L’EDIFICIO DEL MUSEO A PORDENONE
FOTO DA : Fumettologica
ANSA.IT/ ROMA — 8 FEBBRAIO 2023
https://www.ansa.it/friuliveneziagiulia/notizie/2023/02/08/sinaugura-paff-international-museum-of-comic-art-a-pordenone_b1aac0ff-1883-420a-92da-79dc3011c2ee.html
Al Palazzo Arti Fumetto del Friuli, presso la villa di Parco Galvani a pochi passi dal centro (viale Dante 33). Ultimo giorno (5 maggio 2019 ) della mostra di Gradimir Smudja “da Leonardo a Picasso, viaggio a fumetti nella Storia dell’Arte”
immagini da:
https://paff.it/al-paff-di-pordenone-ultimo-giorno-per-la-mostra-a-fumetti-sulla-storia-dellarte/
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S’inaugura Paff! International Museum of Comic Art a Pordenone.
Il 10 marzo apre mostra permanente. Tra tavole Manara e Pratt
(ANSA) – ROMA, 08 FEB 2023 – Il Paff! (Palazzo Arti Fumetto Friuli) allarga i suoi orizzonti e diventa, con il patrocinio del Ministero della Cultura, un innovativo Museo Internazionale del Fumetto che si inaugura il 10 marzo 2023 a Pordenone.
Cuore del nuovo International Museum of Comic Art è l’esposizione permanente, curata dal direttore artistico Luca Raffaelli, esperto e storico del fumetto.
Multimediale, interattiva, la mostra, dedicata alla storia del fumetto, propone un percorso nuovo in cui la tavola originale è solo uno degli stadi di lettura e al visitatore è richiesta una partecipazione attiva.
Circa 200 le tavole originali esposte dei più famosi fumettisti di tutti i tempi e oltre 500 fra schizzi, fogli di sceneggiatura, pubblicazioni storiche e rare, costumi di scena utilizzati in film tratti da fumetti e scenografie provenienti da tutto il mondo tramite acquisti, prestiti e donazioni.
Suddivisa in 9 sezioni, comprende i lavori di grandi come Carl Barks, Milton Caniff, Giorgio Cavazzano, Will Eisner, Floyd Gottfredson, Chester Gould, Benito Jacovitti, Magnus, Milo Manara, George McManus, Andrea Pazienza, Hugo Pratt, Alex Raymond, Charles M. Schulz, Art Spiegelman.
Sarà inoltre esposta una scultura di Ivan Tranquilli e Davide Toffolo ha realizzato la tavola introduttiva sul protofumetto, quelle storie illustrate che anticipano la nascita dell’industria e del successo del fumetto.
Sotto la direzione artistica del suo fondatore, presidente e direttore artistico, Giulio De Vita, il Paff! International Museum of Comic Art è una realtà unica in Italia che trova analogie, per concept e dimensioni, solo nelle capitali europee come Parigi e Bruxelles.
“Sono fumettista da quando avevo 16 anni. Mi sto dedicando da sette anni a questo sogno e siamo riusciti a realizzarlo grazie alla collaborazione e fiducia delle istituzioni” ha sottolineato oggi alla presentazione a Roma, Giulio De Vita. All’incontro erano presenti, oltre a Raffaelli, il fumettista Ivo Milazzo, la direttrice Centrale Cultura e Sport Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Anna Del Bianco e il vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Pordenone. Alberto Parigi. (ANSA).
Per info www.paff.it , tel: 0434 392941 email: info@paff.it
nota 1.
Gradimir Smudja all’ International Comic Festival of Sollies Ville, France
– Opera propria
Gradimir Smudja (Novi Sad, 14 luglio 1956) è un fumettista, pittore e illustratore serbo, ma di adozione italiano.
