IL FATTO QUOTIDIANO 17 FEBBRAIO 2024
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Gaza, pronto il recinto nel Sinai per i profughi
OPERAZIONE RAFAH – Biden: “Ripeto a Netanyahu di fermarsi”
DI ALESSIA GROSSI
Un ennesimo tentativo. Il presidente americano Joe Biden durante il briefing alla Casa Bianca ieri l’ha ribadito: “Sto parlando con Netanyahu in questi giorni per chiedergli di non procedere con l’operazione militare a Rafah” e per “un cessate il fuoco temporaneo” a Gaza.
E pure la vicepresidente americana, Kamala Harris ieri a Monaco in un incontro con il presidente israeliano Isaac Herzog ha rinnovato l’appello affinché “non si proceda a un’operazione militare a Rafah senza un piano credibile e fattibile per assicurare la sicurezza e l’aiuto all’oltre milione di persone che vi ha trovato rifugio”. E a proposito di sfollati, i due leader, secondo il comunicato, hanno discusso anche dei piani “per il post conflitto a Gaza”. “Israele deve essere sicuro”, ha ribadito Harris, mentre “non ci deve essere un trasferimento forzato dei palestinesi da Gaza e i palestinesi devono godere dei loro diritti di libertà, dignità, sicurezza e autodeterminazione”.
La risposta, pronta, è arrivata proprio a Monaco dal ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz che ha assicurato che Tel Aviv si coordinerà con l’Egitto sui rifugiati e troverà un modo per non danneggiare gli interessi del Cairo.
Ma sull’operazione militare al valico tagliato corto: “Israele dovrà occuparsi di Rafah perché non possiamo lasciare Hamas lì”. Punto. E nel frattempo nuove immagini satellitari scattate il 14 febbraio rivelano grandi crateri nella città di confine, nel sud della Striscia, lasciati dagli attacchi israeliani, molto vicini a dove vivono attualmente gli sfollati.
Lo scrive la Bbc mostrando le foto. Alcuni crateri si trovano a soli 130 metri di distanza dalle file di tende dove si rifugiano i gazawi. In centinaia di migliaia in preda alla fame, alla sete e alle malattie, senza casa da mesi: ieri in migliaia hanno manifestato contro Hamas al valico bruciando pneumatici e gridando slogan contro il leader dei miliziani, Sinwar, dopo aver assaltato i camion che trasportavano aiuti umanitari e portando via derrate alimentari.
Contro l’evacuazione dei palestinesi anche da quest’ultimo 20% della Striscia ieri è tornato a parlare l’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell “molto preoccupato che i piani del governo israeliano “peggiorerebbe una situazione umanitaria già catastrofica e impedirebbe la fornitura di servizi di base e di assistenza umanitaria necessari”.
Il premier canadese Justin Treudeau al telefono con il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi, ha sottolineato la necessità di proteggere i civili di Gaza, esprimendo apprezzamento per gli sforzi egiziani e sottolineando la necessità di protezioni per i civili. Al Sisi ha rassicurato Treudeau di star favorendo un accordo. Ma i media Usa assicurano che quel muro egiziano che il Fatto aveva visto in fase di costruzione al confine con Rafah già qualche settimana fa, sia parte di un progetto più ampio.
Secondo il Wall Street Journalsi tratta di una recinsione di circa 20 chilometri quadrati nel deserto del Sinai e servirebbe per contenere migliaia di palestinesi costretti a fuggire dall’eventuale offensiva di Israele a Rafah: pronte le tende da montare per 50mila-60mila persone che una volta dentro il campo non potranno andarsene.
Il Cairo non ha mai nascosto le sue difficoltà a vedersi riversati oltre i confini un milione di rifugiati sottolineando che qualora ciò dovesse avvenire sarebbe a rischio anche la pace con Israele. Non a caso Al-Sisi è uno dei principali mediatori di un accordo tra Hamas e Israele: accordo che però sarebbe in stallo dopo che i miliziani hanno rifiutato lo scambio di 1.500 palestinesi con gli ostaggi israeliani e Netanyahu non ha ceduto sul cessate il fuoco permanente. Ma il lavorio, soprattutto dei paesi arabi continua: ieri Herzog ha incontrato segretamente il premier del Qatar Mohammed bin Abdulrahman al-Thani a Monaco proprio per discutere i negoziati sul rilascio degli ostaggi a Gaza, secondo quanto scritto da Axios. Le operazioni nella Striscia continuano: dopo l’assalto all’ospedale Nasser di Khan Yunis dove l’Idf ha detto di aver rinvenuto scatole di medicine con sopra scritto il nome di ostaggi rapiti da Hamas. La risposta dei miliziani è stato un attentato nel sud di Israele che ha fatto due morti e 4 feriti.
LINK DEL VIDEO POSTATO IERI SERA – che mostra proprio cosa dice Alessia Grossi nell’articolo qui sopra
Sinai for Human Rights @Sinaifhr – 20.19 — 16 febbraio 2024 — grazie ! postato da :: Marwa Fatafta مروة فطافطة @marwasf alle 22.57 — 16 febbraio 2024 — grazie di aver condiviso !
Mai come oggi i muri prolificano nel mondo.