ANSA.IT/ JESI  — 1 MARZO 2024  – 11.26 ::: Regione Marche. Un murales di studenti per umanizzare le cure in terapia intensiva. Opere in ospedale Jesi realizzate dai ragazzi del Liceo Mannucci

 

 

ANSA.IT/ JESI  — 1 MARZO 2024  – 11.26
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Un murales di studenti per umanizzare le cure in terapia intensiva.

Opere in ospedale Jesi realizzate dai ragazzi del Liceo Mannucci

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Arte in corsia per la salute dei pazienti e umanizzare le cure in particolare dove c’è più bisogno di bellezza, nel reparto di terapia intensiva.

Il progetto avviato nel 2018 all’Ospedale di Jesi, al quale collaborano gli studenti della sede locale del Liceo Artistico “Mannucci” di Ancona,si conclude in questi giorni con la realizzazione di murales nel corridoio prospicente l’ingresso e in sei stanze di degenza.

“Umanizzazione delle cure di terapia intensiva” è il nome del progetto pluriennale che umanizza le cure e migliora il confort dell’assistenza, in un binomio arte salute.

    “Il lavoro di questi bravissimi giovani studenti – ha commentato il direttore della Terapia Intensiva Tonino Bernacconi – porterà beneficio ai degenti al risveglio dopo la cura della malattia, ai familiari che soggiornano per ore a fianco del proprio congiunto, e a tutto il personale che opera nel reparto giorno e notte”.

I murales ritraggono un “albero della vita” a tinte magenta e blu con mani che si intrecciano come radici, pesci rossi in un fondale marino, un mondo fantastico con bambini che giocano sospesi senza leggi di gravità, soffioni mossi dal vento, considerati simbolo di leggerezza e trasformazione. Altre opere ritraggono fiori dai lunghi steli mossi dal vento metafora di energia e libertà, un simbolico collegamento con la città con alcuni dei principali monumenti di Jesi e, l’ultimo, un grande oblò che apre su un fondale marino.

 

In totale sono state impiegate circa 100 ore di lavoro e in reparto hanno lavorato cinque diverse classi con 40 ragazzi per i bozzetti, altri 35 ragazzi si sono alternati nella realizzazione pittorica sotto la guida della professoressa Giuliana Pallotto, con materiali acquistati grazie alla ditta Diatech Pharmacogenetics.

 

 

 

 

 

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