DANIELE DALBONI, ¡QUE VIVA MEXICO!: Il trionfo di Claudia, delfina di Obrador, leader di Morena– a capo coalizione ” Sigamos Haciendo Historia “aciendo, sarà la prima donna a guidare il Messico, stravinto in tutti gli stati meno due, ringrati uno ad uno la sinistra America latina — IL MANIFESTO  — 4 GIUGNO 2024

 

 

 A chi potesse interessare il link della Presidente su X.

 

 

LA COALIZIONE VINCENTE:

La candidata di Morena (Movimento Rigenerazione Nazionale), Partito Verde Ecologista del Messico (Pvem) e Partito del Lavoro (Pt) ha superato la candidata avversaria Xóchitl Gálvez. Secondo il conteggio rapido pubblicato dall’Istituto nazionale elettorale, Sheinbaum ha ottenuto un consenso compreso tra il 58,3% e il 60,7% dei voti. “Non vi deluderò”, la sua prima dichiarazione. La candidata dell’opposizione riconosce la sconfitta

https://tg24.sky.it/mondo/2024/06/03/elezioni-messico

 

 

 

 

IL MANIFESTO  — 4 GIUGNO 2024
https://ilmanifesto.it/il-trionfo-di-claudia-sara-la-prima-donna-a-guidare-il-messico

 

 

 

Il trionfo di Claudia, sarà la prima donna a guidare il Messico

 

¡QUE VIVA MEXICO!. «La doctora» Sheinbaum ha stravinto in tutti gli Stati tranne due. Così la delfina di Lopez Obrador ha distrutto i partiti tradizionali. Cancellati Pan, Pri e Prd, ringraziati uno ad uno tutti i leader di sinistra in America latina

 

 

 

Claudia Sheinbaum

La gioia di Claudia Sheinbaum, candidata vincente di ”Sigamos Haciendo Historia” – foto Ap

 

 

 

 

Un trionfo annunciato. Una campagna elettorale condotta con la consapevolezza di vincere, ma la necessità di una vittoria ampia per «spazzare via definitivamente il passato». Una presenza importante e ingombrante da dover gestire, quella del presidente uscente Obrador che da leader di Morena avrà un forte controllo politico sul nuovo governo. Nonostante ciò, la vittoria di Claudia Sheinbaum è qualcosa di enorme, e non solo per il fatto che sarà la prima donna presidente della storia del Messico.

 

IL PRIMO DATO che emerge dal voto del 2 giugno è ovviamente l’incredibile forbice tra Sheinbaum, alla guida della coalizione Sigamos Haciendo Historia, e gli sfidanti: l’ex sindaca di Città del Messico ha infatti ottenuto oltre il 58% delle preferenze, mentre la candidata di Fuerza y Corazón por México, che ha riunito i partiti storici del Messico – il Partito Azione Nazionale (Pan), il Partito Rivoluzionario Istituzionale (Pri) e il Partito della Rivoluzione Democratica (Prd) – si è fermata al 28%. Terzo l’outsider Jorge Máynez del Movimiento Ciudadano, con il 10% dei voti. Una forbice che, altro dato significativo in un paese come il Messico, ha fatto sì che in queste elezioni nessuno abbia parlato di brogli elettorali.

 

Analizzando il risultato dei partiti, il Movimento Rigenerazione Nazionale – Morena – fondato da Obrador nel 2011 ha conquistato il 45% dei consensi, facendo dell’ex presidente colui che ha spazzato via i tre partiti storici del Messico: Il Pan ha ottenuto il 16,5%, il PRI il 9,5%, il Prd appena l’1,8%. Un risultato che non può passare in secondo piano se si considera che Pri e Pan hanno eletto gli ultimi due presidenti prima dell’affermazione di Obrador nel 2018, rispettivamente Enrique Peña Nieto (2012) e Felipe Calderón (2006).

 

MA IL TRIONFO di Sheinbaum e Morena non si è fermato alla conquista della residenza presidenziale di Los Pinos: ” Sigamos Haciendo Historia ” ha infatti vinto le elezioni locali di Città del Messico, con Clara Brugada chiamata a continuare il lavoro di Sheinbaum che si era dimessa da sindaco con un anno di anticipo proprio per candidarsi alle elezioni federali, e si è affermata alla guida di Chiapas, Morelos, Puebla, Tabasco (stato natale di Obrador, qui addirittura con l’80% dei consensi), Veracruz e Yucatán. Le uniche vittorie degli sfidanti si sono infatti registrate negli stati di Jalisco, dove sul filo si è imposto il candidato del Movimiento Ciudadano, e di Guanajuato, dove ha vinto l’esponente di Fuerza y Corazón por México.

