

Fossa in provincia dell’Aquila- Abruzzo
Vonvikken – Opera propria

 

 

 

 

 

Morta Chiara Frugoni, indagatrice del Medioevo- Corriere.it

foto Il Corriere

 

Chiara Frugoni

 

 

La chiesa di Santa Maria ad Cryptas, così denominata per la presenza di grotte nelle sue vicinanze, dista circa un chilometro dal comune di Fossa in Abruzzo ed è abbastanza vicina al monastero cistercense di Santo Spirito d’Ocre da cui, nel Medioevo, dipendeva.

All’esterno si presenta con le tipiche disadorne pareti della chiesa cistercense ma al suo interno diverge dalla nudità tradizionale di questo tipo di architettura perché rivela pareti interamente affrescate e coloratissime.

 

Il presbiterio della chiesa di Santa Maria ad Cryptas e gli affreschi della Passione di Cristo

foto di: https://www.lorenzotaccioli.it/

 

 

Edicola del XV secolo nella chiesa di Santa Maria ad Cryptas

foto di: https://www.lorenzotaccioli.it/

 

 

 

foto di: https://www.lorenzotaccioli.it/

 

Il programma iconografico all’origine concepito in modo unitario si può agevolmente ricostruire nonostante numerosi restauri e rifacimenti murari e pittorici, i più importanti dei quali dovuti ai danni di due forti terremoti, nel 1315 e soprattutto nel 1349. La chiesa fu gravemente danneggiata anche nel terremoto del 2009.

 

Gli affreschi duecenteschi nella chiesa medievale di Santa Maria ad Cryptas

 

I restauri si sono protratti per un decennio ma ora l’edificio sacro è finalmente riaperto al pubblico. È stata proprio questa circostanza a suggerire a undici studiosi di riunire i loro contributi in una monografia, fino ad ora mancante, dedicata interamente a Santa Maria ad Cryptas Storia, arte, restauri, curata da Michele Maccherini e Luca Pezzuto (Editori Paparo, pp. 232, e 25,00- vedi sotto) che ne esamina la fortuna critica, l’architettura, la pittura, le sculture, le fonti archivistiche e i recenti restauri.

Foto

Si presenta come uno svelto libretto, quasi tascabile, con 60 tavole a colori a piena pagina, assai nitide, precedute da un utile schema dei soggetti affrescati, arricchito con 81 figure quasi tutte a colori in dialogo con i testi.

 

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Il ciborio
Pietro – Opera propria

 

 

Ad eccezione delle storie trecentesche della Vergine che occupano la parete sinistra, il primo e più importante ciclo di affreschi si stende, si può dire, su tutti i muri della chiesa, dovuto al pittore Gentile da Rocca, che si firma con la data 1283 in un trittico su tavola presente nella medesima chiesa e ora al Museo Nazionale d’Abruzzo a L’Aquila.

Madonna di Gentile da Rocca - copia

Madonna di Gentile da Rocca –
https://www.iluoghidelsilenzio.it/chiesa-di-santa-maria-ad-cryptas-fossa-aq/

 

Nel vano absidale, sotto alla Deposizione di Cristo, vediamo inginocchiato e nel gesto dell’adorazione il committente Morellus con il suo stemma sullo scudo, convincentemente identificato con Morel de Sours, cioè «uno degli uomini d’arme provenzali fedeli alla dinastia angioina, che nel 1269 fu creato castellano di Ocre, ricordato per l’ultima volta nel 1283», seguito dalla moglie e da otto personaggi di dimensione inferiore, presumibilmente i figli (cito da Daniele Giorgi, Il progetto decorativo duecentesco di Santa Maria ad Cryptas, un contributo assai accurato che si preoccupa anche di riportare le tante scritte a commento degli affreschi, al quale avremmo desiderato fosse stato concesso più spazio).