Fra i suoi lavori principali si possono citare i due volumi “Au fil de l’art”, “Vincent et Van Gogh” e “Le Cabaret des muses”. In queste opere il tratto tecnicamente elevatissimo di Gradimir Smudja, l’attenzione infinitesimale ai dettagli, l’amore per le citazioni e i tantissimi livelli di lettura delle sue tavole sono sempre accompagnati dalla leggerezza, da una visione affettuosa e profonda dell’arte e delle sue declinazioni.
L’autore è stato ospite della mostra inaugurale “Da Leonardo a Picasso: viaggio a fumetti nella storia dell’Arte”, dedicata ai suoi lavori, del Palazzo Arti Fumetto Friuli di Pordenone.
Grazie ai suoi personaggi, Smudja attraversa i secoli più importanti della storia dell’arte europea insegnandone i tratti distintivi e i significati, e sfatandone i miti.
I due libri “Au Fil De l’Art” – le cui tavole originali sono grandemente rappresentate al Paff! di Pordenone – sono un incantevole viaggio (poetico e didascalico insieme) sulle orme dei più grandi geni che hanno segnato l’arte degli ultimi due secoli. Una fanciulla impertinente e un gatto faccendiere corrono attraverso le due storie, che restituiscono gli artisti più grandi (da Leonardo a Michelangelo, da Velasquez a Bruegel fino a Rembrandt, Van Gogh, Toulouse-Lautrec, …) interpretandoli con una vena tra il bizzarro e il surreale, tra il dissacrante e il profondamente poetico.
In mostra sono anche diverse tavole tratte da “Vincent et Van Gogh” – dove il genio olandese impara la propria arte dal suo sfacciato e abilissimo gatto pel di carota di nome Vincent – e da “Cabaret des muses” dove la vita di Toulouse-Lautrec è liberamente rivista, tra gli incontri del grande pittore con le personalità artistiche del suo secolo (Van Gogh, Degas, Gauguin) e le glorie e gli stravizi del Moulin Rouge dell’epoca.
Oltre ai libri già menzionati, “Cheval de bois, cheval de vent” e l’ultimo lavoro “Mausart”. In Italia il suo lavoro viene pubblicato dalla “Kleiner Flug” di Firenze.
testo da :
FRIULI.IT
4 dicembre 2018
https://www.ilfriuli.it/cultura/il-paff-presenta-gradimir-smudja/
Il Filo Invisibile, volume 1 / 2 – 2019
€18,00
- Autori: Ivana e Gradimir Smudja
- Editore: Kleiner Flug
- Lingua: Italiano
- Copertina brossurata – 96 pagine
Kleiner Flug pubblica “Mausart” – Lo Spazio Bianco
PORDENONE — FRIULI
DUE IMMAGINI DI PORDENONE:
FOTO DI Opera propria
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IL PALAZZO COMUNALE
AnticheSere~commonswiki presunto
– Opera propria
Pordenone-Palazzo Ricchieri, sede del Museo civico d’arte
Ex convento di San Francesco di Pordenone- L’interno del chiostro dell’ex convento di San Francesco di Pordenone visto dal loggiato. Sono ben visibili i resti del campanile.
Scorcio di Vicolo del Campanile
– Opera propria
L’entrata principale della Biblioteca Civica di Pordenone, ex convento dei Domenicani, vista da sotto la scalinata in fronte ad essa.
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https://www.comune.pordenone.it/it/citta/scopri/photo_gallery/luoghi-cultura/biblioteca-civica
NOTIZIE STORICHE E DI OGGI:
https://it.wikipedia.org/wiki/Pordenone
NOVI SAD
CARTINA DA:
Novi Sad è stata, lungo la sua storia, un importante crocevia di popolazioni, sia per ragioni storiche sia politiche. Per questo motivo è chiamata con nomi differenti dai diversi popoli che l’hanno raggiunta o con cui la città ha avuto rapporti commerciali.
È così che se Нови Сад è il nome ufficiale in serbo scritto in cirillico, (letteralmente significa “Nuova Piantagione“), gli altri nomi utilizzati per definirla sono: Novi Sad in romeno, Nový Sad in slovacco, Újvidék in ungherese, Neusatz in tedesco, Neoplanta in latino.
