MAPPA DEL NIGER
– CIA World Factbook / French Wikipedia
Il Niger (ufficialmente Repubblica del Niger, in francese République du Niger) è uno Stato senza sbocco al mare dell’Africa occidentale ( WIKIPEDIA, NIGER )
Carta di Laura Canali – 2023
https://www.limesonline.com/carte/carta-niger-e-nigeria-interconnessi-14718670/
LA CARTINA DI LAURA CANALI FA PARTE DEL LIMES 8 / 23
numero 8/23 dedicato ai colpi di Stato della fascia saheliana.
17 Settembre 2023
REPUBBLICA.IT — 5 MARZO 2024
https://www.repubblica.it/esteri/2024/03/05/news/lamine_zeine_intervista_premier_niger-422251270/?ref=drrt-f-1
Il premier del Niger: “Su migranti e Russia decidiamo noi, l’Europa non ci dia lezioni”
di Gianni Vernetti
L’intervista con Ali Mahaman Lamine Zeine: “Credo che con l’Italia raggiungeremo un accordo vantaggioso per entrambi sulla vostra presenza militare in Niger”. “L’alleanza con il Mali e il Burkina Faso ci ha permesso di compiere progressi nella lotta contro il terrorismo jihadista”
NIAMEY (NIGER) — Lo scorso 26 luglio un colpo di Stato guidato dal generale Abdourahamane Tchiani ha deposto il presidente della Repubblica del Niger Mohamed Bazoum. Da allora il Niger è governato dal Consiglio Nazionale per la Salvaguardia della Patria (Cnsp). In questa intervista esclusiva con Repubblica, la prima su un media occidentale, il primo ministro Ali Mahaman Lamine Zeine racconta la sua visione sul futuro del Paese, la lotta al terrorismo, l’immigrazione, i rapporti con l’Italia e l’Europa .
Sono passati sette mesi dal colpo di stato in Niger, qual è oggi la situazione nel Paese?
«Prima di descrivere la situazione odierna, mi permetta di raccontare in che stato versava il Paese prima del 26 luglio. L’ex presidente Mohamed Bazoum non ha fatto che proseguire le politiche del suo predecessore che aveva ridotto il Paese in una situazione difficile: divieto di ogni manifestazione pubblica, assenza di libertà di opinione, massiccia appropriazione indebita di fondi pubblici, impunità diffusa per il regime. Il colpo di Stato è stato motivato per rispondere al continuo deterioramento della situazione di sicurezza e per affrontare seriamente la cattiva governance economica e sociale».
In Europa c’è una crescente preoccupazione sulle ingerenze russe nel Sahel: il suo governo che rapporti ha con Mosca?
«Non spetta ad altri dirci con chi dovremmo o non dovremmo stare. I paesi cooperano liberamente fra loro, secondo i loro interessi. L’Europa non ha forse rapporti con la Russia?».
Il Niger ha deciso di lasciare l’Ecowas ( Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale ) a seguito delle sanzioni imposte al Paese. Perché?
«Le sanzioni imposte al Niger dall’Ecowas non hanno precedenti. Si tratta di una trentina di misure punitive che vanno dalla chiusura delle frontiere, all’interruzione della fornitura di energia elettrica, all’embargo sui prodotti alimentari e farmaceutici, al sequestro dei beni finanziari del Niger nella nostra Banca Centrale (Bceao). Oltre a queste punizioni ingiuste, illegali e disumane, Ecowas ha persino minacciato un intervento militare. Per questo motivo e, in consultazione con Mali e Burkina Faso, abbiamo deciso di uscire dall’Ecowas».
Qual è la prospettiva politica per l’Alleanza degli Stati del Sahel che il Niger ha recentemente promosso con il Mali e il Burkina Faso?
«Prima di tutto voglio ringraziare la vostra presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che fin da quando era all’opposizione si è battuta per la democratizzazione delle relazioni franco-africane, denunciando il franco Cfa che la Francia ha imposto ai cosiddetti Paesi francofoni dell’Africa, una valuta che ostacola in modo inaccettabile il commercio tra l’Africa e il resto del mondo. L’ambizione della nuova alleanza fra Niger, Mali e Burkina Faso, è quella di riconquistare la nostra vera indipendenza ed esercitare pienamente la nostra sovranità».