 

SHEINBAUM HA ORA ampio mandato per continuare la «trasformazione di sinistra» iniziata da Obrador. E lo potrà fare partendo da quel senso di novità che incarna la sua figura a partire dall’essere la prima donna alla guida di un paese machista, in cui i femminicidi sono all’ordine del giorno.

 

Ma a questo risultato, ha sottolineato nel suo primo intervento da nuova leader del governo, «non arrivo da sola: siamo arrivate tutte, dalle eroine che ci hanno regalato la nostra patria alle nostre madri, alle nostre figlie, alle nostre nipoti». Significativa anche la sua prima promessa: rispettare «la diversità politica, sociale, culturale e religiosa, la diversità di genere e sessuale». La seconda: «Combattere ogni forma di discriminazione».

 

SUL SUO PROFILO SU X, veicolo social della sua campagna elettorale, Sheinbaum ha pubblicato una serie di tweet per ringraziare, uno a uno, i leader dei paesi più vicini che hanno salutato la sua vittoria:

Bernardo Arévalo, presidente del Guatemala, con l’impegno di «continuare a lavorare insieme per un’America Latina unita»,

Xiomara Castro dell’Honduras, alla quale ha ribadito che «è il tempo delle donne», e

John Briceño del Belize per rinsaldare politiche comuni caraibiche. Una scelta chiara, quella di Sheinbaum, che vuole continuare anche qui sul solco tracciato da Obrador:

il Messico come “regia” per la gestione della questione migratoria; parlare “a sud” per farsi intendere “a nord”.

Silenzio, ovviamente, di Donald Trump sulla vittoria della leader della sinistra messicana, mentre Joe Biden ha tenuto a congratularsi per la «storica elezione a prima donna presidente del Messico». Quindi, il messaggio che suona come un auto-auspicio in vista delle presidenziali del 5 novembre, considerando anche che il governo Sheinbaum inizierà solo il primo ottobre: «Non vedo l’ora di lavorare a stretto contatto nello spirito di partenariato e amicizia che riflette i legami duraturi tra i nostri due Paesi». Un’amicizia che, durante il governo Obrador, è spesso entrata in crisi proprio sulla questione migratoria.

 

CHE SHEINBAUM sia, oggi, la nuova speranza dell’America Latina che guarda a sinistra lo racconta il fatto che ad attendere con lei i risultati ci fossero due ex presidenti “pesanti”, quello dell’Argentina Alberto Fernández, e quello della Bolivia Evo Morales, e le parole di Lula, che non ha perso occasione per complimentarsi anche con il suo «grande amico» Obrador e annunciare un prossimo viaggio in Messico «per rafforzare i nostri rapporti commerciali. Siamo le due maggiori economie dell’America Latina e possiamo avere un flusso maggiore di scambi fra gli imprenditori di entrambi i paesi».

 

A dimostrazione della centralità del Messico nello scenario politico e commerciale mondiale, infine, da un lato i complimenti della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e dell’alto rappresentante Ue Josep Borrell, che ha messo in risalto «i settori di interesse reciproco, come le relazioni economiche, la transizione verde, l’inclusione sociale, la sicurezza e l’agenda digitale», e dall’altro il messaggio di Vladimir Putin che ha affermato che «il Messico è tradizionalmente un partner amico della Russia nella regione latinoamericana. Ci aspettiamo che la sua attività contribuirà a un ulteriore sviluppo della cooperazione tra i nostri Paesi».

 

Daniele Nalbone –Giornalista specializzato nell’ideazione e costruzione di prodotti editoriali digitali. Il suo primo viaggio in Messico, per la precisione in Chiapas, risale al 2007. Da allora ogni volta che può torna lì per dare voce ad attivisti, movimenti e giornalisti in quello che è il Paese più pericoloso al mondo per chi fa questo lavoro.

 

 

 

 

 

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IL MANIFESTO 2 GIUGNO 2024

Messico, nelle urne desaparecidos con economia e sicurezza

ELEZIONI. Nei sondaggi svetta l’ex sindaca della capitale Claudia Sheinbaum, del partito di Obrador

Claudia Sheinbaum tiene il suo ultimo comizio a Città del Messico Ap

CLAUDIASHEIN ( su X gli altri presidenti del Sud America la chiamano così ) nel suo ultimo comizio  a Città del Messico

se vuoi, apri qui

https://ilmanifesto.it/elezioni-messico-sheinbaum

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