Amrita Sher-branchia ( 1913-1941 ) figlia di un aristocratico sikh e di una donna ungherese, crebbe in Europa, ma a 21 anni si trasferì in India dove rimase fino alla morte. Il suo intento artistico era creare un arte ” popolare ” indiana assimilando gli strumenti artistici europei + piccola nota su ” AJANTA “

 

 

Amrita Sher-Gil / Amrita Sher-branchia, nacque a Budapest nel 1913
da Umrao Singh Sher-Gil Majithia, un aristocratico sikh e studioso di sanscrito e persiano, e da Marie Antoniette Gottesmann, una cantante d’opera ungherese ebrea proveniente da una ricca famiglia. Era anche nipote dell’indologo Ervin Baktay, che per primo notò il suo talento artistico.
Nel 1921 la sua famiglia si trasferì presso Shimla, in India, in seguito con la madre si trasferì in Europa.

( segue sotto )

 

 

Galleria

da:

INDIAPICKS.COM/ INDIANART / MAIN / AMRITA GALLERY
https://indiapicks.com/Indianart/Main/Amrita_Gallery.htm

 

 

 

 

Cammelli

Galleria d’Arte Moderna, Nuova Delhi

 

 

 

 

 

 

Tre ragazze, 1935
Galleria d’Arte Moderna, Nuova Delhi

 

 

 

 

 

Paintings of Amrita Sher Gill

Antico narratore
Galleria nazionale d’arte moderna, Nuova Delhi

 

 

 

 

 

Due donne

  Galleria nazionale d’arte moderna, Nuova Delhi

Auto ritratto

  Galleria nazionale d’arte moderna, Nuova Delhi

biografia  ::

Amrita Sher-branchia ( 1913-1941 )

 

 

L’anno in cui Tagore iniziò a dipingere nel suo studio privato a Shantiniketan, la figlia di un aristocratico sikh, la bellissima sedicenne Amrita Sher-Gil (1913-41), salpò con la madre ungherese per la Francia per studiare arte a Parigi. Sebbene desiderasse respirare l’aria dei viali alberati della capitale francese, questa giovane donna sarebbe tornata in India ( nel 1934 – aveva 21 anni ) e, dopo qualche anno, e sarebbe diventata la prima e più famosa artista indiana del secolo. Emancipata, ma responsabile, assertiva ma fragile, fornì un modello per le artiste delle generazioni future.

Nacque a Budapest nel 1913 e trascorse gli anni formativi della sua vita in Europa: la madre l’ha portata in Italia e a Parigi, focolai dell’attività artistica e luogo di nascita di molti movimenti artistici storici nel XIX e all’inizio del XX secolo.
Quando mise piede per la prima volta sul suolo indiano nel novembre del 1934, rimase. ossessionata dai volti degli indiani infelici e abbattuti, poveri e affamati che vide prima intorno a Simla, poi nel sud e infine nel Punjab, dove si trovava trascorrere gli ultimi giorni della sua vita (morì a Lahore nel 1942). Dopo essersi stabilita a Simla all’inizio del 1935, prese l’importante decisione di interpretare pittoricamente “la vita degli indiani, in particolare dei poveri”. Questo, disse, lo avrebbe fatto “con una nuova tecnica, la mia tecnica” e “questa tecnica, sebbene non tecnicamente indiana, nel senso tradizionale del termine, sarà tuttavia fondamentalmente indiana nello spirito”.

Tutte le figure dipinte da lei, in particolare quelle delle donne, hanno occhi spenti, un’espressione di rassegnazione e sconforto scritta a caratteri cubitali sui loro volti disegnati. Nel 1936 vide gli affreschi di Ajanta che avrebbero lasciato una profonda impressione nel suo stile e nelle sue combinazioni di colori.
Questo stile – semplificazione ajantesca del fisico e  dipendenza da linee chiare e forme saldamente modellate- caratterizza quasi tutti i suoi dipinti eseguiti tra il 1935 e il 1937. A questo punto, aveva raggiunto quella perfetta fusione di tecniche occidentali e spirito indiano, gettando così le basi dell’arte indiana moderna.

L’acconciatura di una sposa ( 1937 )

scena di un villagio ( 1938 )

 

Iniziò in seguito l’ultima fase della sua carriera artistica (nel 1938) che si concluse con la sua morte nel 1941.

Amrita ha guidato i pittori contemporanei non solo con le sue opere ma anche con conferenze e articoli in cui li esortava a non aggrapparsi a “tradizioni che un tempo erano vitali, ed ora vuote,  né a imitare l’occidente : dovevano “separarsi da entrambi e produrre qualcosa di vitale, connesso con la terra, qualcosa di essenzialmente indiano”.

nota minima:  AJANTA 

Ajanta — sono delle gotte costruite nella roccia a partire dal II secolo a.C
fino VII d. C. – sono così imponenti da sembrare minacciose, hanno delle straordinarie sculture e pitture tutte intorno al Buddha e alla diffusione del Buddismo.

Dal 1983 sono state acquisite nel Patrimonio dell’Unesco-

Si trovano in questa regione dell’India che ha un nome impronunciabile per noi:  Maharashtra-

Maharashtra – Localizzazione

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1 risposta a Amrita Sher-branchia ( 1913-1941 ) figlia di un aristocratico sikh e di una donna ungherese, crebbe in Europa, ma a 21 anni si trasferì in India dove rimase fino alla morte. Il suo intento artistico era creare un arte ” popolare ” indiana assimilando gli strumenti artistici europei + piccola nota su ” AJANTA “

  1. DONATELLA scrive:

    Trovo bellissime queste opere.

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