MARGHERITA CORDELLINI, «Discriminazione»: Tel Aviv riammessa alla fiera delle armi francese — IL MANIFESTO 19 GIUGNO 2024 / +++ M. CORDELLINI, Tel Aviv, record di esportazioni di armi: nel 2023 oltre 13 miliardi ” perché testate non solo in laboratorio “- IL MANIFESTO  18 GIUGNO 2024

 

 

 

IL MANIFESTO 19 GIUGNO 2024
https://ilmanifesto.it/discriminazione-tel-aviv-riammessa-alla-fiera-delle-armi-francese

 

 

 

 

«Discriminazione»: Tel Aviv riammessa alla fiera delle armi francese

 

 

EUROPA. Per protesta il sindaco di Gerusalemme aveva ordinato di interrompere i servizi di raccolta rifiuti e di giardinaggio al consolato francese

 

 

 

 

«Discriminazione»: Tel Aviv riammessa alla fiera delle armi francese

 

 

 

 

Il tribunale del commercio francese ha ordinato il reintegro d’Israele a Eurosatory 2024, la fiera sulla sicurezza che si sta tenendo questa settimana nel nord di Parigi.

La società organizzatrice Coges Events aveva comunicato lo scorso mese la decisione governativa di vietare l’ingresso alle 74 imprese della difesa israeliane. Il provvedimento era stato preso dal ministero della difesa francese alla luce dell’incessante offensiva israeliana contro Gaza. La decisione del tribunale, che definisce il ban degli industriali israeliani come «discriminatorio», è stata presa in seguito alla denuncia sporta dalla camera del commercio franco-israeliana.

 

Non è chiaro se le imprese israeliane riusciranno a partecipare a Eurosatory prima della sua chiusura, programmata per venerdì. Il consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche (Crif) festeggia comunque l’ordinanza, accogliendola come il simbolo del «riaffermarsi della ragione». Il Crif aveva aspramente criticato una seconda sentenza riguardante l’esclusione di Israele dall’evento che proibiva l’ingresso anche a individui connessi con le imprese di difesa israeliane, che era stata voluta da un collettivo di associazioni francesi pro-Palestina ed emessa il 14 giugno dal tribunale Bobigny, un sobborgo del nord di Parigi.

 

In risposta alla decisione della giustizia, Coges ha introdotto l’obbligo per ogni rappresentante delle aziende israeliane di firmare un documento, dichiarando così di non lavorare per l’industria della difesa di Tel Aviv.

Il presidente del Crif Yonathan Arfi si è quindi scagliato su X contro questa iniziativa, accusando il «documento della vergogna» di stigmatizzare i cittadini israeliani stessi. In seguito, Coges  si è scusata, giustificandosi con la necessità di rispondere tempestivamente alla sentenza del tribunale Bobigny. La deputata Caroline Yadan, che aveva riunito una delegazione davanti alle porte dell’Eurosatory per contestare il presunto «boicottaggio della società israeliana», festeggia il provvedimento del tribunale del commercio di Parigi e sottolinea su X (ex Twitter) il bisogno di far intendere l’importanza dell’innovazione nella «guerra contro il terrorismo».

 

La sospensione iniziale delle imprese israeliane da Eurosatory aveva scatenato l’ira del ministro della difesa Yoav Gallant, che aveva annunciato che Israele non avrebbe fatto parte dell’accordo trilaterale promosso dal presidente francese Emmanuel Macron, che prevedeva la collaborazione dei due paesi con gli Stati uniti per dissolvere le tensioni con Hezbollah al confine settentrionale con il Libano. Più recentemente, il sindaco di Gerusalemme ha ordinato con una lettera al dipartimento di nettezza urbana della città di interrompere i servizi di raccolta rifiuti e di giardinaggio al consolato francese.

L’ultranazionalista Arieh King dichiara che la sua disposizione è una reazione al tentativo di Macron di danneggiare Israele e le sue industrie, alludendo proprio all’esclusione di Israele da Eurosatory. Il municipio di Gerusalemme ha affermato tuttavia che le interruzioni ai servizi al consolato non verranno implementate.

