Ingresso del Museo Thyssen-Bornemiszanel palazzo di Villahermosa lungo il Paseo del Prado, a pochi passi dal museo del Prado. La famosa collezione del secondo barone Hans Heinrich Thyssen-Bornemisza de Kászon (Scheveningen, 13 aprile 1921 – Sant Feliu de Guíxols, 26 aprile 2002) è stata comprata nel 1992 dallo Stato spagnolo.
Palazzo VillaHermosa /media/File:Museo_Thyssen-Bornemisza_(Madrid)_01.jpg
— . Sulla destra si può vedere l’ampliamento, con una nuova facciata di gusto minimalista, inaugurato nel 2004.
Hywell Martínez
Gli impressionisti e la fotografia
MOSTRA : Dal 15 ottobre 2019 al 26 gennaio 2020
Dai primi dagherrotipi alla fine degli anni Trenta dell’Ottocento e soprattutto dopo la scoperta negli anni successivi delle tecniche di stampa fotografica su carta, il rapporto tra fotografia e pittura fu molto stretto. L’occhio artificiale della macchina fotografica di fotografi come Le Gray, Cuvelier, Nadar o Disderi, per citarne alcuni, ha stimolato in Manet, Degas e nei giovani impressionisti – Camille Pissarro, Paul Cézanne, Alfred Sisley, Claude Monet , Marie Bracquemond, Pierre-Auguste Renoir, Berthe Morisot e Gustave Caillebotte lo sviluppo di un nuovo modo di guardare il mondo fissando sulla tela la “percezione panica della realtà, che rappresenta l’incessante mutamento della luce sulle cose, e dunque l’intrinseco mutamento delle cose stesse” (Flavio Caroli, La pittura contemporanea, Electa, 1987).
La fotografia ha guadagnato l’impressionismo non solo come fonte iconografica ma anche come ispirazione tecnica, sia nell’osservazione scientifica della luce o nella rappresentazione di uno spazio asimmetrico e troncato, sia nell’esplorazione della spontaneità e dell’ambiguità visiva.
Inoltre, a causa dell’influenza della nuova fattura impressionista
il ruolo essenziale che la fotografia ha acquisito oggi nel panorama dell’arte contemporanea ha ravvivato l’interesse della storiografia artistica per l’impatto che la sua invenzione ha avuto sulle arti plastiche. La mostra Gli impressionisti e la fotografia si inserisce in questa linea storiografica, proponendo una riflessione critica sulle affinità e le reciproche influenze tra fotografia e pittura, senza dimenticare le fruttuose polemiche tra critici e artisti che la sua comparsa scatenò in Francia nella seconda metà del secolo XIX.
La mostra, curata da Paloma Alarcó, è suddivisa in nove capitoli tematici – La foresta, Le figure nel paesaggio, L’acqua, Nel campo, I monumenti, La città, Il ritratto, Il corpo e L’archivio – che illustrano gli interessi artistici condivisi da pittori e fotografi e mostrano il nuovo modo di guardare e la libertà artistica di una società influenzata dalla nuova cultura visiva.
VIDEO della mostra, clic su ” Tour “
DA :
INEXHIBIT.COM/IT
a sinistra: Edgar Degas, Testa di donna, olio su tela, 1887-1890, collezione Ann e Gordon Getty
a destra: Fèlix Nadar, Mme Audouard, 1854-1870, Bibliothèque National de France, Parigi
A sinistra: Claude Monet, La Barque, 1887, olio su tela, Musée Marmottan Monet, Parigi, France/Bridgeman Images.
A destra: Achille Quinet, Etudes d’ aprés nature, Wilson Centre for Photography
A sinistra: Pierre-Auguste Renoir, Femme avec Parasol dans un Jardin, 1875, olio su tela, Museo Nacional Thyssen Bornemisza, Madrid.
A destra: Constant Pujo, Female Nude in Nature, Musèe Francais de la photographie / Conseil Départemental de L’Essonne, Benoit Chain.
A sinistra: Edgar Degas, Après le bain, Femme s’essuyant, 1890, olio su tela, The Henry and Rose Pearlman Collection, in deposito presso Princeton University Art Museum.
A destra: Paul Berthier, étude de la vie n° 1, Bibliothèque National de France, Parigi
A sinistra: Armand Guillaumin, Le Pont de l’ Archevêché et l’Abside de Notre-Dame de Paris, 1880, olio su tela. Collezione Carmen Thyssen Bornemisza in deposito presso Museo Nacional Thyssen Bornemisza, Madrid.
A destra: Édouard Baldus, Vue arrière de Notre Dame, 1860-70, Museo Nacional del Prado, Madrid.
