MAO VOLPIANA, DUE ARTICOLI PUBBLICATI DAL MANIFESTO- RIPUBBLICATI DA ALTRI, 1° / UCRAINA: LA RENITENZA ALLA LEVA È DIVENTATO UN FENOMENO DI MASSA “EUROPEO” DA : QUALCOSA DI SINISTRA 2 GIUGNO 2024; 2° /Il pacifista nonviolento ucraino Yurii Sheliazenko accusato, falsamente, di essere “amico di Putin”- DA: AZIONE NON VIOLENTA 5 AGOSTO 2023

 

 

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UCRAINA. Mobilitazione impopolare, unica via l’espatrio. Il 54% degli ucraini capisce e approva. Sotto accusa il leader pacifista Sheliazenko

 

 

 

Militari

FOTO IL MANIFESTO

 

La legge marziale e la legge sulla mobilitazione sono in vigore fino alla metà di agosto. Vengono rinnovate ogni 90 giorni. Accade così dal febbraio del 2022, ma ogni volta c’è un giro di vite in più.

La risposta dell’opinione pubblica ucraina è sempre più scettica. I centri di reclutamento hanno fatto sapere che circa 94.500 uomini recentemente non hanno riposto alla chiamata: un dato ufficiale che evidentemente nasconde una realtà ancora più consistente. Tutti i maschi di età compresa tra i 18 e i 60 anni sono arruolabili, secondo il recente decreto presidenziale sulla mobilitazione che restringe sempre di più i casi di esenzione o differimento previsti dalla legge sul servizio militare. Un decreto fortemente impopolare, che i giovani studenti universitari o lavoratori rifiutano radicalmente, fino a preferire l’espatrio anche se illegale.

Per tentare di arginare il fenomeno, il Ministro degli Esteri Kuleba ha disposto che i consolati esteri ucraini nei paesi europei non forniscano più alcun servizio ai cittadini ucraini espatriati in età di coscrizione: «Il nostro paese è in guerra. Trovarsi all’estero non esonera il cittadino dai suoi doveri verso la patria».

Attualmente il personale a disposizione delle forze armate ucraine è stimato in 800.000 unità (di cui 62.000 donne, volontarie).

Sono invece 860.000 gli uomini adulti ucraini che si trovano all’estero, di cui si stima 650.000 in età militare per evitare di essere mandati al fronte e che non potranno rinnovare i passaporti in scadenza o ottenerne di nuovi, né ricevere documenti e certificati ufficiali; molti di loro rischiano di perdere la cittadinanza ucraina, ma nonostante questo il provvedimento sembra non essere efficace.

Di fatto, siamo di fronte al più grande fenomeno di renitenza alla leva registrato in Europa dopo la Seconda guerra mondiale. Un fenomeno che il 54% degli ucraini, secondo il sondaggio dell’Istituto di Sociologia di Kiev, comprende e approva:

«I renitenti alla leva si possono capire: nessuno vuole morire», ma che il vescovo di Odessa, Stanislaw Szyrokoradiuk, condanna, tanto da chiedere ai suoi compatrioti fuggiti all’estero di tornare in Ucraina: «Se amiamo la nostra patria, dovremmo difenderla insieme».

Dopo 27 mesi di guerra, con il rischio di un tracollo militare sul campo, il governo di Zelensky si ritrova con una bassissima disponibilità di uomini da combattimento, ma paradossalmente con una nuova potenza di fuoco tecnologica in arrivo dagli alleati europei e americani. Tante armi, poca truppa. È forse per questo che un recente decreto (motivato anche dall’alto livello di corruzione nel mondo militare) impone ai medici in divisa di non praticare la “rivedibilità” per le reclute: o idonei o non idonei, e tutte le pratiche dei “parzialmente idonei” devono essere riesaminate.

Espatriare sembra essere l’unica soluzione per chi rifiuta la guerra e cerca soluzioni di pace, poiché la strada legale per esercitare il diritto umano all’obiezione di coscienza, in Ucraina non è più contemplata, nonostante sia addirittura prevista dalla Costituzione ucraina e nonostante tutti i tentativi di introdurre il servizio civile alternativo in tempo di guerra, secondo una proposta del Movimento Pacifista Ucraino, come ci spiega Yurii Sheliazenko, il leader del Movimento:

«L’esercito ucraino si rifiuta ostinatamente di riconoscere il diritto all’obiezione di coscienza, in violazione dei trattati internazionali a cui l’Ucraina ha aderito. Se vogliamo essere europei, dobbiamo attuare gli standard europei invece di incarcerare i prigionieri di coscienza». Sheliazenko è assurdamente accusato di giustificare l’aggressione russa per una sua dichiarazione contenuta nell’Agenda di pace per l’Ucraina e il mondo, che invece condanna esplicitamente l’invasione del febbraio 2022. «È un pretesto per reprimere la mia difesa della pace e dei diritti umani. Mi hanno sequestrato il computer e lo smartphone, e vivo da mesi agli arresti domiciliari notturni».

