IL SOLE 24 ORE 11 LUGLIO 2023
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Il chiacchiericcio delle piante che “parlano”
Ricercatori dell’Università israeliana di Tel Aviv hanno registrato i suoni emessi dalle piante, simili allo scoppiettio del popcorn e impercettibili all’orecchio umano
di Marco Onnembo
Si presenta come una vera e propria rivoluzione nel campo della Botanica. Dal cactus al pomodoro, dal tabacco all’ortica, sembra che anche le piante “parlano” e anche se non sono dotate di corde vocali, lo fanno emettendo ultrasuoni. Per la prima volta, infatti, ricercatori dell’Università israeliana di Tel Aviv hanno risolto un’antica controversia scientifica registrando i suoni emessi dalle piante, simili allo scoppiettio del popcorn e impercettibili all’orecchio umano, ma probabilmente udibili da diversi animali, come pipistrelli, topi e insetti.
Lo stress
Lo studio, pubblicato sulla rivista Cell, indica che le piante emettono questi suoni soprattutto quando si trovano in condizioni di stress (perché senza acqua o con foglie e steli danneggiati): un’informazione che, grazie ad appositi sensori, potrebbe essere sfruttata dagli esseri umani, ad esempio per sapere quando le colture necessitano di essere innaffiate. A tutti gli effetti questa scoperta consente di creare un sistema di monitoraggio sullo stato di salute delle coltivazioni portando anche numerosi vantaggi dal punto della salvaguardia ambientale ed alimentare. La ricerca è stata coordinata da Lilach Hadany e Yossi Yovel che hanno collocato le piante in un luogo silenzioso e isolato, posizionando microfoni per ultrasuoni a circa dieci centimetri da ogni esemplare. In particolare, sono state utilizzate piante di pomodoro e di tabacco, oltre a quelle di grano, mais, cactus e ortiche.
Le registrazioni hanno rivelato i suoni emessi a frequenze comprese tra 40 e 80 kilohertz: per fare un confronto, la frequenza massima rilevata da un essere umano adulto arriva ai 16 kilohertz.
Le piante non stressate emettevano circa un suono all’ora, mentre quelle disidratate o ferite emettevano dozzine di suoni ogni ora.
Le registrazioni raccolte sono state poi analizzate da algoritmi di intelligenza artificiale, sviluppati appositamente per questo studio, che hanno imparato a distinguere tra diverse piante e diversi tipi di suoni, arrivando a identificare la pianta e a determinare il tipo e il livello di stress. Inoltre, gli algoritmi sono riusciti a identificare il ’linguaggio’ delle piante anche in una serra caratterizzata da molto rumore di fondo.
Ho sempre pensato che le piante parlassero tra di loro e che non volessero rivelare a noi i loro segreti. Probabilmente quello che i ricercatori hanno scoperto non è il vero linguaggio delle piante, che se ne guardano bene di farsi capire da noi: è un linguaggio di copertura.