 

Adorazione dei Magi

L’adorazione dei Magi
https://www.iluoghidelsilenzio.it/chiesa-di-santa-maria-ad-cryptas-fossa-aq/

 

Il ciclo del Genesi sulla parete dell’arco trionfale termina nella controfacciata con il Giudizio universale legando l’inizio dell’intervento divino sulla terra con la sua fine. Vediamo così sfilare la creazione del sole, della luna e degli astri, degli animali e il ciclo di Adamo ed Eva concluso con la loro cacciata dal Paradiso; poi ancora, santi e profeti, il «seno dei patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe» e il ciclo dei Mesi, purtroppo solo da luglio a dicembre (la prima metà fu certamente distrutta dai terremoti trecenteschi.)

Nella controfacciata sono sistemati i soggetti che il fedele, lasciando l’edificio sacro, doveva tenere bene a mente secondo la pedagogia del terrore con cui la Chiesa guidava il suo gregge, insistendo non sulle gioie del paradiso, che di fatto anche a Santa Maria ad Cryptas mancano, ma sulle torture dell’inferno. Possiamo così osservare san Michele che pesa le anime, i corpi che risorgono, la separazione degli eletti dai dannati, Cristo giudice fra gli apostoli e l’inferno dove una serie di scritte si preoccupa di rendere evidenti le categorie dei dannati: ci sono ad esempio una meretrice e i giocatori d’azzardo.

 

 

 

le immagini che seguono sono tutte del sito:

I LUOGHI DEL SILENZIO.IT / CHIESA DI SANTA MARIA AD CRYPTAS – FOSSA
https://www.iluoghidelsilenzio.it/chiesa-di-santa-maria-ad-cryptas-fossa-aq/

 

Abside

Abside

 

Crociera dell'absidecrociera dell’abside

 

 

 

Parete sinistra dell'absideparete sinistra dell’abside

 

 

 

Santo

un santo

Santo

un santo

 

Santo

santo

 

San Bartolomeo e altro santo

San Bartolomeo e un altro santo

 

 

Ultima Cena

Ultima cena

 

Bacio di Giuda

Bacio di Giuda

 

 

Affreschi dell'abside - Parete di fondoAbside, affreschi di fondo

 

 

San Giovanni Battista e San Paolo

San Giovanni Battista e San Paolo

 

 

 

Cristo Pantocratore

Cristo Pantocratore

 

 

San Pietro e San Giovanni Evangelista

San Pietro e San Giovanni Evangelista

 

 

Flagellazione

Flagellazione

 

 

CrocifissioneCrocefissione

 

 

Deposizione

Deposizione

 

FOTO SOPRA:
https://www.iluoghidelsilenzio.it/chiesa-di-santa-maria-ad-cryptas-fossa-aq/

 

 

 

 

Nel vano absidale Gentile da Rocca collocò le storie della Passione di Cristo a partire dall’Ultima Cena insieme a vari santi.

È un pittore che ama usare colori piatti e vivaci, allungare le figure, trascurando volutamente ombre e prospettiva, senza rinunciare però ad esprimere con discrezione i sentimenti: si veda la bocca spalancata del flagellatore che colpisce urlando Cristo alla colonna, oppure il dolore di Malco a cui san Pietro sta troncando l’orecchio, tutto rannicchiato, con le mani in atteggiamento supplichevole.

Particolarmente attenta è la disposizione degli oggetti sulla tavola nell’Ultima Cena su cui desidero soffermarmi.

Ci sono ben tre tipi di pane: tondo, a ciambella e allungato, due brocche, qualche coltello e tre piatti con il pesce, cibo altamente simbolico. Nel Medioevo il pasto del venerdì e durante la quaresima ingiungeva di mangiare solo pescee ichthys (traslitterazione della parola greca per pesce) è l’acronimo greco per «Gesù Cristo, figlio di Dio Salvatore»,usato dai primi cristiani per indicare il Redentore. Al centro della tavola è un grande calice, una presenza iconografica abbastanza rara, per ricordare il sangue che Cristo avrebbe di lì a poco versato.