Come valuta la situazione della sicurezza nel Paese e come sta andando la lotta al terrorismo jihadista?
«Da quando Niger, Mali e Burkina Faso hanno deciso di riprendere in mano il proprio destino, abbiamo compiuto progressi significativi nella lotta contro il terrorismo. L’esercito del Mali ha riconquistato la regione di Kidal, in Burkina Faso l’esercito sta ottenendo ogni giorno crescenti successi e in Niger, nonostante l’esistenza di diversi gruppi terroristi nell’Est e nel Nord del Paese, la loro azione si è notevolmente indebolita (è il caso di Boko-Haram)».
Lo scorso novembre, il vostro governo ha abolito la legge del 26 2015 relativa al traffico illegale di migranti. Per quale motivo?
«Questa legge aveva trasformato il nostro Paese in un gendarme di guardia a un confine artificiale con l’Europa. Il Niger è stato cosi trasformato in una sorta di “hub” per i migranti ed è stata criminalizzata qualsiasi attività di trasporto passeggeri che coinvolgesse i migranti. Molti giovani nigerini che si guadagnavano da vivere con questa attività di trasporto si sono ritrovati da un giorno all’altro ad essere considerati dei criminali. La città di Agades è stata cosi trasformata in un centro di detenzione per i giovani africani di passaggio e in una città sotto assedio nella caccia ai migranti. Gli abitanti del Sahel per loro natura non conoscono i confini e la libertà di movimento è sacra qui nel Sahel. Tutta la storia dell’umanità è fatta di migrazioni e non abbiamo intenzione di porre barriere sul nostro territorio».
Qual è la sua opinione sui rapporti fra Niger e Francia?
«La Francia ha deciso di rimpatriare i suoi connazionali in seguito all’avvento del nuovo governo del Cnsp, che la Francia non ha riconosciuto come autorità legittima del Niger. Non abbiamo scelto noi di cacciare la Francia. La Francia voleva, come al solito, governare gli affari interni del Niger e noi abbiamo detto basta. Lo stesso vale per la presenza dell’esercito francese in Niger che aveva deciso di non collaborare più con noi nella lotta al terrorismo. In queste condizioni, nulla giustificava più la presenza militare francese nel nostro Paese».
Come valuta la presenza civile e militare degli Usa in Niger?
«In passato abbiamo collaborato molto con gli Usa in materia di intelligence nell’ambito della lotta contro il terrorismo, ma credo che potremmo fare di più. Colgo l’occasione per rendere omaggio ai quattro soldati americani che sono morti insieme ai soldati nigerini a Tongo-Tongo nella lotta contro i terroristi».
L’Italia è presente in Niger con attività di cooperazione allo sviluppo e con una missione militare (Misin). Come giudica l’operato dell’Italia nel suo Paese?
«La cooperazione tra Italia e Niger risale a diversi decenni fa e copre molti settori che vanno dall’agricoltura, alla tutela dell’ambiente, alle questioni militari, alla formazione dei giovani nigerini. Negli anni ‘80 il progetto integrato “Keita” della cooperazione italiana, è stato uno dei rari progetti che hanno avuto un impatto positivo sulla vita delle popolazioni e i cui risultati sulla preservazione dell’ambiente sono ancora visibili e apprezzati dalle popolazioni.
Per quanto riguarda la presenza militare italiana in Niger, il nostro ministero della Difesa ha già contattato tutti i Paesi interessati, inclusa l’Italia, per ridefinire i vari accordi bilaterali. È un processo in corso e credo che Italia e Niger raggiungeranno un accordo reciprocamente vantaggioso».
per chi volesse e avesse tempo :
chiara, lo sapevate voi della nostra presenza militare in Niger –prima e dopo il colpo di stato? E, naturalmente, eravamo lì a scopi difensivi.