FOTO SCATTATE DALLO STESSO DEGAS–
BLOG DI MARCO CRUPI—https://marcocrupi.it/2017/01/impressionisti-e-fotografi-due-storie.html
A metà del 1895 il celebre pittore impressionista Edgar Degas ricevette una ballerina nel suo studio e la fotografò in diverse pose. Ne risultarono tre lastre (immagini in alto) che l’artista in seguito usò per realizzare diversi quadri. Mesi dopo, infatti, Degas combina le tre immagini (in basso a sinistra) componendo, quasi come in ricalco, il celebre dipinto “Ballerine in blu o ballerine dietro le quinte” (in basso a destra, la seconda immagine, 1897).
TESTO DA:
http://www.cultorweb.com/fp/f.html
+++ in questo link trovate molti più esempi di fotografie / quadri
EDGAR DEGAS, LE BALLERINE, 1884-1885, pastello, 75×73 cm, Museo d’Orsay, Parigi
Ballerina russa, 1890
collez. privata
BALLERINE DIETRO LE QUINTE, 1897
pastello
67×67 cm
DANSEUSES EN REPOS, 1884/85 — PASTEL
BALLERINE IN BLUE, 1890
Ballerina, 1874 .. Ermitage- Pietroburgo
EDGAR DEGAS
EDGAR DEGAS ( Parigi, 19 luglio 1834 – Parigi, 27 settembre 1917) è stato un pittore e scultore francese considerato appartenente agli impressionisti. È celebre per i suoi dipinti a pastello e ad olio. Sebbene Degas sia considerato uno dei fondatori dell’impressionismo, egli rifiutò il termine, preferendo essere definito un realista.
Una bella storia familiare alle spalle :
Edgar Degas proveniva, dal lato paterno, da una famiglia nobile e illustre, i De Gas. Era questa l’ortografia originale del cognome, che si rintraccia anche in alcuni documenti cinquecenteschi anche come «De Gast» e «De Guast». I De Gas erano una nobile famiglia della Linguadoca i cui membri erano cavalieri del prestigioso ordine degli Orleans, donde l’istrice al centro del loro stemma nobiliare. In virtù di questa affiliazione si stabilirono a Meung, nella provincia dell’Orleans, dove nacque René Hilaire, nonno del pittore. Durante i burrascosi accadimenti della rivoluzione francese René Hilaire De Gas, inviso alla fazione repubblicana, vide la sua promessa sposa condannata a morte come nemica della Nazione e grazie a una soffiata seppe di essere a sua volta candidato alla ghigliottina. Per questo motivo si rifugiò a Napoli, nel Regno delle Due Sicilie, chiedendovi asilo in qualità di aristocratico e di perseguitato politico. Nella città partenopea René mantenne un atteggiamento politicamente acquiescente e si dedicò a consolidare la propria situazione economica prima come agente di cambio poi fondando un istituto bancario di successo e diventando, a suo tempo, anche banchiere personale di Gioacchino Murat.
Entrata del Palazzo Pignatelli di Monteleone
wikipedia.org.
Palazzo Pignatelli
Mapio.net
A Napoli René De Gas riuscì ad accumulare un ingente patrimonio finanziario – arrivando ad acquistare per sé l’intero palazzo Pignatelli di Monteleone, un immobile di cento stanze nel cuore del centro storico di Napoli – intrecciando e mantenendo una fitta rete di rapporti con diverse famiglie nobili napoletane, e riuscendo così a superare senza particolari conseguenze i tumultuosi avvenimenti e sovvertimenti politici che si succedettero a Napoli e nel resto della penisola italiana nel corso del XIX secolo
René Hilaire divenne il capostipite del ramo napoletano del casato De Gas. Nonostante la sua intensa attività bancaria, infatti, egli non trascurò la vita sentimentale, e nella città partenopea si sposò con la livornese Giovanna Teresa Freppa generando con lei ben sette figli, tre femmine e quattro maschi tra i quali Auguste (1809-1879), futuro padre del pittore e protagonista in un celebre quadro di Edgar. Designato direttore della filiale parigina della banca paterna, Auguste si trasferirà nella capitale francese dove, nel 1832 si unirà in matrimonio con Célestine Musson. Appartenente a pieno titolo alla grande borghesia bancaria cisalpina, Auguste era un uomo di raffinata cultura e si interessava all’arte e alla musica con grande sensibilità ed era un assiduo frequentatore del Louvre, densissimo di capolavori dopo le ruberie e le spoliazioni napoleoniche. Più modesta, ma non priva di valore, era invece la famiglia materna: la Musson, infatti, era di origine creola, e il padre – nativo di Port-au-Prince, ad Haiti – si era poi trasferito a New Orleans, nella Louisiana, diventando un facoltoso mercante del cotone e accumulando una piccola fortuna in piantagion
AUTORITRATTO
FOTO DI NADAR–
https://tonykospan21.wordpress.com/tag/pantheon-nadar/
EDGAR DEGAS– FOTO DI NADAR
Molto bello e interessante l’accostamento tra pittura e fotografia: tutte e due i mezzi servono ad indagare e ad interpretare la realtà.