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(Si parla della terra di Castrogiovanni oggi Enna) :
” IL PEZZO DI CARTA PIU’ ANTICO D’EUROPA.”
A Palermo, nell’Archivio di Stato, è conservato il documento cartaceo più antico d’Europa. Si tratta di una lettera bilingue, in greco nella parte superiore e in arabo in quella inferiore, di Adelasia del Vasto (1074 – 1118), terza moglie di Ruggero I conte di Sicilia e Calabria (1130 ca. – 1101), fondatore della dinastia dei Normanni nell’isola. Adelasia scrisse il mandato nel 1109 per ordinare ai vicecomiti della terra di Castrogiovanni (oggi Enna) di proteggere il monastero di San Filippo di Demenna, che rientrava nel suo patrimonio personale.
L’eccezionalità del documento è duplice: testimonia sia lo scambio culturale e continuo che avveniva con il mondo musulmano stanziato sull’isola – la carta è composta da una pasta di fibre di grano di provenienza africana – sia l’uso, per quanto secondario, di questo nuovo materiale per la scrittura. L’uso della carta, già nota presso gli arabi e in Estremo Oriente, iniziò nelle aree europee a dominio musulmano verso al fine dell’XI secolo, principalmente in Spagna a Cordoba, Toledo e Granada. Successivamente, dal XIII secolo in poi si diffusero le cartiere in tutta Europa: la più nota in Italia fu quella di Fabriano. La carta sostituì gradualmente e lentamente la pergamena, essendo considerata un materiale di scarto. Le pergamene venivano usate per documenti diplomatici e catastali, destinati a durare nel tempo; fu probabilmente per questo che Adelasia, dovendo comunicare ai suoi vassalli una sua volontà, utilizzò la carta, a mo’ di rescritto di secondaria importanza. La lettera di Adelasia finì nello speculario dell’abbazia di San Filippo di Fragalà, che nei secoli successivi fu acquisito dall’Ospedale Grande di Palermo e quindi all’Archivio di Stato.
Dal punto di vista dell’informazione interna, il documento fa intendere che il monastero era soggetto a minacce esterne o a vessazioni di altri feudatari, non adeguatamente respinte dai vassalli della contessa; ciò spiegherebbe il motivo della missiva.
Adelasia del Vasto, di origine ligure, sposò in prime nozze Ruggero di Sicilia per suggellare l’alleanza fra i Normanni e gli Aleramici, signori dell’area ligure avente come centro la Marca di Saluzzo. Le nozze furono celebrate nel 1089 e dall’unione nacquero i figli Simone (morto nel 1105) e Ruggero II, detto il Normanno, fondatore del Regno di Sicilia nel 1131, e due femmine. Ruggero I morì nel 1101 e Adelasia assunse la reggenza. Nel 1113 sposò Baldovino, re di Gerusalemme, nella speranza evidentemente di aumentare l’eredità del figlio Ruggero, ma il matrimonio fu un fallimento e fu annullato dopo 3 anni e mezzo, in seguito anche alla malattia di cui fu affetto Baldovino, la lebbra (torneremo a parlarne in un prossimo articolo). Tornata in Sicilia nel 1117, condusse con sé i padri Carmelitani, iniziandone la diffusione, e morì il 16 aprile 1118.
…Adelasia trascorse l’ultimo anno della sua vita nel convento del Santissimo Salvatore di Patti dove le fu poi data degna sepoltura, ancora oggi visibile e custodita da un sarcofago rinascimentale all’interno della Basilica Cattedrale di Patti.
Cristian Aiello
nota 1 :
dove si trova Enna in Sicilia
VISTA PANORAMICA DI ENNA
Mussomeli
Entroterra della Sicilia
L’entroterra siciliano, lontano dalle spiagge e dai siti archeologici sparsi lungo la costa, offre l’aspetto più autentico di questa terra. Inoltre le montagne dell’isola, che possiedono una bellezza aspra e selvaggia, danno la possibilità di vedere paesaggi di straordinaria bellezza.
L’entroterra della Sicilia entroterra, è quella zona compresa tra i Monti Iblei, i Nebrodi e le Madonìe. La Sicilia più autentica e più legata alle tradizioni si trova in questi luoghi. Località dove il folklore e la modernità si sublimano sotto il sole caldo d’estate e freddo d’inverno. Luoghi dove le campagne si colorano di giallo in agosto e di verde ottobre.