L’11 giugno, dopo una lunga inchiesta, inizierà un processo nel quale Yurii potrebbe essere condannato fino a 5 anni di reclusione. Inoltre, il Servizio di Sicurezza dell’Ucraina ha esercitato pressioni su altri organi governativi per sciogliere il Movimento Pacifista Ucraino e vietarne le attività pubbliche, e ha impedito la registrazione del sito web “Free Civilians. Herald of peace and conscientious objection” (Civili liberi. Araldo di pace e obiezione di coscienza) da parte del Consiglio nazionale per la regolamentazione dei media (l’organismo militare che controlla la stampa ucraina)

 

 

 

SEGUE DA :

Azione nonviolenta – Lavori in corso causa guerra

Il pacifista nonviolento ucraino Yurii Sheliazenko accusato, falsamente, di essere “amico di Putin”

DiRedazione

 Ago 5, 2023

 

 

 

Yurii Sheliazenko, leader del Movimento Pacifista Ucraino

 

Pubblichiamo l’articolo a firma del presidente Mao Valpiana uscito su “Il Manifesto” il 5 agosto 2023 con il titolo “Amico di Putin. I servizi ucraini sfondano la porta del pacifista”. Le attività di informazione e il sostegno a Yurii Sheliazhenko sono svolte dal Movimento Nonviolento nell’ambito della Campagna di Obiezione alla Guerra, di cui è testimonial il fisico teorico Carlo Rovelli.

 

 

“No, non apro. Mostratemi il mandato. Chiamo la polizia e il mio avvocato”.

Così, Yurii Sheliazenko, leader del Movimento Pacifista Ucraino, ha reagito all’irruzione nella sua casa dei servizi di sicurezza, che alle 7 di mattina del 3 agosto volevano entrare per una perquisizione. Lui non ha aperto, ha mandato subito un allarme in diretta sui social, ha registrato l’evento. Gli agenti dei servizi segreti hanno sfondato la porta e sono entrati. Hanno messo a soqquadro la piccola casa, nella periferia di Kiev, hanno sequestrato il computer e documenti cartacei; Yurii ha dovuto subire una perquisizione al limite della legalità durante la quale gli hanno portato via con forza il cellulare Oikutel che aveva usato per registrare il rifiuto di identificazione da parte degli agenti.

Dopo momenti concitati e un interrogatorio senza la presenza dell’avvocato, Yurii ha ricevuto dall’investigatore dell’SBU Novak un documento simile a una copia della sentenza del tribunale distrettuale di Pechersk del 5 luglio 2023, in cui, sulla base di congetture, si sostiene l’accusa che Yurii avrebbe pubblicamente appoggiato l’aggressione russa.

Nel frattempo l’avvocato Oleg Veremiyenko ha raggiunto la casa di Yurii a perquisizione in corso.

Uno dei documenti sequestrati è lAgenda per la pace in Ucraina e nel mondo che lo stersso Yurii aveva letto a Kyiv, davanti alla statua di Gandhi, il 2 ottobre scorso, durante la carovana di Pace Stop The War Now, promossa da Movimento Nonviolento, Un Ponte Per e Pax Christi.

 

 

Il Movimento Pacifista Ucraino, guidato da Yurii, sezione dell’Internazionale dei Resistenti alla Guerra (WRI) e dell’Ufficio Europeo per l’Obiezione di Coscienza (EBCO-BEOC), non ha mai avuto alcuna ambiguità nel condannare la guerra, l’aggressione della Russia, l’espansione della Nato, e proporre soluzioni di pace, il cessate il fuoco, la via della diplomazia. Così come Yurii ha fatto pubblicamente il 10 e 11 giugno, al Vertice dei popoli di Vienna dove ha ribadito il supporto agli obiettori di coscienza ucraini, russi e bielorussi insieme a un’ampia delegazione italiana della coalizione Europe for Peace.

 

“Condannando l’aggressione russa, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha chiesto un’immediata risoluzione pacifica del conflitto tra Russia e Ucraina – si legge nel documento incriminato – e ha sottolineato che le parti in conflitto devono rispettare i diritti umani e il diritto umanitario internazionale. Condividiamo questa posizione”.  Nella stessa Agenda viene portata avanti la tesi della resistenza nonviolenta contro l’invasione: “Prima o poi, le parti si siederanno al tavolo dei negoziati. È sbagliato prendere le parti di uno qualsiasi degli eserciti in guerra, è necessario stare dalla parte della pace e della giustizia”.

Più volte Yurii ha ripetuto che la guerra di Putin è senza dubbio malvagia, ma

durante i sette anni prima dell’invasione russa in Ucraina, sia i russi che gli ucraini hanno violato l’accordo di cessare il fuoco in Donbass, in cui migliaia di persone sono state uccise:

“Alcuni dicono che è immorale smettere di armare l’Ucraina per l’autodifesa – ha dichiarato Yurii – ma io credo che sia immorale alimentare la guerra con la fornitura di armi. L’unica speranza di uscire dal circolo vizioso è imparare a resistere agli aggressori e ai tiranni senza violenza, senza riprodurre i loro metodi e la loro follia militarista. Putin ha aggredito militarmente, ma noi non possiamo agire come se la difesa nonviolenta e la diplomazia non esistessero”.

Il suo avvocato Oleg Verermiyenko ci fa sapere che qualsiasi aiuto in una situazione del genere è benvenuto e in particolare sarebbero utili lettere di supporto che forniscano prove sul carattere e l’impegno nonviolento di Yurii.

La sua persecuzione avviene in un momento generale di accanimento in Europa contro le posizioni pacifiste con un aumento dei casi legali seguiti dalla Campagna di Obiezione alla Guerra, come quello della pasionaria nonviolenta Olga Karatch che rischia di vedersi rifiutato l’asilo politico in Lituania.

 

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