MUSIC NEL SUO ATELIER
dalla raccolta ” Nous ne sommes pas les dernier “, 1970- ’76
Tate Gallery
1974
https://www.w-k.art/artists/zoran_music/works/wir_sind_nicht_die_letzten_2508?l=en
Anton Zoran Mušič (Boccavizza, 12 febbraio 1909 – Venezia, 25 maggio 2005) è stato un pittore e incisore sloveno, esponente della nuova Scuola di Parigi.
Mušič nacque in una famiglia di lingua slovena nel villaggio di Bukovica/Boccavizza presso Gorizia (allora parte della Contea di Gorizia e Gradisca), AUSTRIA, oggi Slovenia ( cartina in fondo ). Dopo aver terminato gli studi all’Accademia dell’Arte di Zagabria nel 1934, Mušič cominciò la sua carriera con lunghi viaggi (1935 – 1940), trascorrendo alcuni mesi (tre) a Madrid, a Curzola; visse a Maribor, e Lubiana prima di stabilirsi a Trieste e a Venezia (ottobre 1943) dove sposa Ida Barbarigo Cadorin (settembre 1949) che considererà per tutta la vita la sua unica musa ispiratrice. Nel novembre 1944, durante la seconda guerra mondiale, fu deportato nel campo di concentramento di Dachau, dove riuscì a ritrarre segretamente la vita del campo in circostanze estremamente difficili e pericolose. Ventiquattro disegni di Mušič firmati e datati Dachau 1945, che testimoniano la vita e la morte nel campo di concentramento, sono stati recentemente rinvenuti dal prof. Franco Cecotti di Trieste negli archivi di ANPI, ANED, ANPPIA e dell’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli Venezia Giulia. Sono attualmente raccolti nel Museo Revoltella di Trieste e rappresentano la più cospicua serie di disegni di Mušič sul tema della deportazione.
Dopo la sua liberazione, avvenuta nel 1945, Mušič fece ritorno a Lubiana, da cui passò a Gorizia, in Istria (Pinguente) e a Venezia, dove vinse il premio Gualino alla Biennale del 1950. Nel 1951 gli fu assegnato, insieme al pittore italiano Antonio Corpora, il Premio Parigi, organizzato a Cortina d’Ampezzo dal Centro culturale italiano di Parigi su consiglio di Campigli e Severini.
Una nuova fase della sua pittura si evolse attorno alla rappresentazione dei paesaggi dalmati della sua gioventù. Successivamente, si concentrò soprattutto sull’ambiente circostante, ossia i paesaggi italiani. Fu stilisticamente influenzato dai mosaici e dalle icone bizantine a Venezia.
1971 — stessa raccolta —
Flickr
TATE
MUSIC A PARIGI
Negli anni cinquanta trascorse un certo periodo a lavorare a Parigi, studiando “l’astrazione lirica” francese, per fare poi ritorno al suo atelier veneziano. Nel 1956 e nel 1960 partecipò nuovamente alla Biennale. Dopo aver ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo lavoro grafico, a partire dagli anni sessanta i motivi organici di Mušič divennero sempre più astratti e le sue composizioni abbandonarono i canoni della tridimensionalità.
National Gallery of Slovenia- 1974
acrylic, canvas, 46 x 33 cm
Leopold Museum, Vienna
https://www.leopoldmuseum.org/de/ausstellungen/98/zoran-music
Autoritratto, 1998
foto : Sporti (pogovor | prispevki
https://sl.wikipedia.org/wiki/Slika:Zoran_Mu%C5%A1i%C4%8D_-_Avtoportret_1998.jpg
1975
Sainsbury Centre
incisione, stampa
1971
https://www.w-k.art/artists/zoran_music/works/wir_sind_nicht_die_letzten_2505?l=en
Una nuova serie di opere, databili tra il 1970 e il 1976, intitolata Noi non siamo gli ultimi (in francese: Nous ne sommes pas les derniers), nelle quali l’artista trasformò il terrore e l’inferno della prigionia nel campo di concentramento di Dachau in documenti di una tragedia universale, ebbe enorme successo e fu certamente la più acclamata dalla critica.
La produzione di Zoran Mušič è stata onorata in numerosissime esposizioni internazionali, e a tutt’oggi le sue apprezzatissime opere sono conservate nei più importanti musei del mondo, principalmente in Italia, Slovenia, Francia, Spagna, Germania e Stati Uniti.
Leopold Museum, Vienna
https://www.leopoldmuseum.org/de/ausstellungen/98/zoran-music
Mušič è conosciuto anche con il soprannome de “il pittore dei cavallini”, per via di un suo ricorrente soggetto, appunto i cavalli.
La firma dell’artista.
È sepolto a Venezia, nel cimitero monumentale di San Michele
wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Zoran_Mu%C5%A1i%C4%8D
” Nous ne sommes pas les dernier “, 1970- ’76
1971
” Nous ne sommes pas les dernier “, 1970- ’76
1987 | Watercolor on paper
https://www.zoran-music-comarte.com/en/about-zoran-music/painter-of-death/
DACHAU, 1945
1970 | Watercolor, gouache, pastel and colored pencil on paper
1970 | Ballpoint pen on paper
1970 | Red chalk drawing on paper
1970 | Pencil on paper
1975 –Oil pastel on paper
DA :
https://www.zoran-music-comarte.com/en/about-zoran-music/painter-of-death/
Il comune, con sede a Boccavizza, è stato creato nel marzo 2006, in seguito a referendum], staccandone il territorio dal comune di Nova Gorica. Questa è parallela a Gorizia
https://it.wikipedia.org/wiki/Geografia_della_Slovenia
Estremamente espressive le opere di questo artista, che disegnò ” dal vero” la morte che lo circondava. Più che la pietà sembra prevalere l’orrore, qualcosa al di sopra delle capacità umane di comprensione. La scritta che li accompagna,” Nous ne sommes pas
les derniers” ci inquieta e ci ricorda che questi orrori non sono affatto tramontati con la fine del nazifascismo. L’immagine del cavallino ci porta invece ad un’arte “primitiva” ma molto efficace ed espressiva, uno sguardo quasi ” innocente” sulla realtà.