Compaiono bene in vista anche dei porri di cui Gregorio Magno (Moralia in Job, PL 76,161) dà una interpretazione morale: «Cipolle e porri che fanno piangere rappresentano la difficoltà della vita presente,la quale, da chi la ama, sia è trascorsa non senza pianto, sia tuttavia è amata con lacrime».

Giuda, più piccolo dei discepoli e senza nimbo, non siede con i compagni ma, in piedi, è dall’altra parte della tavola e sta per ricevere il pane che tuttavia con riverenza accoglie con le mani velate dal suo mantello.Quindi questa Ultima Cena è una rappresentazione particolarmente triste perché l’inizio del dramma della Passione è imminente.

 

Affreschi della parete destra del presbiterio

Affreschi della parete destra del presbiterio

 

 

Affreschi della parete destra del presbiterio

 

 

Cenni Storici

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.

SITO DELLE FOTO
https://www.iluoghidelsilenzio.it/chiesa-di-santa-maria-ad-cryptas-fossa-aq/

 

 

 

ALCUNE FOTO DEL FAI
https://fondoambiente.it/luoghi/chiesa-santa-maria-ad-criptas?ldc

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutta la parete di sinistra di Santa Maria ha come fonte la Leggenda aurea del grande predicatore domenicano Iacopo da Varazze. Gli affreschi raccontano storie della Vergine, dall’Annunciazione all’Assunzione col corpo in cielo, opera di un ignoto e buon pittore trecentesco, assai espressivo, che tenne ben presenti gli affreschi di Giotto.

Questo intervento certamente si rese necessario dopo che i dipinti di Gentile da Rocca erano andati distrutti in questa parte per uno dei due forti terremoti trecenteschi già ricordati.

Nella chiesa si poteva ammirare prima del 1979 un bellissimo tabernacolo poligonale con ante dipinte recanti storie della Madonna che racchiudeva una magnifica statua lignea della medesima Madonna con il Bambino, attribuite, pitture e scultura, al Maestro di Fossa.

Le ante purtroppo sono state rubate e certamente i vari riquadri segati perché almeno uno è riemerso dal mercato antiquario ed è ora conservato al Museo Nazionale d’Abruzzo dell’Aquila dove per prudenza è stata traslocata da Santa Maria ad Cryptas anche la scultura lignea. Le immagini a colori prima del furto e uno studio approfondito di Cristina Pasqualetti permettono di ammirare virtualmente questo capolavoro.

 

La chiesa ha continuato a vivere nei secoli e il libro dà conto delle pitture e delle sculture successive al periodo medievale che rispondono però ad interventi di committenti singoli per opere non unitariamente mirate. Non resta, per ammirare anche quello di cui non si è potuto dare conto, che andare a visitare questa bellissima chiesa, preparandosi con la lettura del nostro libro!

 

 

 

TESTO ACCOMPAGNA LE IMMAGINI BELLISSIME DEL FAI

 

La facciata a forma di capanna presenta un portale, ad arco acuto con leoni in pietra e pilastri, che, pur conservando le caratteristiche proprie dell’arte abruzzese, è uno dei primi esempi locali ispirato alle forme gotiche. L’interno segue il modello cistercense con una sola navata divisa in tre campate conclusa da un presbiterio di forma quadrata. Di fronte al presbiterio la scaletta che conduce alla piccola cripta, che secondo gli storici era originariamente un ipogeo dedicato al culto della dea Vesta. Il culto alla divinità femminile è stato sovrapposto nel corso dei secoli a quello mariano: di notevole spessore artistico sono due immagini:  la prima è una pregevolissima Madonna del Latte tempera su legno tra le più antiche d’ Abruzzo, datata e firmata Gentile da Rocca datata 1283, mentre, al centro della parete settentrionale, una raffinata Cappella ospita l’ Annunciazione datata 1486 di Sebastiano di Nicola da Casentino, tra i maggiori rappresentanti del rinascimento abruzzese.