È attraversata dal Danubio.
Novi Sad
da : Viator
Sono stati ritrovate tracce di un antico insediamento umano risalente all’Età della Pietra: ciò testimonia che intorno al 4500 a.C. il territorio dell’attuale Novi Sad era già abitato. I Celti conquistarono la regione nel IV secolo a.C. e costruirono una fortezza sulla sponda destra del Danubio; i Romani nel I secolo a.C. assoggettarono le terre dell’attuale città e costruirono l’insediamento di Cusum che fu annesso alla Provincia della Pannonia. Cusum, nel V secolo, fu distrutta dagli Unni, ricostruita pochi anni dopo dai Bizantini che la chiamarono Petrikon (Πέτρικον). Fu successivamente conquistata da Ostrogoti, Franchi, Avari, Bulgari e nuovamente dai Bizantini. Tra il X e il XII secolo appartenne al Regno d’Ungheria: in un documento ufficiale del 1237 viene menzionata come Petrovaradin (in ungherese Pétervárad), insieme ad altri insediamenti come Mrtvaljoš o Sajlovo dai nomi tipicamente slavi a testimonianza della presenza di popoli di etnia slava in queste terre all’epoca. Tra il 1526 e il 1687 la regione rientrava nei domini dell’Impero ottomano ed era abitata da Serbi.
Alla fine del XVII secolo la zona divenne un possedimento degli Asburgo.
Nel XVIII e XIX secolo, Novi Sad fu la più grande città abitata dai Serbi che, in quel tempo, non avevano una loro Patria—
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Nel 1918 scoppiò l’insurrezione serba contro l’Austria: l’8 novembre gli Austriaci abbandonarono la città, il 9 vi fecero ingresso le truppe serbe, il 25 fu proclamata l’unione della Voivodina con lo Stato degli Sloveni, dei Croati e dei Serbi, in seguito chiamato Regno di Jugoslavia.
Nel 1941 Novi Sad fu invasa dalla Germania e inserita territorialmente nell’Ungheria: nel 1942 la polizia ungherese uccise 1246 abitanti della città e ne gettò i corpi nelle acque del Danubio; in tutto, durante il conflitto, morirono più di 5000 cittadini di Novi Sad. I partigiani serbi furono molto attivi durante il periodo dell’occupazione, e il 23 ottobre del ’44 entrarono in città e la proclamarono unita alla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.
Novi Sad, dalla fine della Seconda guerra mondiale al dissolvimento della Jugoslavia visse un periodo di forte sviluppo industriale e la sua popolazione raddoppiò.
Nel 1999 fu pesantemente bombardata dalle forze militari della NATO durante la Guerra del Kosovo: i suoi ponti furono distrutti, le comunicazioni, l’acqua e l’elettricità furono interrotte. Molte bombe caddero sulle zone residenziali causando parecchi morti, altre colpirono le installazioni industriali, soprattutto le raffinerie di petrolio, causando gravi danni all’ambiente. La città è stata scelta per essere capitale europea della cultura nel 2021, insieme alla romena Timișoara e alla greca Eleusi; a seguito della pandemia di COVID-19 il programma delle capitali europee della cultura è stato modificato: Novi Sad ha detenuto il titolo nel 2022, insieme a Kaunas ed Esch-sur-Alzette.
Targa in quattro lingue sull’Ufficio del sindaco.
continua nel link:
https://it.wikipedia.org/wiki/Novi_Sad#/media/File:Novi_Sad_mayor_office.jpg
Novi Sad
Eternal Arrive
Questi luoghi, eccezionali per ricchezza di culture diverse, hanno pagato duramente le mescolanze di popolazioni, civiltà, lingue. Quello che forse oggi viene riconosciuto giustamente come positivo ha creato fino ad ora guerre, stragi, odi infiniti.