Zone che hanno vissuto nei secoli numerose dominazioni straniere, che ne hanno caratterizzato la storia e la struttura urbanistica. Il cuore pulsante della Sicilia, dove non a caso ad Enna troviamo la Torre di Federico. Vero ombelico della regione, punto storico di riferimento per la realizzazione delle antiche mappe della Sicilia.
Ovviamente le località da vedere nell’entroterra siciliano non sono solo quelle che trovate nella lista. Vi sono ad esempio anche Piazza Armerina, Caltagirone, Nicosia, Castel di Lucio, e molti altri. Quella che trovate è solo una lista di luoghi visitati e documentati da me. A voi avventurarvi nell‘entroterra della Sicilia per scoprirne altri.
una veduta panoramica di Tripi
le zone collinari vicino a Sutera
I magnifici castelli siciliani
Una citazione speciale la voglio fare per i borghi medievali siciliani in cui si trovano alcuni dei castelli più belli della Sicilia. Primo fra tutti il Comune di Mussomeli con il suo splendido castello posto su di uno sperone roccioso. L’incredibile Castello di Sperlinga, costruito nella roccia. E i castelli medievali di Caccamo, Castelbuono e Montalbano Elicona, tutti in ottimo stato di conservazione. Per chi ama i castelli, come me, da non perderli.
sopra, tutto è di :
Racconta Viaggi
di
Luca Rubbis, fotografo e scrittore-viaggiatore, molti libri, è di Venezia
https://www.raccontaviaggi.it/entroterra-siciliano/
se volete fare un bel giro accompagnato in Sicilia, apri qui:
https://www.raccontaviaggi.it/cosa-vedere-in-sicilia/
nota 2- gli Aleramici
Storia degli Aleramici
Editore:
Odoya
Gli Aleramici furono un’importante famiglia feudale di origine franca. Quando si parla di dinastia aleramica si pensa subito ai marchesi di Monferrato: questo è stato infatti il ramo più noto (in Italia e soprattutto all’estero) della famiglia sia per l’importanza del territorio da esso governato sia per i prestigiosi risultati conseguiti da alcuni suoi membri nell’Oriente mediterraneo (Terrasanta e impero di Bisanzio). In realtà il casato degli Aleramici, tra tutte le grandi famiglie che intorno all’anno Mille fiorirono in Italia, fu quello che si diversificò in più ramificazioni, dando luogo a numerose dinastie operanti nel basso Piemonte e parte della Liguria occidentale. Pur nella scarsità di documenti a disposizione, e nel rigoroso rispetto della verità storica, l’autore utilizza una narrazione esauriente e completa che non trascura nessun personaggio. Il libro si apre con una introduzione storica utile a inquadrare gli avvenimenti nel loro contesto italiano ed europeo.
da Treccani-–Aleramici
https://www.treccani.it/enciclopedia/aleramici/
Celebre famiglia marchionale: discende, storicamente, da Aleramo, figlio di un Guglielmo salico o borgognone, che ebbe possessi dai re Lotario e Ugo nei comitati di Asti e di Vercelli (933) e la dignità marchionale (dopo il 950) da Berengario II, del quale sposò in seconde nozze la figlia Gerberga (960 o 961). Ma anche Ottone I gli riconosceva (967) il possesso dei comitati di Monferrato, di Acqui e di Savona, comprendenti una zona limitata dal Po, dal Mar Ligure e dalle marche Obertenga e Arduinica. Aleramo morì prima del 991 e la marca fu divisa tra i figli superstiti: Oddone, marchese del Monferrato (e dai discendenti di questo la marca del Monferrato passò nel 1305, per eredità, a Teodoro Paleologo, capostipite della dinastia durata sino al 1533), e Anselmo, marchese di Savona, i cui discendenti (tra essi Bonifacio, detto del Vasto, m. prima del 1136) furono alla loro volta capostipiti di varie famiglie nobili liguri e piemontesi (i marchesi di Incisa, di Saluzzo, di Busca, di Clavesana, di Ceva e del Carretto, di Savona, di Cortemilia, di Loreto).
BONIFÀCIO I MARCHESE DI MONFERRATO
Treccani —Biografie
IL DUOMO DI ENNA –
https://it.wikipedia.org/wiki/Duomo_di_Enna
Il duomo di Enna, dedicato a Maria Santissima della Visitazione, è la chiesa madre della città, nonché monumento nazionale e luogo di pace dell’UNESCO dal 2008.
L’interno dall’alto, con il soffitto ligneo e i quadri di Vincenzo Roggeri
– Opera propria
DUOMO DI ENNA
Immagini magnifiche e straordinaria la sintesi tra culture diverse.