Ma l’assoluta particolarità di Santa Maria ad Cryptas risiede nei due distinti cicli d’affreschi che ne ricoprono interamente l’interno. Il primo ciclo opera di artisti bizantino-cassinesi nell’abside, nella parete meridionale, nell’arco trionfale e nella parete di contro-facciata, il secondo ad opera di pittori di scuola toscana di gusto protogiottesco , che riaffrescarono la parete settentrionale riedificata in seguito al terremoto del 1313. Il ciclo bizantino-cassinese inizia dalla parete destra dell’arco trionfale e quindi per proseguire sulla parte meridionale, ove sono presenti splendide scene tratte dalla Genesi. I primi episodi sono dedicati alla Creazione e iniziano dal quarto giorno, con un giovane Dio senza barba che separa il sole dalla luna; segue poi la creazione degli Angeli, degli animali, degli uccelli. Infine la creazione dell’uomo, della donna e la cacciata dal Paradiso Terrestre. Nella seconda campata l’unico affresco tuttora leggibile raffigura i sei Profeti, intenti a proclamare il messaggio scritto in latino e che portano nella mano destra. Molti dipinti presenti in quest’area sono andati perduti a causa della costruzione dell’altare in pietra, realizzato nel 1597, recante lo stemma di Fossa. Nell’ultima campata troviamo dipinti disposti su tre registri. Tra essi un San Giorgio e un San Martino, i Mesi, gli ultimi sei dell’anno, e, infine, Abramo, Isacco e Giacobbe.

Nell’abside sono le rappresentate, come era usanza presso la cultura bizantina, le scene della Passione del Cristo. Sulla parete di sinistra una magnifica Ultima Cena, sulla parete frontale troviamo invece San Giovanni Battista, San Paolo, Cristo Pantocratore, San Pietro e San Giovanni Evangelista.

In basso si procede con la Flagellazione e quindi al centro la Crocifissione con la Madonna e San Giovanni Evangelista, la Deposizione.

Il ciclo termina sulla parete di contro-facciata con la raffigurazione del Giudizio Universale, uno tra i più antichi d’Abruzzo. La leggenda vuole che Dante Alighieri, in visita a questa chiesa in occasione della nomina di Celestino V, fu talmente colpito dai dipinti del Giudizio da trarne spunto per la sua Commedia.

Il ciclo di scuola toscana, databile alla seconda metà del XIV secolo, occupa la parete settentrionale ed è dedicato alla vita della Madonna. Le scene narrano San Gioacchino tra i pastori, l’Incontro presso la Porta Aurea, l’Annunciazione, la Natività, la Malattia della Vergine, il Trasporto del corpo di Maria da parte degli Apostoli, la Deposizione della Vergine e l’Assunzione di Maria. Pertanto il monumento nel suo complesso rappresenta un vero e proprio caposaldo dell’ arte medievale abruzzese abbracciando ben tre secoli di storia, ed è pertanto un vero e proprio museo d’ immagini figurative. Seriamente danneggiata dal sisma del 6 Aprile 2009, è stata restaurata e riconsegnata al mondo il 28 Aprile 2019.

https://fondoambiente.it/luoghi/chiesa-santa-maria-ad-criptas?ldc

 

 

 

tre ultime immagini

Santa Maria ad Cryptas, fossa

 

Santa Maria ad Cryptas, fossa

 

Santa Maria ad Cryptas, fossa

 

 

TRE IMMAGINI DAL SITO:

IL CAPOLUOGO– RIAPRE SANTA MARIA AD CRYPTAS – 28/04/2019

https://www.ilcapoluogo.it/2019/04/28/riapre-santa-maria-ad-cryptas-la-chiesa-gioiello/

 

 

 

 

 

 

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