 

+++   IL MANIFESTO  18 GIUGNO 2024

 

Tel Aviv, record di esportazioni di armi: nel 2023 oltre 13 miliardi

 

INVADO AVANTI. Sono considerate «affidabili» perché già testate sui palestinesi. Fra i principali acquirenti Asia e Pacifico (48%), Europa (35%) e Nord America (9%)

 

Tel Aviv, record di esportazioni di armi: nel 2023 oltre 13 miliardi

 

Il ministero della difesa israeliano ha annunciato lunedì che Israele ha battuto il suo record assoluto di export d’armi per il terzo anno consecutivo, vendendole per oltre 13 miliardi di dollari nel 2023. Fra i principali acquirenti ci sono i paesi dell’Asia e del Pacifico, con 48% delle esportazioni totali, seguiti dall’Europa (35%) e dal Nord America (9%). Gli acquisti d’armi di Emirati Arabi Uniti, Bahrain e Marocco scendono dal 24% del 2022 fino al 3%. La vendita di sistemi di difesa aerea, che rappresenta il 36% delle transazioni totali, è in forte aumento: 17 punti percentuali rispetto al 2022.

Il Ministro della Difesa Yoav Gallant festeggia questo primato come un «certificato d’onore» delle industrie di difesa del paese, nonostante siano impegnate nella devastazione ininterrotta di Gaza.

 

NON È LA PRIMA volta che la vendita delle armi israeliane e il numero di morti in Palestina seguono una tendenza parallela: secondo il giornalista e scrittore Antony Loewenstein, è la performance bellica nei territori palestinesi occupati a determinare gli export delle industrie della difesa israeliane.

Durante la guerra a Gaza fra il 2008 e il 2009 vengono collaudati in battaglia i droni Heron Tp Eitan – i più grandi veicoli senza pilota (Uav) d’Israele – che sono fabbricati dall’Israel Aerospace Industries (Iai).

Fra il 2008 e il 2011 l’Iai vede aumentare la richiesta dei droni Eitan in almeno dieci paesi. Secondo il rapporto di Drones War UK del 2014, l’India comprò in quel periodo più di 34 droni Eitan, seguita da Francia e Brasile. Loewenstein spiega che le armi usate da Israele in ogni guerra contro Gaza sono state poi puntualmente pubblicizzate sul mercato internazionale, riscontrando un boom delle vendite.

 

Gli export degli Uav iniziano a crescere esponenzialmente dopo la guerra contro Gaza del 2014, quando l’azienda israeliana Elbit promuove i suoi Uav Hermes come «combat-proven» (testati sul campo di battaglia), descrivendoli come gli assi nella manica delle operazioni antiterroristiche delle Idf.

 

 

L’ESPERTO di geopolitica Zoran Kusovac riferisce ad Al-Jazeera che ciò che rende le armi e le tecnologie israeliane così attraenti per gli altri paesi è proprio il fatto che sono testate sui palestinesi invece che nei laboratori.

Un altro fattore che spiega l’importanza del mercato delle armi israeliane è la mancanza di controlli: Israele non ha firmato il Trattato sul Commercio delle Armi, secondo il quale è proibito vendere armi a paesi che potrebbero utilizzarle per crimini contro l’umanità.

In un comunicato del 2023, il portavoce del ministro della salute di Gaza afferma che, dall’inizio del genocidio contro i gazawi, le bombe israeliane hanno causato gravi ustioni mai osservate in conflitti precedenti.

Loewenstein riferisce all’agenzia di stampa turca Anadolu che anche il conflitto attuale costituisce un’occasione per Israele di collaudare le sue armi. Intanto la Francia ha deciso di escludere le aziende israeliane da Eurosatory – la fiera internazionale della sicurezza che si sta tenendo in questi giorni – per via delle devastanti operazioni militari nella striscia di Gaza, facendo sperare che l’impunità di Israele non passi più inosservata.

NOTE :

 

 

 

 

FAZI EDITORE, marzo 2024

 

Prefazione di Moni Ovadia
Traduzione di Nazzareno Mataldi

«Un tragico e inquietante resoconto di come Israele sia diventato un fornitore di strumenti di violenza e repressione brutale, dal Guatemala al Myanmar e ovunque se ne sia presentata l’occasione».
Noam Chomsky

Il complesso militare-industriale di Israele utilizza i Territori Occupati palestinesi come banco di prova per le armi e le tecnologie di sorveglianza che esporta in tutto il mondo. Per oltre cinquant’anni, infatti, l’occupazione illegale della Cisgiordania e della Striscia di Gaza ha fornito allo Stato israeliano un’esperienza formidabile nel controllo di una popolazione “nemica”, i palestinesi. In questo libro il giornalista d’inchiesta Antony Loewenstein indaga per la prima volta questa inquietante realtà, mostrando come la Palestina sia diventata il laboratorio perfetto per l’industria israeliana della difesa e della sorveglianza, e come le tattiche israeliane di occupazione siano sempre più il modello per le nazioni che vogliono colpire le minoranze non gradite. Dalle tecniche di polizia alle munizioni letali, dal software di spionaggio Pegasus ai droni utilizzati dall’Unione Europea per monitorare i migranti nel Mediterraneo, Israele è oggi un leader mondiale nei dispositivi militari e di intelligence che alimentano i conflitti più violenti del pianeta. Nel libro, grazie a documenti inediti, Loewenstein denuncia anche il sostegno israeliano ad alcuni dei regimi più spietati degli ultimi settant’anni, tra cui il Sudafrica dell’apartheid, il Cile di Pinochet, la Romania di Ceaușescu, l’Indonesia di Suharto e il Ruanda prima e durante il genocidio del 1994.

Laboratorio Palestina – vincitore del Walkley Book Award per il miglior libro del 2023, il più prestigioso riconoscimento giornalistico in Australia – è una magistrale opera di giornalismo investigativo che fa luce sulle responsabilità di Israele nella violazione dei diritti umani nel mondo.

«Come essere umano ed ebreo, so che l’uguaglianza e la giustizia tra israeliani e palestinesi sono l’unico modo per risolvere questo conflitto. Questo libro è il mio contributo per porre fine a decenni di discriminazione e rivelare i meccanismi segreti grazie ai quali è potuta durare tanto. Il futuro non è ancora scritto».
Antony Loewenstein

«Un libro ammirevole, documentato e basato su prove, sul lato meno conosciuto dell’occupazione. Fornisce un ritratto di Israele, uno dei dieci maggiori esportatori di armi al mondo, che commercia in morte e sofferenza e le vende a chiunque voglia comprarle».
Gideon Levy, «Haaretz»

«Una lettura irrinunciabile su un aspetto nascosto e scioccante della colonizzazione israeliana dei palestinesi. Abbiamo atteso a lungo un libro come questo che svela in che modo Israele utilizza l’oppressione della Palestina per potenziare le sue industrie militari e di sicurezza. Loewenstein mostra chiaramente che questo tipo di esportazione è oggi il contributo più significativo di Israele alla violazione globale dei diritti umani».
Ilan Pappé

«Un trionfo del giornalismo d’inchiesta».
Avi Shlaim, professore emerito di Relazioni internazionali all’Università di Oxford

«Laboratorio Palestina vede la luce nel momento più opportuno come monito agli israeliani a liberarsi del loro fascismo».
dalla prefazione di Moni Ovadia

 

 

2.

 

ZORAN KUSOVAC

Zoran Kusovac

Zoran Kusovac è un analista geopolitico e di sicurezza, corrispondente di guerra e produttore che ha seguito i conflitti in Europa, Medio Oriente e attuale, nel Nord Africa e nell’Asia centrale.

 

DA :

balkans.aljazeera.net

https://balkans.aljazeera.net/author/zoran-kusovac

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1 risposta a MARGHERITA CORDELLINI, «Discriminazione»: Tel Aviv riammessa alla fiera delle armi francese — IL MANIFESTO 19 GIUGNO 2024 / +++ M. CORDELLINI, Tel Aviv, record di esportazioni di armi: nel 2023 oltre 13 miliardi ” perché testate non solo in laboratorio “- IL MANIFESTO  18 GIUGNO 2024

  1. DONATELLA scrive:

    Cosa c’è di meglio che un prodotto testato sugli uomini?

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